TUTTOSCIENZE 22 aprile 98


SCIENZE FISICHE. POLEMICHE IN USA Autografi e astronauti Chiedono dollari per la loro firma
Autore: LO CAMPO ANTONIO

ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA
NOMI: BORMAN FRANK
LUOGHI: ESTERO, AMERICA, USA

FRANK Borman è uno dei miti dell'astronautica: i giovani d'oggi forse non lo ricordano, ma trent'anni fa è stato il comandante della prima missione spaziale della storia in orbita attorno alla Luna. Nella storica notte di Natale del 1968, lesse alcuni versetti della Bibbia e della Genesi, mentre l'"Apollo 8" realizzava ciò che Jules Verne aveva immaginato in un suo famoso romanzo "Dalla Terra alla Luna", con un secolo d'anticipo. Settant'anni compiuti lo scorso 14 marzo, oggi Borman fa il pensionato, dopo essere stato per anni Presidente della compagnia aerea "Eastern Airlines", e a quanto pare non va più d'accordo con i suoi ex colleghi. Anche ad una recente manifestazione svoltasi a Cape Canaveral tra tutti gli astronauti dell'Apollo, in molti hanno notato una certa "freddezza", compresi i suoi due compagni d'avventura su Apollo 8, Jim Lovell e Bill Anders. Motivo: da qualche tempo alcuni astronauti stanno facendo un business delle molte richieste di appassionati di ogni parte del mondo, che chiedono loro un autografo, magari con dedica. Molti ex astronauti, anche celebri, non rispondono più alle richieste che si possono avanzare al Centro Nasa di Houston. Borman e Sally Ride (prima donna astronauta americana) chiedono infatti un tot di dollari che andrebbero in "beneficenza" per alcune associazioni private da loro stessi gestite. Ma la cosa non è piaciuta a tutti gli altri, che comunque ritengono scorretta l'operazione. Piuttosto, secondo gli ex eroi della conquista spaziale, i soldi chiesti ai "fans" dovrebbero finire nelle casse della "Mercury Foundation", della "Hall of Fame" creata a Titusville da Alan Shepard come museo e centro convegni degli astronauti dei programmi Mercury, Gemini e Apollo. Ma Borman non ci sente da quell'orecchio, e se fino a due anni fa chiedeva dieci dollari per una foto in bianco e nero con dedica, ora ne chiede addirittura 50. La foto ritrae tutti e tre i protagonisti di Apollo 8 in tuta spaziale davanti ad un simulatore. Comunque, anche se gli eroi dell'Apollo sotto quest'aspetto hanno... la Luna di traverso, possiamo fornirvi l'indirizzo del vecchio e glorioso Frank. Chi è patito di astronautica o vuole alimentare con un'offerta l'associazione privata di Borman può scrivere a: Mr. Frank Borman - 250 Cotorro Court - Suite A - Las Cruces, New Mexico 88005 - Usa. Antonio Lo Campo


SCIENZE FISICHE. SPIONI NEL COMPUTER Basta coi dolcetti: firmato " wafer"
Autore: GALANTE LORENZO

ARGOMENTI: INFORMATICA
LUOGHI: ITALIA

NAVIGANDO per Internet può succedere di imbattersi in situazioni già vissute durante le nostre passeggiate in città; il traffico, le fermate agli incroci, le vetrine dei negozi e addirittura le persone con cui parlare sono solo alcuni esempi che si possono fare. Siamo ben addestrati a camminare per strada e ad evitare tutti i pericoli che essa nasconde, ma, in rete, alcuni di noi (come il sottoscritto) sono dei bambini con molto da imparare. La colpa è del fatto che la rete si sta rapidamente modellando di fronte alle esigenze dei suoi utenti e non è facile starle dietro. Solo recentemente, ad esempio, sono venuto a sapere che, quasi ad ogni angolo del World Wide Web, possiamo trovare qualcuno pronto a infilare, senza chiederci il permesso, un dolcetto nelle nostre tasche. Non vi allarmate, non sono impazzito e, per non confondervi ulteriormente le idee, chiarisco: l'autore dello strano gesto cui alludo è il computer (server) col quale siamo collegati quando ci soffermiamo su un sito qualsiasi, l'azione dell'infilare in tasca corrisponde alla scrittura sul nostro disco fisso di piccole stringhe di testo, che gli americani, ironicamente, chiamano cookie (dolcetti appunto). Il server le utilizza per annotare, sul nostro computer, quali pagine abbiamo consultato, su quali immagini abbiamo cliccato e altre informazioni di questo genere. Cosa c'è di male? Innanzi tutto non è piacevole che, al riparo dai nostri sguardi e senza aver chiesto l'autorizzazione, uno sconosciuto memorizzi dei dati sul nostro disco fisso; l'operazione si svolge senza che alcun avviso appaia sul monitor. L'unica traccia, spesso non decifrabile, è il gorgoglio del nostro computer protratto oltre il caricamento della pagina che stiamo guardando. Ancor più grave è che questi dati, in grado di fornire un quadro dettagliato delle nostre preferenze e delle nostre abitudini, a mano a mano che ci spostiamo da un posto all'altro possano essere letti da terze parti e utilizzati per scopi commerciali e pubblicitari. D'altra parte i cookie, correttamente utilizzati, possono essere utili. Per esempio, quando torniamo, a distanza di tempo, su una stessa pagina web, essi possono indicare quali link avevamo esplorato, evitandoci il collegamento a siti già visti; ci consentono anche di abbandonare un sito dal quale abbiamo prelevato alcuni elementi di nostro interesse per poi tornarci trovando ancora intatte le scelte fatte. I servigi che essi rendono, però, non sono tali da far dimenticare i loro aspetti negativi, infatti, una recente inchiesta condotta dal mensile americano Byte, ha rivelato che il 46 per cento dal campione intervistato (346 persone interpellate per posta elettronica) giudica biasimabile l'utilizzo dei cookie. Comunque sarà il tempo a dare il responso finale; intanto possiamo constatare l'ingresso sul mercato dei nuovi software per la gestione dei cookie, programmi che per pochi dollari consentono di bloccare completamente la loro scrittura oppure di accettarla solo se proviene da determinati siti. Anche il recente browser della Netscape (Netscape Communicator 4. 03) offre la possibilità di proteggersi dai dolcetti, ma, se consultate la guida in linea per sapere cosa essi siano, rimarrete delusi, perché non si accenna minimamente ai possibili usi impropri di cui abbiamo parlato. A noi non resta che prenderla con filosofia e fare il tifo per alcuni hacker "buoni" che, dopo esser riusciti a neutralizzare gli attacchi dei server, hanno trovato il modo di ricambiare il favore, scrivendo sui dischi del mittente messaggi di reclamo battezzati col simpatico nome di wafer. Lorenzo Galante galantembox.vol.it


IN BREVE Biotecnologie e media europei
ARGOMENTI: BIOLOGIA, TECNOLOGIA
NOMI: LUNGAGNANI VINCENZO
LUOGHI: ITALIA

Con il fine di trasmettere una informazione accurata sulle biotecnologie e di seguire in proposito le reazioni dei consumatori è nato un gruppo di lavoro promosso dalla Federazione europea di biotecnologie, associazione non-profit con sede a Francoforte. Vi rappresentano l'Italia Vincenzo Lungagnani (Assobiotec) e la giornalista Maria Cristina Ferri.


SCIENZE FISICHE. NON C'E' SOLO L'ELETTRONICA Cercansi meccanici... Un settore snobbato dai giovani
Autore: GIOLITTI GIULIO

ARGOMENTI: TECNOLOGIA, LAVORO, GIOVANI
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA

LA Olivetti di Ivrea negli Anni 60 era un'azienda leader nel campo della meccanica di precisione. Le prestazioni dei prodotti erano realizzate mediante cinematismi complessi e rapidi che attuavano i comandi dell'operatore mediante sganci, rinvii, rotazioni. Le tecnologie più sviluppate nella fabbrica erano la torneria, la lavorazione delle lamiere, la sinterizzazione della polvere di ferro, la coniatura dei caratteri, ecc. Le maestranze più pregiate erano i costruttori delle attrezzature delle macchine speciali che producevano i componenti ed i gruppi delle macchine per scrivere e per il calcolo. Poi ci fu la conversione elettronica che con molta fatica introdusse tecnologie nuove quali la costruzione di circuiti stampati, le saldature ed i collaudi; erano tecnologie diverse ma potevano ancora essere inquadrate in una organizzazione produttiva tradizionale. Quando infine si restrinse l'attività al settore informatico e a quello delle telecomunicazioni con l'acquisizione di gran parte dei moduli funzionali personalizzati come software, di metalmeccanico rimase solo il contratto di lavoro delle poche maestranze superstiti. Questa parabola, magari in versione meno drastica, è avvenuta in molte altre aziende; in ogni caso sono cresciuti i ruoli che hanno a che fare con i mezzi informatici, piuttosto che con le conoscenze tecnologiche meccaniche. E' dunque finita l'era della meccanica, non interessano più le professionalità che ad essa si riferiscono? Se ci si guarda attorno, le apparecchiature con funzioni meccaniche sono ovunque, anzi oggi le applicazioni sono più estese e varie di quanto non lo erano nel recente passato. La meccanica motoristica e dei grandi impianti è la base della rivoluzione industriale e del successivo sviluppo, poi sono arrivati gli elettrodomestici ed il consumismo, ma ancora oggi si estende la meccanizzazione di tanti servizi che erano manuali ed invece richiedono apparecchiature scientifiche: imballaggi, movimentazioni, trattamento dei documenti e della moneta, apparecchi per il giardinaggio, l'hobbistica, e così via. Le funzioni in sè possono magari essere semplici, ma la velocità e la precisione richieste comportano spesso soluzioni meccaniche di vera avanguardia. Se si parla con imprenditori delle piccole e medie aziende si scopre che i tecnici meccanici di tutti i livelli sono ricercati e spesso non si trovano, un fatto confermato anche di recente dalla Confindustria. Anzitutto è ricercato il progettista meccanico che abbia conoscenza approfondita: dei materiali e delle loro caratteristiche di impiego; di elementi più o meno raffinati, a seconda dei casi, di scienza della costruzione; delle tecnologie di lavorazione con esperienza estesa dei tanti problemi produttivi. Anche l'aggiustatore meccanico è richiesto per problemi di assemblaggio raffinato, di installazione e di manutenzione. Egli, a livelli diversi, necessita delle stesse conoscenze sopra elencate ed inoltre deve avere una sensibilità per la precisione ed una notevole manualità. Infine c'è il meccanico conduttore di macchine utensili che con i mezzi attuali necessita meno della manualità, ma le conoscenze tecnologiche le deve avere tutte per realizzare le produttività potenzialmente disponibili con la quantità che viene richiesta. I grandi successi dell'informatica e delle telecomunicazioni non solo hanno distolto l'attenzione dei giovani dall'interesse per le professioni meccaniche, ma hanno minato alcune delle basi per lo sviluppo delle capacità. Il meccanico, parallelamente allo studio delle leggi proprie, sviluppa con l'esperienza pratica che necessariamente deve essere lunga, una sensibilità alle dimensioni concrete che gli oggetti devono avere per realizzare gli accoppiamenti, per effettuare movimenti precisi, perché i meccanismi possano lavorare efficacemente. I limiti di precisione, di tempo e di resistenza delle cose, prima ancora di una verifica di calcolo, sono acquisiti ed interiorizzati dai casi precedentemente analizzati secondo una logica del continuo. L'informatica e le telecomunicazioni operano con tempi e spazi che sono, direi, al di là dell'esperienza possibile. Cosa sono i nanosecondi? Come si possono immaginare concretamente la densità dei dati e la velocità dei processi che avvengono nelle memorie dei computer? La realtà virtuale è qualcosa che non si addice alla mentalità meccanica. D'altra parte chi vive nel mondo digitale, che sembra non avere limiti, quando si cimenta con la materia sbaglia spesso nel valutarla; non è quindi un caso che i guasti delle apparecchiature elettroniche siano per lo più di tipo meccanico. L'obbiettivo comunque non è di sollevare polemiche e di creare una rivalità fra diverse specializzazioni, ma sottolineare come entrambe siano importanti. Ma i giovani devono sapere che c'è spazio ancora per chi si dedica alla tecnologia meccanica che può essere valorizzata e non distrutta dai mezzi moderni impiegati sia in fase di progettazione che di produzione. Si tratta di professioni che forse non hanno il fascino delle novità, ma danno risultati e soddisfazioni concrete. Giulio Giolitti


SCIENZE DELLA VITA. ARTERIE Il nemico è anche un virus
Autore: DI AICHELBURG ULRICO

LUOGHI: ITALIA

DI quale natura sono le malattie delle arterie - l'aterosclerosi in primo piano - che per frequenza occupano uno dei primi posti nella patologia umana? Vi sono due interpretazioni: che si tratti di forme degenerative, oppure di forme infiammatorie. Quanto alle cause vere e proprie, sono oscure e discusse. Una delle piste attualmente battute è la partecipazione di agenti infettivi, soprattutto virus. In passato la spirocheta Trepo nema pallidum fu una causa eminente di lesioni arteriose: vedi l'aortite, manifestazione del periodo terziario della sifilide, caratterizzata da dilatazione e ispessimento infiammatorio della parete dell'aorta. Ma questa causa infettiva è ormai una curiosità storica. Oggi sappiamo che diversi batteri quali le salmonelle, gli streptococchi, i colibatteri, possono infettare occasionalmente un'arteria, per esempio in maniera accidentale durante un atto chirurgico o un cateterismo delle arterie. Da una trentina di anni si conosce poi la malattia di Kawasaki, che colpisce specialmente le coronarie, in maniera sporadica o epidemica (15 mila casi nel 1986 in Giappone), nei bambini minori di 5 anni: orbene, molti aspetti clinici (febbre, ingrossamento ghiandolare) fanno pensare che questa patologia sia dovuta ad un'infezione (probabilmente associata ad una suscettibilità genetica) da virus come l'Epstein-Barr e qualche retrovirus, o da batteri come gli streptococchi. Però una responsabilità diretta di questi microorganismi non è dimostrata. Gli attuali studi sulle possibili infezioni delle arterie vertono soprattutto sui virus. Nel 1978 si constatò che l'inoculazione d'un Herpes-virus nei polli causava lesioni arteriose simili a quelle dell'aterosclerosi umana. In seguito altre ricerche hanno portato a considerare i virus Herpes simplex 1 e 2, gli Herpes-virus umani 6 e 7, l'Epstein-Barr (pure appartenente agli Herpes-virus), il citomegalovirus, il virus della varicella, quali buoni candidati a produrre l'infiammazione aterosclerotica. Si è visto sperimentalmente che essi possono infettare le cellule della parete arteriosa favorendo la trombosi e la deposizione di grassi. Infine si è accertata la frequente presenza del citomegalovirus nelle placche aterosclerotiche umane: può essere una coincidenza fortuita, tuttavia il tropismo del citomegalovirus per le arterie è innegabile. Ed ecco gli ultimi risultati di queste indagini. Primo, una sclerosi delle arterie coronarie compromette sovente la sopravvivenza a lungo termine d'un cuore trapiantato, e in base ad alcune osservazioni la causa sarebbe attribuibile al citomegalovirus. Secondo, in malati di Aids possono comparire patologie a carico delle coronarie o di arterie dei polmoni o del cervello, attribuibili al virus stesso dell'Aids oppure ad un agente opportunista quale il citomegalovirus. Nelle scimmie il Simian immunodefi ciency virus, corrispondente allo Human immunodeficiency virus dell'Aids, provoca in un quarto dei casi una arteriopatia diffusa. In sostanza la partecipazione infettiva alla patologia arteriosa è probabile. L'infezione agirebbe come deterrente dell'infiammazione delle arterie, i virus offenderebbero la parete arteriosa sia direttamente infettandola, sia indirettamente provocando una reazione auto-immune contro uno dei componenti della parete. Le ricerche si intensificano fondandosi su due fonti di conoscenza in continua evoluzione: la scoperta di sempre nuovi virus, ed i costanti progressi delle tecniche biologiche per svelare la presenza di virus nei tessuti e identificarne il ruolo patogeno. E' chiaro che se l'ipotesi infettiva fosse giusta i concetti eziologici, terapeutici e profilattici delle malattie delle arterie, e in particolare della principale di esse, l'aterosclerosi, si modificherebbero radicalmente. Ed è forse opportuno precisare che l'aterosclerosi è un processo morboso limitato alla membrana interna (cosiddetta "intima", a diretto contatto col sangue), del condotto arterioso, con formazione di ateromi, placche favorenti la formazione di trombi; l'arteriosclerosi invece, più propria dell'età avanzata, è l'inspessimento e indurimento del condotto arterioso in tutto il suo spessore, trasformanti le arterie in tubi calcificati e fragili. Ulrico di Aichelburg


IN BREVE In Antartide alghe fossili sconosciute
ARGOMENTI: PALEONTOLOGIA
LUOGHI: ITALIA

Conchiglie e alghe fossili recuperate sotto i fondali dell'Antartide rivelano che nella preistoria il gelido mare di Ross era di 3 o 4 gradi Celsius più caldo di oggi. La scoperta, al di là delle importanti notizie che fornisce sull'ambiente del pianeta milioni di anni fa, è giudicata dagli scienziati interessante anche per gli elementi che potrebbe fornire allo studio dell'attuale surriscaldamento del clima. Tra le alghe fossili, ve ne sono di 15 specie fino a oggi sconosciute. Il materiale è stato recuperato nell'ambito di un progetto di ricerca con trivellazioni sui fondali al largo di Capo Roberts, cui partecipano Usa, Italia, Gran Bretagna, Germania, Australia e Nuova Zelanda. "In un ambiente glaciale è difficile che si formino conchiglie, e qui ce n'è invece una quantità enorme. Trentadue diversi tipi di molluschi sono stati ritrovati in un solo metro quadrato di fondale", ha affermato il geologo Peter Barrett, della Victoria University di Wellington, coordinatore del progetto.


IN BREVE Le Azalee della Ricerca tornano il 10 maggio
ARGOMENTI: RICERCA SCIENTIFICA
ORGANIZZAZIONI: ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO
LUOGHI: ITALIA

Domenica 10 maggio, a cura dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, in 2200 piazze italiane verranno distribuite 790 mila azalee contro un'offerta di 25 mila lire. Trentamila, tra volontari e ricercatori, distribuiranno anche un notiziario dell'Airc dedicato alla mamma. Per gli indirizzi delle piazze è stato istituito il numero verde 147.001.001, valido in tutta Italia.


SCAFFALE Lolli Gabriele: "Il riso di Talete", Bollati Boringhieri
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: MATEMATICA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA

UNA parentela tra umorismo e matematica a prima vista sembra improbabile, a meno che si tratti di umorismo nero. Così penseranno i molti che hanno tristi ricordi scolastici di equazioni e teoremi ostili. Gabriele Lolli, professore di logica matematica all'Università di Torino, li convincerà dell'errore. Questo suo libro è divertentissimo, istruttivo e pieno di intelligenza. La prima parte, dedicata appunto ai rapporti tra matematica (e matematici) e umorismo, individua tra i due addrittura una comunanza di meccanismi mentali: sia l'umorismo sia la matematica sono tanto più efficaci quanto più sono veloci e sorprendenti nell'arrivare allo scopo, entrambi frequentano l'assurdo, entrambi si basano su un meta-discorso, entrambi amano i paradossi. Ai quali è dedicata la seconda parte del libro: ne analizza sinteticamente un gran numero, da quelli della probabilità a quelli della previsione fino ai paradossi dei fondamenti (i più vertiginosi). Un assaggio dello humour di Lolli: se Dio è un grande matematico, perché non gli hanno dato una cattedra? Beh, aveva una sola pubblicazione, per di più in ebraico. E poi qualcuno dubita che l'abbia scritta lui. D'altra parte, dopo aver creato il mondo, che cosa ha fatto?


SCAFFALE "Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci. Guida"
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: DIDATTICA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA

Curata da Domenico Lini e Salvatore Sutera è appena uscita una utilissima guida al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, una delle raccolte più importanti d'Italia nel documentare didatticamente fisica, telecomunicazioni, stampa, informatica, trasporti.


SCAFFALE Nava, Rossi, Thiene: "Arrhythmogenic right ventricular cardiomyopathy/dysplasia", Elsevier Science
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: LIBRI
LUOGHI: ITALIA

Un testo collettivo per specialisti in cardiologia, in lingua inglese, molto tecnico. Lo segnaliamo tuttavia anche al pubblico dei non addetti ai lavori perché curato da tre italiani: Andrea Nava e Gaetano Thiene dell'Università di Padova e Lino Rossi dell'Istituto di anatomia patologica dell'Università di Milano.


SCAFFALE Pacori Marco: "Come interpretare i messaggi del corpo", De Vecchi
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: PSICOLOGIA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA

Mentre comunichiamo a parole, o anche mentre taciamo, il nostro corpo sviluppa un discorso parallelo. Ci tocchiamo i capelli, ci accarezziamo la guancia, pasticciamo una matita o la cravatta, tocchiamo il nostro interlocutore. Psicologo e studioso della comunicazione, Marco Pacori ci fa da guida nell'interpretazione dei segnali non verbali. Un libro utile e di gradevole lettura. Piero Bianucci


SCIENZE DELLA VITA. ESPERIMENTI NELLE MARCHE Pecore nere. E marroni Per produrre lane di colori naturali
Autore: TONIN CLAUDIO, RENIERI CARLO

ARGOMENTI: RICERCA SCIENTIFICA, ZOOLOGIA
ORGANIZZAZIONI: REGIONE MARCHE, SERVIZIO DI SVILUPPO AGRICOLO, UNIVERSITA' DI CAMERINO, CNR, ENEA, OVI. CA
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA
NOTE: "Sopravissana e derivate: fibre fini speciali naturalmente colorate"

LE pecore nere non hanno mai avuto vita facile. Guardate con diffidenza e talvolta con sospetto tra gli esseri umani, non godono di maggior fortuna tra gli ovini. Se nell'antichità era consuetudine dei pastori tenere una pecora nera in ogni gregge, con l'ingrato compito di attirare su di sè i fulmini ed ogni altra sventura a vantaggio delle pecore bianche, nei moderni allevamenti ovini nascere pecora nera, anche solo in parte, non è davvero un buon affare] In Australia e negli altri Paesi grandi produttori di lana, i velli vengono esaminati minuziosamente subito dopo la tosa alla ricerca delle fibre nere: è sufficiente la scoperta anche di un solo pelo scuro perché le cose si mettano davvero male per il povero ex proprietario del vello incriminato. La ragione di tanto accanimento sta nel fatto che la presenza dei peli neri nelle lane ne diminuisce notevolmente il valore: solo le lane perfettamente bianche possono infatti essere tinte in qualsiasi tonalità ed intensità di colore, comprese le tinte pastello, rispettando gli elevati standard richiesti dall'industria tessile dell'abbigliamento di alta qualità. Se a tutto questo si aggiunge il fatto che la colorazione del pelo è una caratteristica ereditaria, si comprende a quale triste sorte siano state destinate, per molto tempo, le povere pecore nere. Ma ora sembra sia giunto il momento, se non proprio della rivincita, almeno di una parziale riabilitazione delle pecore nere (ed anche di quelle marroni)] La Regione Marche, tramite il Servizio di sviluppo agricolo, in collaborazione con Università di Camerino, Cnr, Enea ed Ovi. Ca, ha avviato un progetto quinquennale dal titolo "Sopravissana e derivate: fibre fini speciali naturalmente colorate", che ha ottenuto il finanziamento della Comunità europea. L'obiettivo è di creare una produzione nazionale di lane fini in colori naturali (essenzialmente nere e marrone, ma anche beiges, grigie ecc.) che possano essere utilizzate, per ora a livello artigianale, rivalutando la razza ovina "Sopravissana", una delle due razze "merinizzate" italiane. Ottenuta verso la fine del '700 attraverso incroci tra pecore " Vissane" ed arieti Merinos Rambouillet di provenienza francese, molto diffusa un tempo nell'Italia centrale per la qualità delle sue lane, la Sopravissana rischia oggi l'estinzione a causa della competizione con razze più produttive a vocazione lattifera o per produzione di carne. Per migliorare la finezza del pelo sono stati acquistati, in Nuova Zelanda, sei maestosi arieti neri e quattro marrone, di pura razza merino, dal vello finissimo (circa 16 micron). Dopo aver attraversato (è il caso di dirlo) mezzo mondo, e superato notevoli difficoltà burocratiche dovute ai protocolli di importazione di animali vivi, i capostipiti della generazione di " merino colorate italiane" sono stati impiegati nel programma riproduttivo. Poiché il nero ed il marrone rappresentano colori fenotipicamente recessivi rispetto al bianco, agnelli neri e marrone possono essere ottenuti, al 100% delle nascite, solo accoppiando arieti neri e arieti marrone rispettivamente con pecore nere e pecore marrone. Il numero di animali reperibili con queste caratteristiche è però molto basso, dato che statisticamente nascono circa 2 agnelli neri e 4 agnelli marrone ogni 100 bianchi nella razza Sopravissana (ancora meno nelle altre popolazioni merinizzate). Per accelerare i tempi ed evitare la consanguineità, si ricorrerà alla creazione di pecore etorozigoti (portatrici del gene recessivo nero o marrone) accoppiando gli arieti colorati con pecore bianche. Le loro figlie nate nella prima generazione, di colore bianco ma etorozigote, cioè portatrici del gene per il colore nero o marrone, saranno utilizzate per il "back cross" paterno (incrocio di ritorno), accoppiandole con arieti del colore corrispondente a quello del padre: circa la metà dei nati saranno colorati. Gli unici a non essere "graditi" saranno i maschi bianchi eterozigoti, mentre femmine bianche eterozigote e femmine e maschi omozigoti colorati andranno ad ingrossare il gregge. Definito l'obiettivo prioritario, vale la pena di sottolineare i non trascurabili benefici diretti e indiretti del programma: avviare una produzione (seppure limitata) di lane che non necessitano di processi chimici di tintura, creare le linee genetiche che permettano di studiare la trasmissione ereditaria del colore, fornire alternative di sviluppo per le aree interne marginali nel settore dell'allevamento e dell'artigianato locale, collegate a modelli imprenditoriali diversi dai tradizionali (agriturismo, comunità di recupero per tossicodipendenti ecc.), rivalutare antiche produzioni tessili nelle quali si faceva uso di lane colorate... Una bella soddisfazione per le pecore nere] Claudio Tonin, Cnr, Biella Carlo Renieri, Università di Camerino


SCAFFALE Penrose Roger: "Il grande, il piccolo e la mente umana", Raffaello Cortina
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: EPISTEMOLOGIA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA

Tra i massimi studiosi di relatività generale, teorico dei buchi neri, cosmologo e attualmente professore di matematica all'Università di Oxford, Roger Penrose da alcuni anni si è addentrato in un territorio nuovo, al confine tra scienza e filosofia, e cerca di trovare un collegamento tra l'estremamente grande (l'universo) e l'estremamente piccolo (le particelle elementari, la meccanica dei quanti) in grado di chiarire il ruolo e il funzionamento stesso della mente umana. E' una sfida ardua, che Penrose affronta rivendicando platonicamente il valore del "mondo delle idee" e combattendo il riduzionismo, incluso quello che concepisce il cervello come un computer, con tutte le conseguenze per la teoria dell'Intelligenza Artificiale. Intervengono nel dibattito anche Abner Shimony, Nacy Cartwright e, nel ruolo di un " riduzionista spudorato", Stephen Hawking. Penrose, naturalmente, ha l'ultima parola. Un libro non facile ma, come sempre succede in questa collana diretta dal filosofo della scienza Giulio Giorello, un'ottima ginnastica per i neuroni.


SCIENZE A SCUOLA. BOLOGNA Ricordo del matematico Enriques
AUTORE: CARDANO CARLA
ARGOMENTI: MATEMATICA
PERSONE: ENRIQUES FEDERICO
NOMI: ENRIQUES FEDERICO
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA, BOLOGNA (BO)

IL Dipartimento di matematica dell'Università di Bologna con la mostra "Armonie nel cammino induttivo della scienza" ha ricordato Federigo Enriques (1871-1946), matematico, filosofo e storico della scienza che in quella città trascorse 28 anni a partire dal 1894. Durante quel periodo ricoprì la cattedra universitaria di geometria proiettiva e descrittiva. La mostra ha ricostruito il clima culturale dell'Italia post-risorgimentale di Enriques tramite un complesso intreccio di informazioni provenienti dalle fotografie o dai manoscritti, dai fogli di appunti, dai disegni e dalle lettere provenienti da archivi privati. Di particolare interesse una foto in cui l'insigne matematico è ritratto con Albert Einstein e i carteggi intercorsi con molti studiosi di quel tempo, tra i quali Corrado Segre, famoso matematico dell'Università di Torino, e Guido Castelnuovo, amico e collaboratore di Enriques. E' emerso così lo sviluppo dell'importante scuola di geometria italiana, di cui Enriques fu uno degli esponenti, i cui maggiori risultati riguardano la geometria algebrica e in particolare la classificazione delle superfici algebriche. A queste ultime si riferiva la parte didattico-scientifica della mostra che avvalendosi di modelli in legno e di animazioni ottenute con le moderne tecnologie, ha reso possibile gustare la matematica vedendo e toccando ciò che viene ritenuto astratto per antonomasia. Il percorso cronologico ha permesso di collocare le testimonianze nel contesto storico dell'epoca, epoca contraddistinta dal clima di ottimismo e di fiducia nel progresso della scienza. In questa ottica si possono interpretare altri aspetti dell'opera e della vita di Enriques. Emerge il ritratto di un uomo che accanto ad una produzione scientifica di notevole rilievo nella matematica di questo secolo, non dimenticò di dedicarsi alla crescita culturale della società, secondo lo spirito del tempo, sostenendo iniziative come Mathesis (Associazione per gli studi fra gli insegnanti delle scuole medie) di cui diventò presidente nel 1918, e contribuendo alla produzione di testi didattici. Se da un lato lo spirito positivista lo aiutò ad esprimere queste potenzialità, dall'altro costituì per lui il punto di partenza per una riflessione filosofica più profonda. Intuendo i limiti del positivismo e sviluppando una critica alle concezioni epistemologiche allora correnti, Enriques pervenne infatti a posizioni che appaiono oggi non lontane da quelle attuali. Carla Cardano


SCIENZE A SCUOLA. ASTROFILI Scoperti due nuovi pianetini
Autore: L_PR

ARGOMENTI: ASTRONOMIA, FISICA
NOMI: MALLIA FRANCO, ROSSI FABIO, DI SORA MARIO, FORTUNA LAURO, FALZONE GIANLUCA, MANCHI ALBERTO
ORGANIZZAZIONI: OSSERVATORIO AMATORIALE DI CAMPOCATINO, ASSOCIAZIONE ASTRONOMICA FRUSINATE
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA, FROSINONE (FR)

DUE nuovi pianetini sono stati scoperti da un gruppo di giovani astronomi che fanno capo all'Osservatorio amatoriale di Campocatino, gestito dagli astrofili di Frosinone e dotato di un rispettabile telescopio di 80 centimetri di diametro a 1500 metri di quota. I due nuovi piccoli corpi celesti sono stati scoperti, rispettivamente, nella notte del 17 febbraio e in quella del 26: la convalida è arrivata tre giorni dopo per il primo, denominato provvisoriamente 1998 DN, e il 2 marzo per il secondo (chiamato 1998 DH) dal Minor Planet Center di Cambridge, Massachusetts, Usa. Le dimensioni dei due nuovi asteroidi, che circolano fra l'orbita di Marte e quella di Giove, non superano la ventina di chilometri, e la loro magnitudine stellare si aggira sulla diciottesima. Il gruppo di ricercatori che li ha scoperti nel corso di una ricerca nella costellazione del Leone, comprende Franco Mallia, Fabio Rossi, Mario Di Sora, Lauro Fortuna, Gianluca Falzone e Alberto Manchi, tutti dell'Associazione astronomica frusinate. L'osservatorio di Colle Pannunzio è stato realizzato con fondi della Provincia di Frosinone e della Regione Lazio.(l. pr.)


SCIENZE DELLA VITA. COME RICONOSCERLI Tutti i gesti del corteggiamento I chiari segni di disponibilità o rifiuto
Autore: PACORI MARCO

ARGOMENTI: PSICOLOGIA
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA, MILANO (MI)

LA timidezza. Che brutta cosa. Fa arrossire, fa dimenticare le cose più ovvie, ti impasta la saliva, fa sembrare il battito del cuore il suono di un gong; e, se poi devi dare la mano, ti fa sentire il bisogno di asciugarla sui pantaloni come fossi un meccanico che ha appena finito di lavorare. Alcuni ricercatori sostengono che abbia radici genetiche; Kagan, uno di questi, ha scoperto, studiando i gemelli omozigoti (quelli nati da uno stesso ovulo e con un identico patrimonio ereditario), che se un gemello è timido è molto probabile che lo sia anche l'altro. Altri studiosi, studiando l'attività elettrica del cervello di bambini introversi ed estroversi, hanno osservato come i primi concentrino tale attività nella corteccia frontale destra, mentre i secondi nel lato sinistro. La conoscenza del linguaggio del corpo, dei segnali prodotti involontariamente con gesti, movenze, variazioni di postura ed altro, ci consentono di conoscere meglio l'altro e quindi di acquisire sicurezza, disinvoltura e di renderci di conseguenza più intraprendenti e sciolti nell'interagire: capire ad esempio, nei rapporti fra i sessi, se piacciamo all'altro, se trova gradevole conversare con noi, se mostra chiari segni di eccitamento sessuale, ci avvantaggerebbe moltissimo in questo senso. I comportamenti che illustrano questi atteggiamenti sono diversi, per cui ne illustreremo alcuni, rimandando chi è interessato alla letteratura sull'argomento. Il motivo conduttore dell'attrazione e del corteggiamento nel comportamento non verbale è l'esaltazione delle caratteristiche del proprio sesso. Un esempio? La donna, davanti ad un uomo da cui si senta attratta, può leccarsi le labbra; questo gesto, all'apparenza insignificante, ha la funzione di richiamo sessuale: per affinità nella struttura e nelle proprietà (le labbra sono infatti un organo cavo, denso di vasi sanguigni, capace di gonfiarsi e arrossare), questo dettaglio anatomico evoca i lembi esterni dell'apparato genitale femminile: passarci sopra la lingua, esalta questa "somiglianza", simulando la lubrificazione dovuta all'eccitamento. E per l'uomo? Tra i primati, nostri diretti cugini nella scala evolutiva, uno dei modi più comuni per conquistare la femmina è la cosiddetta "esibizione fallica", cioè l'ostentazione del pene eretto. Benché alcuni adulti, spesso abbigliati con il solo impermeabile, abbiano evidentemente "tenuto a mente" questa galante manovra seduttiva, in genere, la donna civilizzata mostra di non apprezzarla; così, il maschio, ben lungi dall'aver abbandonato questa tecnica, usa (inconsapevolmente) dei sostituti simbolici del proprio "fiore all'occhiello": guarda caso, questi oggetti o parti del corpo sono gli stessi che Freud ha identificato, nell'analizzare i sogni, come simboli del genitale maschile: in altre parole, l'uomo che voglia farsi bello davanti ad una donna, può toccarsi o lisciarsi la cravatta, tenersi il dito medio fra le altre dita, stringere la coscia, sollevare una penna, lisciare il bordo di un libro. Ci sono poi segnali che valgono per entrambi i sessi come indice di attrazione: accarezzarsi i capelli, passare la mano su zone erogene, manipolare più o meno allusivamente oggetti propri o dell'altro, toccare l'altro per un tempo superiore ai tre secondi, toccarsi dove si è stati toccati dall'altro, guardarlo più a lungo del normale o almeno due volte. E se tutto questo non fosse un antidoto efficace per superare le inibizioni con chi ci ha fatto perdere la testa? Beh, rimane sempre l'alternativa di perderla sul serio, o, meglio, come si è detto, di perderne un pezzo. Marco Pacori


AEREI Un computer contro gli incidenti
Autore: RIOLFO GIANCARLO

ARGOMENTI: TECNOLOGIA, AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, AEREI
LUOGHI: ITALIA

E' il più frequente degli incidenti aerei: uno su quattro negli ultimi dieci anni. La bestia nera dell'aviazione civile. Un velivolo perfettamente efficiente, condotto da piloti con centinaia o migliaia di ore di volo, si abbassa sino a urtare il suolo o va a sbattere addosso a un ostacolo. Gli esperti parlano di Controlled Flight Into Terrain, cioè volo controllato contro il terreno. Il termine "controllato" significa che l'aereo volava con velocità e assetto normali, ma a una quota insufficiente o su una rotta sbagliata. Neppure il controllo radar riesce a evitare queste sciagure. Esemplare il caso del Dc 9 Alitalia schiantatosi alcuni anni fa in atterraggio a pochi chilometri dall'aeroporto di Zurigo. Il bireattore si trovava molto più basso del sentiero di discesa: l'operatore radar avrebbe dovuto accorgersene, ma era troppo occupato a dirigere i numerosi aerei che seguivano il jet italiano. Contro il rischio di collisione con il terreno è pronta una nuova arma, dal nome impronunciabile: Egpws, acronimo di Enhanced Ground Proximity Warning System. La parola enhanced, che in inglese significa "migliorato", non deve trarre in inganno. Il nuovo dispositivo, basato su tecnologie d'avanguardia, dalle mappe digitalizzate del terreno ai satelliti artificiali, non ha nulla a che vedere con il Ground Proximity Warning System (Gpws), installato obbligatoriamente su tutti gli aerei di linea sin dal 1974. Quest'ultimo è un congegno piuttosto semplice: un allarme sonoro collegato al radar-altimetro, apparecchio che misura l'altezza da suolo mediante un fascio di onde radio. In diversi casi ha evitato un incidente, ma in molti altri l'avvertimento del Gpws è l'ultimo suono prima dello schianto sul nastro del voice recorder, la " scatola nera". Il preavviso, infatti, è minimo: una dozzina di secondi. Pochi perché i piloti possano reagire in tempo. E poi il radar-altimetro misura l'altezza dal suolo sotto l'aereo, ma non può accorgersi di una montagna davanti al velivolo. La caratteristica del sistema di nuova generazione è di conoscere il terreno che si sta sorvolando, e di valutare, quindi, il pericolo confrontando la quota dell'aereo con l'altezza degli ostacoli. Il cuore dell'Egpws è un computer con un data base allo stato solido che contiene una mappa tridimensionale del 90 per cento dell'intero globo terrestre. Conoscendo istante per istante la posizione dell'aereo, grazie alle informazioni del Flight management system e della rete di satelliti Gps, nonché quota di volo, velocità, rateo di salita o di discesa, l'elaboratore può rilevare il pericolo con sufficiente anticipo. E avvisare i piloti un minuto prima dell'impatto. Non è tutto. Dall'esame di svariati incidenti, si è notato come il segnale dall'allarme possa essere trascurato. O come l'incertezza dell'equipaggio sul da farsi sia altrettanto fatale. Perciò l'Egpws lancia messaggi vocali inequivocabili, ripetendo dapprima un avvertimento ("caution terrain", attenzione terreno), quindi ordinando perentoriamente di richiamare l'aereo. Inoltre, quando l'altezza del velivolo è al di sotto dei 2000 piedi (600 metri), il dispositivo visualizza su uno schermo l'immagine del suolo, impiegando colori che passano dal verde al giallo, sino al rosso, con il crescere del pericolo. In questo modo il pilota può " vedere" l'insidia e tentare una manovra per schivarla. Racchiudere tutto il pianeta in un data base di dimensioni ragionevoli non è facile. Per riuscirci, si è dovuto ricorrere a un espediente: la rappresentazione del terreno è molto dettagliata nelle zone attorno agli aeroporti e assai meno in quelle dove i velivoli volano ad alta quota. Inoltre la memoria contiene informazioni sulle procedure di avvicinamento alle piste di tutto il mondo. In questo modo il sistema è capace di discernere quando esiste una condizione di pericolo e quando, invece, l'aereo sta semplicemente per atterrare. Alla fine dell'anno scorso l'Egpws era già installato su 175 aerei di linea. Dovrebbe diffondersi rapidamente. Senza aspettare una decisione da parte delle autorità aeronautiche, l'associazione delle compagnie Usa ha deciso di renderlo obbligatorio per i velivoli - più di quattromila - dei vettori nordamericani. Boeing e Airbus si sono affrettati a inserire il nuovo dispositivo tra le dotazioni dei jet di nuova costruzione, offrendosi di montarlo su quelli già in servizio. Giancarlo Riolfo


SCIENZE DELLA VITA. MILANO Un museo tutto rinnovato
Autore: A_C_AM

ARGOMENTI: DIDATTICA
ORGANIZZAZIONI: MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE, MUSEO SETTALA
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA, MILANO (MI)

IL Museo Civico di Storia Naturale di Milano è in piena trasformazione. A poco a poco abbandona le vecchie vetrine e adotta o alterna, diorami, video, fotografie e ricostruzioni ambientali. All'ingresso vi è una sala che ricostruisce, in rapida sintesi, la nascita e i primi sviluppi degli studi naturalistici, in genere, e la storia del Museo, in particolare, ripresentando una parte del curioso materiale del seicentesco Museo Settala. Le sale dalla 4a alla 9a sono le più attraenti, vi sono difatti illustrati i grandi temi della paleontologia e della nascita e sviluppo dell'ordine dei Primati, uomo compreso. Dalla ricostruzione delle più remote condizioni ambientali, così come dedotte dall'analisi degli organismi fossili, al salone, in fase di ricomposizione, che, su base comparativa, ospita gli scheletri dei dinosauri, degli uccelli e dei mammiferi dei tempi arcaici, dalla sala dedicata ai fossili italiani all'ambiente che illustra origine e filogenesi degli Ominidi, senza nascondere le difformità di ipotesi su modalità e tempi dell'evoluzione. La sistematica e la biologia generale degli invertebrati inferiori, dei molluschi, degli artropodi e della classe degli insetti, sono i temi della 10a e 11a sala. Il corridoio degli "Ecosistemi marini e isole oceaniche" e quello che illustra gli "Ambienti artici e antartici" hanno una spettacolarità che non va a scapito della pertinenza scientifica e degli scopi divulgativi. Superati i locali dal 13 al 16, dove sono esposti, con criteri provvisori, rettili e uccelli e le ricostruzioni delle nicchie forestali e montane, il panorama offerto dal Museo milanese include varie sale che illustrano la sistematica dei mammiferi, le caratteristiche delle savane, delle praterie e dei deserti di tutto il mondo, nonché la flora e la fauna dei "Parchi e riserve naturali d'Italia". Per sollecitare una concreta coscienza ecologica soprattutto nei giovani. (a. c. am.)




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