TUTTOSCIENZE 4 ottobre 97


SPECIALE ASTRONAUTICA. TRA UN ANNO IL LANCIO Un gigante in orbita Maxilaboratorio per il 2000
AUTORE: RAVIZZA VITTORIO
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
NOMI: VIRIGLIO GIUSEPPE
ORGANIZZAZIONI: NASA, FINMECCANICA, ALENIA SPAZIO, ISS (STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE)
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA, TORINO (TO)
TABELLE: D.T. Ecco la Space Station del futuro
NOTE: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO TEMA: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO

OTTOBRE '98, giusto un anno al lancio. La data può subire qualche spostamento, ma è ormai sicuro che per la Stazione spaziale internazionale (Iss) il conto alla rovescia sta davvero per cominciare. «La maggior parte dei componenti sono costruiti, anche se ci fossero ritardi nella consegna di elementi da parte della Russia sono già pronte le soluzioni alternative e non si torna più indieto» dice Giuseppe Viriglio, responsabile delle attività spaziali di Finmeccanica, cui fa capo tra l'altro Alenia Spazio. Sarà un razzo russo Proton a mettere in orbita il primo elemento, denominato Fgb, finanziato dalla Nasa ma costruito dai russi, attorno al quale nei successivi cinque anni sarà montato un autentico condominio volante lungo oltre 88 metri e largo 110, pesante 420 tonnellate che orbiterà a 400 chilometri dalla Terra ospitando sei persone. La marcia di avvicinamento alla Iss è stata lunga e tormentata, ha subito ridimensionamenti. Ma non sono mai mutati gli obiettivi: creare un laboratorio permanente e presidiato dall'uomo per ricerche di ampio respiro da condurre in orbita intorno alla Terra. Le precedenti esperienze in questo campo condotte con Spacelab, Skylab, con la stazione russa Mir, con gli shuttle stessi hanno dimostrato l'utilità del lavoro in condizioni di microgravità in un ampio ventaglio di attività, dalla medicina alle scienze della Terra, dalla robotica alla creazione di nuovi materiali. La Iss sarà più grande di qualsiasi oggetto spaziale precedente, avrà più laboratori, disporrà di più energia, consentirà il trasporto in orbita di una massa di carichi scientifici mai finora consentito; e con i suoi sei posti metterà a disposizione turni di volo per decine di ricercatori di tutto il mondo. La stazione è un traguardo ma anche una fase di passaggio verso una fase nuova della vicenda spaziale con la prospettiva di far compiere alla ricerca un balzo in avanti in molti campi: conservazione dell'energia, tecniche di raffreddamento e riscaldamento, software dei computer, telecomunicazioni, riciclaggio dei rifiuti, depurazione dell'acqua. Potrà essere ampliata la ricerca su materiali e leghe che non potrebbero esistere ed essere manipolati sulla Terra, siano essi polimeri o superconduttori, proteine o seminconduttori per la prossima generazione di computer. E' stato osservato che la stazione spaziale internazionale è la più estesa collaborazione scientifica che sia mai stata organizzata tra Paesi diversi; in effetti su di essa si sono concentrate le risorse tecnologiche e finanziarie di tutti i principali Paesi avanzati del mondo: gli Stati Uniti attraverso la Nasa, i nove membri dell'agenzia spaziale europea Esa e cioè Germania, Francia, Italia, Belgio, Danimarca, Olanda, Norvegia, Spagna e Gran Bretagna, Giappone, Canada e infine Russia (partner quest'ultimo che ha portato nell'impresa la formidabile esperienza dell'ex Unione Sovietica ma anche i contraccolpi delle difficoltà finanziarie di cui soffre il Paese). Nella costruzione di Iss l'Italia ha la responsabilità di tre grossi elementi oltre ad altri contributi minori. Si tratta di Columbus Orbital Facility, o Cof; del Mini Pressurized Logistic Module, o Mplm, e di due «Nodi» (il numero 2 e il numero 3 mentre il numero 1 è fornito dagli Usa), ossia gli elementi di interconnessione tra diverse parti della stazione. Tutti «made in Alenia Spazio». Il Columbus, principale contributo europeo alla stazione, è un laboratorio pressurizzato (lunghezza 6,6 metri, diametro 4,5) che sarà portato in orbita da uno shuttle e sarà destinato principalmente alla scienza dei materiali, alla fisica dei fluidi e alle scienze della vita; occupato da due persone, resterà attaccato in maniera permanente alla Iss per i dieci anni della sua prevista vita operativa. Alenia Spazio è responsabile della definizione, sviluppo e pre-integrazione dell'intero sistema termomeccanico, che sarà poi consegnato alla tedesca Dasa per il completamento e i test prima della consegna alla Nasa. L'Mplm, è un programma congiunto tra Nasa e Agenzia spaziale italiana e di cui Alenia Spazio ha l'intera responsabilità; ha le stesse dimensioni del Columbus ed è un sistema logistico pressurizzato che, caricato sugli shuttle, sarà utilizzato per il trasporto di materiali e uomini tra la Terra e la stazione, ma potrà anche restare agganciato alla stazione come modulo abitabile. Ne saranno costruiti tre esemplari, che dovranno compiere 25 voli ciascuno in un periodo di 10 anni. Alenia Spazio dovrà poi assistere la Nasa durante le fasi di impiego. I «nodi»: lunghi 7 metri e con un diametro di 4,6 metri, con le loro sei aperture per l'aggancio ai vari elementi pressurizzati della stazione e per il «docking» con gli shuttle sono le pietre angolari della stazione: hanno il compito di collegarne le diverse parti e consentire il passaggio dell'equipaggio da un laboratorio all'altro; a titolo di esempio al nodo 2 saranno agganciati tra gli altri elementi il laboratorio Usa, il Columbus, il modulo giapponese e l'Mplm. Alenia Spazio sarà infine partecipe del cosiddetto Atv (Automated Transfer Vehicle), una capsula automatica lunga 8,5 metri che sarà portata in orbita da un razzo Ariane 5 e servirà per trasportare carburante, acqua e altri rifornimenti alla stazione; la società italiana fornirà il «cargo carrier» cioè il modulo pressurizzato derivato dall'Mplm in cui saranno stivati i materiali. La presenza italiana sulla Iss è di assoluto rilievo; anzi «sorprendente» la definisce Giuseppe Viriglio. «Se immaginiamo di dipingere la stazione con i colori delle varie bandiere nazionali - dice il capo delle attività spaziali di Finmeccanica - il bianco- rosso-verde sarebbe addirittura predominante». Una presenza superiore alle previsioni iniziali e ottenuta grazie all'esperienza accumulata dalla società italiana nella progettazione e costruzione di moduli abitati, il primo dei quali fu lo Spacelab. «Abbiamo cominciato a progettare lo Spacelab nel '70 e consegneremo l'ultimo elemento della stazione spaziale internazionale nel 2003; sono più di trent'anni di lavoro in questo campo specifico, un lavoro destinato a continuare in vista dell'impiego di elementi simili sulla Luna e su Marte». Ma neanche il lavoro per la Iss finirà con la consegna dell'ultimo pezzo; la stazione sarà gestita da terra per tutti i preventivati trent'anni di vita operativa: gli ingegneri ne dovranno tenere sotto controllo ogni particolare 24 ore su 24, dovranno testare ogni nuovo elemento che le dovrà essere inviato. «Mantenere la stazione sarà un'impresa enorme, che costerà, compresi i lanci, 1,2-1,5 miliardi di dollari l'anno», sottolinea Viriglio. «Abbiamo proposto che il centro multifunzionale per il controllo della parte europea sia collocato a Torino; se la spunteremo contro tedeschi e francesi vorrà dire ottenere un 10-20 per cento del lavoro per i prossimi trent'anni con l'impiego di 300- 400 tecnici altamente qualificati. Regione, Provincia e Comune hanno assunto un ruolo guida assicurando una delle condizioni richieste dall'Esa, è cioè la creazione di un organismo a maggioranza pubblica come garanzia di continuità. Per questo credo che la spunteremo e che Torino potrà diventare l'alternativa a Capo Kennedy». Vittorio Ravizza


SPECIALE ASTRONAUTICA. PERCHE' TORINO Le radici della cultura spaziale
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
ORGANIZZAZIONI: IAF (FEDERAZIONE ASTRONOMICA INTERNAZIONALE), NASA, ALENIA SPAZIO, FIAT AVIO
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA, TORINO (TO)
NOTE: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO TEMA: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO

IL congresso mondiale di astronautica che si apre lunedì a Torino nel Centro del Lingotto offre a tutti noi una importante opportunità: quella di scoprire quanto le attività spaziali facciano ormai parte anche della nostra vita quotidiana. Parliamo al telefono, e un satellite a 36 mila chilometri dalla Terra fa rimbalzare la nostra voce da un continente all'altro. Guardiamo la televisione, e altri satelliti lavorano per inviarci in diretta le immagini della corsa di Formula 1 o della situazione meteorologica sull'Europa. In vacanza facciamo un'escursione in montagna o una crociera in barca a vela, e la nostra posizione viene determinata con la precisione di 100 metri tramite i satelliti Gps (Global Positioning System). Ancora: controlli per garantire il rispetto degli accordi internazionali sul disarmo, tutela dell'ambiente, ricerca di risorse minerarie, gestione del traffico navale e stradale passano per i satelliti. E sono migliaia le tecnologie nate per lo spazio e diventate di uso comune: dalle celle solari della nostra calcolatrice da tasca al Ccd della telecamera che usiamo per riprendere il compleanno della nonna fino ad apparecchiature delle sale operatorie e dei reparti di di rianimazione. Accanto a questi aspetti applicativi ce ne sono altri di tipo essenzialmente culturale, per certi versi ancora più importanti. Grazie alle sonde spaziali ormai conosciamo la superficie dei pianeti e degli altri corpi del sistema solare meglio di certe regioni terrestri poco accessibili, come i poli o l'Amazzonia: una buona parte di quella che fino a qualche anno fa era astronomia oggi è diventata geografia. Il satellite Cobe ha permesso di misurare con estrema accuratezza la «radiazione fossile» lasciata dal Big Bang, proiettando una nuova luce sulle origini del cosmo. Dalla sua orbita il telescopio spaziale «Hubble» sta ridisegnando l'universo. Nell'avventura scientifica resa possibile dalla conquista dello spazio, Torino ha svolto un ruolo di primo piano. Sono nati qui lo Spacelab, il satellite Hipparcos per misurare la posizione di oltre centomila stelle, il satellite Tethered per generare elettricità in orbita, i satelliti Lageos per ricerche di geofisica, il satellite Sax per lo studio del cielo nei raggi X. Tra pochi giorni, il 13 ottobre, partiranno verso Saturno, dove giungeranno nel 2004, le sonde Cassini- Huygens, e anche qui ci sono grossi contributi italiani. Infine, la Stazione spaziale internazionale, di cui Alenia Spazio realizza molti elementi strutturali, potrà avere a Torino - si spera - il Centro di controllo e di gestione. Questo congresso della Iaf, insomma, non si svolge al Lingotto per caso. Piero Bianucci


SPECIALE ASTRONAUTICA. AL LINGOTTO Un convegno e una mostra per lo spazio
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
NOMI: MISHIN VASSILIJ, VALLERANI ERNESTO, SCALFARO OSCAR LUIGI, BERLINGUER LUIGI, DE JULIO SERGIO, CULBERTSON FRANCK
ORGANIZZAZIONI: IAF (FEDERAZIONE ASTRONOMICA INTERNAZIONALE), AIDAA, NASA, ALENIA SPAZIO, FIAT AVIO
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA, TORINO (TO)
NOTE: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO TEMA: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO

IL Congresso mondiale della Federazione Astronautica Internazionale (Iaf), giunto alla 48a edizione, torna per la seconda volta in Italia. Era già successo nel 1977 a Roma, e si ripete quest'anno a Torino, da sempre capitale delle attività aerospaziali italiane. Il congresso si svolgerà al Lingotto dal 6 al 10 ottobre. Migliaia i congressisti attesi: direttori e alti funzionari di tutte le agenzie spaziali (americana, europea, russa, giapponese), astronauti, ricercatori, esponenti del mondo dell'industria spaziale. Saranno presenti anche alcuni degli ormai anziani progettisti dei primi satelliti artificiali sovietici, che spianarono la strada dello spazio alle capsule abitate. Uno dei più noti è Vassilij Mishin, che nel 1965 divenne capo del programma lunare sovietico antagonista dell'Apollo americano. Questa edizione della Iaf è organizzata dalla Aidaa (Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica), il cui presidente, Ernesto Vallerani, è a capo del comitato organizzatore. Il tema è attualissimo: «Developing Business from Space». Sarà il presidente della Repubblica Scalfaro ad aprire i lavori al Lingotto, lunedì 6 ottobre, insieme con i rappresentanti di Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino e Camera di Commercio. Per il pubblico, la mostra aprirà la mattina del 7 ottobre; la prima giornata è riservata agli addetti ai lavori, che potranno seguire, nel pomeriggio, una sessione plenaria su «L'Italia e lo Spazio», con il ministro della Ricerca scientifica Luigi Berlinguer, il presidente dell'Agenzia spaziale italiana Sergio De Julio e i capi delle agenzie con le quali l'Italia collabora, compresa la Nasa, presente a Torino con il suo amministratore Daniel Goldin. Sempre nella prima giornata verrà inaugurata la mostra «Space 97 Show», che presenterà il meglio della produzione e dei programmi spaziali delle principali agenzie e aziende di tutto il mondo. Tra le curiosità, un modello in scala 1:10 della stazione spaziale internazionale che verrà assemblata in orbita a partire dal 1998, e vari altri modelli di razzi e capsule, compreso l'europeo «Ariane 5». Questa grande vetrina sarà anche una importante occasione offerta alle industrie italiane e alla nostra Agenzia spaziale per esporre progetti e realizzazioni: ne saranno testimonianza i modelli in scala del satellite a filo Tethered, lo Spacelab e altri satelliti e lanciatori, che hanno fatto sì che l'Italia diventasse la terza nazione europea per impegno nel settore, soprattutto con Alenia Aerospazio. Tra i progetti dei razzi, FiatAvio avrà uno stand dedicato al progetto del vettore «Vega», un razzo tutto made in Italy che in un prossimo futuro potrà lanciare satelliti fino a 1000 chili di peso. Grande risalto avrà Marte. Ci sarà un prototipo del robottino a sei ruote Sojourner, quello sbarcato sul pianeta rosso il 4 luglio; alcuni tecnici del Centro Nasa Jpl di Pasadena lo faranno muovere su un terreno simile a quello marziano tramite radiocomandi. Saranno possibili anche collegamenti diretti audio e video con centri spaziali della Nasa, mentre per gli appassionati segnaliamo la mostra di modellismo, una mostra filatelica, uno stand per videocassette e Cd-Rom di carattere astronomico e astronautico; ci sarà anche uno stand per i libri, organizzato dalla Hoepli, che conterrà lo spazio «Leggere di Scienza». Sono attesi Franck Culbertson, astronauta-pilota dello Shuttle e responsabile dei voli con la Mir, Jeff Hoffman, che ha volato in cinque missioni, Buzz Aldrin, che scese sulla Luna con Armstrong nella storica notte del 21 luglio 1969, gli astronauti italiani Malerba, Guidoni e Cheli. Una sessione sarà dedicata ai programmi Seti per la ricerca di esseri intelligenti extraterrestri.


SPECIALE ASTRONAUTICA GLI INIZI
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, STORIA DELLA SCIENZA, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
NOMI: GAGARIN JURIJ, SHEPARD ALAN, GLENN JOHN, TERESKHOVA VALENTINA, ARMSTRONG NEIL, ALDRIN BUZZ, COLLINS MIKE
LUOGHI: ITALIA
NOTE: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO TEMA: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO

4 OTTOBRE 1957 L'Urss lancia lo Sputnik 1, primo satellite artificiale in orbita intorno alla Terra. -------» 4 NOVEMBRE 1957 L'Urss lancia lo Sputnik 2 con a bordo il primo essere vivente dello spazio, la cagnetta Laika. -------» 31 GENNAIO 1958 Anche gli Usa lanciano il primo satellite artificiale, l'Explorer 1, che scopre le fasce di radiazione che circondano la Terra (Fasce di Van Allen). -------» 4 OTTOBRE 1959 La sonda russa Lunik 3 invia le prime immagini della Luna, fotografandone la faccia nascosta. -------» 12 APRILE 1961 L'Urss lancia in orbita la capsula Vostok 1 con a bordo Jurij Gagarin, che diventa il primo uomo spaziale. -------» 5 MAGGIO 1961 La Nasa lancia in traiettoria suborbitale la capsula Mercury «Freedom 7» con a bordo Alan Shepard, primo americano nello spazio. -------» 20 FEBBRAIO 1962 John Glenn compie tre orbite sulla «Mercury Friendship 7», e diventa il primo americano in orbita attorno alla Terra. -------» 16 GIUGNO 1963 L'Urss lancia in orbita la Vostok 6 con a bordo Valentina Tereskhova, la prima donna inviata nello spazio. -------» 18 MARZO 1965 Primato russo anche per le «passeggiate spaziali»: Alexeij Leonov esce dalla Voskhod 2, e diventa il primo pedone spaziale. L'americano Ed White farà lo stesso tre mesi dopo uscendo dalla Gemini 4. -------» 6 APRILE 1965 Lanciato in orbita il primo satellite per telecomunicazioni: è l'«Early Bird», dotato di 240 canali telefonici e uno televisivo per conto di Intelsat. -------» 31 GENNAIO 1966 La sonda russa Lunik 9 effettua il primo atterraggio morbido sulla Luna, imitata il 30 maggio successivo dall'americana «Surveyor 1». -------» 27 GENNAIO 1967 Prima tragedia dell'astronautica americana: durante una simulazione a Cape Kennedy scoppia un incendio nella capsula Apollo 1 che causa la morte di Grissom, White e Chaffee. Il successivo 23 aprile stessa sorte toccherà al russo Komarov, schiantatosi al suolo con la «Sojuz 1» al rientro dallo spazio. -------» 24 DICEMBRE 1968 La prima capsula con equipaggio (Borman, Lovell, Anders) entra in orbita attorno alla Luna. -------» 20 LUGLIO 1969 Alle 22,17 ora italiana il Lem «Aquila» effettua il primo atterraggio lunare. Alle 4,56 del 21 luglio Neil Armstrong diventa il primo uomo sulla Luna, seguito alcuni minuti più tardi da Buzz Aldrin. In orbita lunare, nell'Apollo 11, li attende Mike Collins. -------» 13 APRILE 1970 Esplode il modulo di servizio dell'Apollo 13 con a bordo Lovell, Haise e Swigert. I tre rischieranno a più riprese di morire nello spazio, ma rientreranno sani e salvi il 17 aprile nel Pacifico. Il programma lunare subirà un ritardo, ma Apollo 14 tornerà sulla Luna il 5 febbraio 1971. -------» 19 APRILE 1971 L'Urss lancia il primo laboratorio spaziale, il «Saljut 1», verrà occupato nel giugno successivo dall'equipaggio della Sojuz 11 (Dobrowolskhij, Volkhov e Patsaijev), che però verrà recuperato senza vita a Terra per una improvvisa depressurizzazione della capsula al rientro. -------» 2 MARZO 1972 Lancio della sonda Nasa «Pioneer 10», la prima che effettuerà con successo un incontro ravvicinato con Giove, e la prima a superare i confini del sistema solare.


SPECIALE ASTRONAUTICA. 4 OTTOBRE 1957 Lo Sputnik è in orbita Il primo satellite artificiale della storia
AUTORE: LO CAMPO ANTONIO
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, STORIA DELLA SCIENZA, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
NOMI: VON BRAUN WERNER, GLENN JOHN, JOHNSON LYNDON, KENNEDY JOHN, KOROLEV SERGHEIJ
ORGANIZZAZIONI: SPUTNIK 1, NASA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO TEMA: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO

IN Italia erano le 21 del 4 ottobre 1957, e come ogni sera, alla stessa ora, Radio Mosca mandava in onda il suo notiziario in lingua inglese. Ma anziché trasmettere le solite notizie di politica interna ed estera, il bollettino annunciò che l'Unione Sovietica aveva lanciato con successo il primo satellite artificiale della storia: «Sta girando attorno al globo» - comunicò la radio moscovita - «su traiettoria ellittica alla quota di 900 chilometri dal suolo. Ha forma sferica, con diametro di 58 centimetri, pesa 86 chilogrammi e porta con sè un apparecchio radiotrasmittente. Il suo nome è Sputnik» (parola che in russo significa «compagno di viaggio» ). Il breve comunicato fece subito il giro del mondo ancor più velocemente di quanto non facesse il satellite in orbita, mentre le telescriventi dei giornali e delle agenzie di stampa si mettevano in moto a ritmo frenetico. Lo «Sputnik 1» era in orbita tra i 228 e i 947 chilometri d'altezza, e già inviava a Terra il suo celebre segnale, quel «bip- bip» che veniva captato sul nostro pianeta da vari centri di radioascolto governativi e privati. Lo «Sputnik 1» era stato lanciato da un misterioso poligono spaziale nascosto tra le steppe del Kazakhistan, quella che poi sarebbe diventata la base spaziale di Bajkonur. In tutto il mondo l'impresa suscitò stupore e incredulità, soprattutto negli Stati Uniti, dove quel segnale dallo spazio suonava come un'atroce sconfitta nella supremazia tecnologica della guerra fredda in atto con l'ex Urss. Il vicepresidente Lyndon John son disse: «Adesso non possiamo più perdere tempo. I russi hanno un satellite che dall'alto può fare di tutto, può persino controllarci, e in futuro possono scagliarci sulla testa bombe come sassi da un cavalcavia. Comunque io non voglio andare a dormire alla luce di una luna comunista...». In effetti per gli americani era una beffa, poiché alcuni mesi prima avevano annunciato un satellite in grado di effettuare ricerche sull'ambiente spaziale intorno alla Terra, in occasione dell'Anno Geofisico Internazionale, che aveva radunato, in un imponente sforzo di indagine, i massimi esperti al mondo dal 1o luglio 1957 al 31 dicembre 1958. Werner Von Braun, che guidava gli ingegneri missilistici tedeschi che dopo la sconfitta della seconda guerra mondiale finirono dalla parte americana, lavorava già ad un razzo vettore in grado di lanciare un satellite made in Usa. Von Braun, che faceva parte dell'esercito, nulla poteva fare poiché nella dura gara interna tra le forze armate, la spuntò la Marina, che con il suo razzo Vanguard che recava sulla sommità un satellite piccolo come un pompelmo, collezionò una serie di fallimenti tali da convincere poi Eisenhower a puntare verso il gruppo di Von Braun, che con il suo potente e affidabile vettore «Jupiter C», lanciò in orbita con successo il 31 gennaio 1958 l'«Explorer 1». Da allora lo spazio cominciò ad «allargarsi»; i lanci di satelliti aumentarono e la gara tra le due superpotenze si faceva sempre più interessante, con nuovi record in fatto di peso, dimensioni, distanze raggiunte e risultati scientifici ottenuti. D'altra parte il periodo di guerra fredda tecnologica non dava premi a chi arrivava secondo, e in quel periodo chi dominava nello spazio aveva potere assoluto sulla Terra. Per viaggiare nello spazio era infatti necessario disporre di motori a razzo che funzionavano con miscele di propellenti ad alto potere di combustione, di materiali capaci di resistere a temperature estreme, di apparati elettronici piccoli e allo stesso tempo capaci di governare un razzo o una capsula a ritmi rapidissimi e con grande affidabilità. Nel frattempo i russi avevano lanciato il secondo «Sputnik» con a bordo il primo essere vivente, la cagnetta Laika, che fu inviata nello spazio per studiarne le reazioni. Ma il piccolo bastardino, che subito divenne una simpatica mascotte in tutto il mondo, era stato mandato in orbita con biglietto di sola andata, poiché ancora non era stata sviluppata una tecnica per il rientro dei satelliti. Laika bruciò così al contatto dello «Sputnik 2» con gli strati atmosferici, creando una nuova atmosfera di inquietudine a Terra, e scatenando le prime polemiche animaliste. I voli con animali erano poi proseguiti con altri cani lanciati e quasi tutti recuperati sani e salvi dai russi, e da scimmie inviate nello spazio dagli americani per spianare la strada ai primi uomini dello spazio, che arrivarono nel 1961 con il volo di Gagarin, primo uomo a compiere con successo una missione spaziale. Ancora una volta i russi erano arrivati primi, e solo un anno dopo, con il volo orbitale di John Glenn, durato 5 ore, la Nasa riuscì a pareggiare i conti con una Russia che aveva già portato Gherman Titov a restare per 24 ore in orbita su una capsula Vostok ben più pesante e tecnologicamente avanzata della «Mercury» statunitense. A galvanizzare gli animi ci pensò il presidente John Kennedy, subentrato dal 1960, che annunciava nel 1961 l'invio di un americano sulla Luna entro la fine degli Anni 60. A quel punto le risorse finanziarie per la Nasa aumentarono pur di superare i russi e di raggiungere la Luna per primi. Ancora una volta fu Von Braun a fare da regista di questo scenario affascinante, che lo si poteva riassumere nello sviluppo del gigantesco razzo vettore Saturno 5, alto 110 metri, che fu sviluppato dal 1961 con una serie di lanci di prova. Fu questo razzo vettore, che dal 1968 al 1972, con una spinta di 3400 tonnellate, portò gli americani verso la Luna con le capsule Apollo, decretando il trionfo americano e la sconfitta russa. Una sconfitta che aveva un perché: la controparte russa di Von Braun, e cioè il progettista- capo Sergheij Korolev, che aveva ideato e progettato le missioni sovietiche dagli Sputnik fino alle prime Soyuz sviluppando vettori e capsule, era morto nel 1966, e chi ne assunse l'eredità non fu in grado di sviluppare un razzo (chiamato N-1), affidabile come il Saturno 5. L'N-1 esplose in volo in 4 lanci su 4. Con la vittoria lunare americana, avvenuta solo 12 anni dopo lo «Sputnik 1», un'era si chiuse e se ne aprì un'altra, all'insegna dello sviluppo di satelliti applicativi sempre più sofisticati, di sonde che furono inviate nel Sistema Solare, e laboratori spaziali, come i Saljut russi e lo Skylab americano, che consentivano agli astronauti di restare nello spazio per lunghi periodi, effettuare nuovi esperimenti scientifici impossibili da realizzare sulla Terra, e per studiare gli aspetti medici di una lunga permanenza in vista di un futuro viaggio verso Marte che già nel 1969 appariva come una tappa di sequenza logica successiva all'arrivo sulla Luna. Antonio Lo Campo


SPECIALE ASTRONAUTICA IL PRIMO SHUTTLE
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, STORIA DELLA SCIENZA, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
NOMI: YOUNG JOHN, CRIPPEN BOB, MC AULIFFE CHRISTA, MALERBA FRANCO
LUOGHI: ITALIA
NOTE: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO TEMA: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO

14 MAGGIO 1973 Lancio dello Skylab, laboratorio orbitale americano che verrà visitato da tre equipaggi fino all'8 febbraio 1974. -------» 17 LUGLIO 1975 Primo aggancio in orbita tra una capsula russa ed una americana, con l'Apollo di Stafford, Slayton e Brand, e la «Sojuz 19» di Leonov e Kubasov. -------» 20 LUGLIO 1976 La sonda americana Viking 1 è la prima ad effettuare un atterraggio su Marte. La seguirà la Viking 2, il successivo 7 agosto. -------» 20 AGOSTO 1977 Parte da Cape Canaveral la sonda «Voyager 2», che effettuerà con successo un grand tour nel sistema solare, inviando immagini e dati dai sistemi dei pianeti Giove e Saturno, e (unica sonda finora ad esserci riuscita), Urano (gennaio 1986) e Nettuno (agosto 1989). -------» 12 APRILE 1981 Viene lanciato per la prima volta uno Space Shuttle. E' il «Columbia», con a bordo i due piloti John Young e Bob Crippen. -------» 7 FEBBRAIO 1984 Prima «passeggiata spaziale» senza cordoni di collegamento tramite uno zaino a razzi, compiuta da Bruce Mc Candless all'esterno dello Shuttle Challenger. -------» 28 GENNAIO 1986 Esplode in volo il Challenger, causando la morte dei sette occupanti, compreso il primo «cittadino dello spazio», l'insegnante Christa Mc Auliffe. I voli delle navette riprenderanno solo il 29 settembre 1988. -------» 20 FEBBRAIO 1986 Viene lanciato dall'ex Urss il nucleo di quella che sarà la prima stazione orbitante della storia, la Mir (Pace). La struttura è stata completata con l'aggiunta di altri cinque moduli nel 1995 ed è tuttora (anche se con qualche difficoltà), operativa. -------» 13 MARZO 1986 La sonda europea Giotto sfiora e supera indenne a soli 500 km il nucleo della cometa di Halley. E' il primo e finora unico veicolo spaziale ad avere effettuato una tale impresa. -------» 25 APRILE 1990 Dalla navetta Discovery viene collocato in orbita il telescopio orbitante «Hubble», che può scrutare fino ai confini dell'universo. -------» 29 OTTOBRE 1991 Primo rendez-vous con immagini di un asteroide da parte della sonda americana «Galileo», lanciata nel maggio 1989 con uno Shuttle. Nel dicembre 1995 si tufferà nella coltre gassosa di Giove, e fornirà immagini e dati di immenso valore sulle lune del «pianeta gigante». -------» 4 AGOSTO 1992 Viene collaudato dallo shuttle Atlantis il primo dispiegamento di un «satellite a filo»: di costruzione italiana, il «Tethered» è controllato a bordo della navetta dal primo astronauta italiano, Franco Malerba. -------» 14 GENNAIO 1994 La sonda americana «Magellano» completa gli studi e la mappa più importanti e completi finora mai effettuati sul pianeta Venere. -------» SETTEMBRE 1994 La sonda euro-americana «Ulysses», è la prima a sorvolare i poli del Sole. -------» 29 GIUGNO 1995 Primo aggancio in orbita tra uno shuttle e la Mir: inizia la cooperazione Usa- Russia nello spazio e i primi test in vista della realizzazione della stazione spaziale internazionale. -------» 4 LUGLIO 1997 Una sonda torna su Marte. E' l'americana «Pathfinder», che sgancerà sulla superficie un robottino a sei ruote. E' la prima di una lunga serie che fino al 2007 precederà le missioni preparatorie dello sbarco umano.


SPECIALE ASTRONAUTICA PRIMATI, NUMERI E CURIOSITA' DALLO SPAZIO
AUTORE: LO_C
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, STORIA DELLA SCIENZA, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
LUOGHI: ITALIA
TABELLE: D.T. 1957-1997: un esercito di robot alla conquista del sistema solare
NOTE: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO TEMA: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO

DISTANZA. Il veicolo spaziale più distante dalla Terra è il Pioneer 10, una sonda lanciata nel 1972 che adesso si trova a 6.200 milioni di chilometri da noi. Fra due anni verrà sorpassata da Voyager 1, sonda partita nel 1977 ma che viaggia più velocemente. -------» VELOCITA'. Il record è di due sonde tedesco-americane, le «Helios A» e «Helios B», lanciate per lo studio del Sole: ogni volta che raggiungono il perielio della loro orbita solare toccano i 252. 600 chilometri orari, contro i 211.000 della sonda Mariner 10 che passò vicino a Mercurio nel settembre 1974. La «Helios B» detiene un altro record: è la sonda che più si è avvicinata al Sole, alla distanza di 43 milioni di chilometri. Tra le missioni con equipaggio umano, il più veloce è stato l'Apollo 10, che nel maggio 1969 con a bordo Stafford, Young e Cernan raggiunse i 39.897 chilometri orari viaggiando verso la Luna per la missione preparatoria al primo allunaggio del luglio successivo. -------» POTENZA. Il razzo vettore più potente finora sviluppato è l'N-1, che i sovietici lanciarono per tre volte senza successo tra il 1969 e il 1972. N-1, che doveva essere la controparte russa del Saturno V americano per voli umani verso la Luna, produceva una spinta di 4620 tonnellate, contro le 3400 del Saturno V. Come propulsori presi singolarmente, il più potente finora è l'RD-170 realizzato per il razzo russo Energhija, lanciato due volte con successo nel 1987 e 1988. RD-170 produce una spinta di 860 tonnellate nello spazio e 740 sulla Terra; è il primo motore a razzo sviluppato in Russia che funziona con idrogeno e ossigeno liquidi, attualmente è gestito da un consorzio russo-americano, si pensa di riutilizzarlo per futuri razzi. -------» DURATA. Se Alan Shepard nel 1961 effettuò il più breve dei voli spaziali (15 minuti e 22 secondi su traiettoria sub-orbitale), il volo più lungo è quello del cosmonauta che detiene il record di permanenza nello spazio: Valerij Poliakhov, partito con la Sojuz Tm-18, ritornò a Terra con la Sojuz Tm-20 dopo 437 giorni trascorsi sulla stazione orbitante Mir. Il precedente record, sempre di cosmonauti russi, era stato di 366 giorni da parte di Titov e Manarov. -------» VETERANI. Il maggior numero di missioni spaziali appartiene a due americani. Sono ben sei le missioni effettuate da John Young (Gemini 3 e 10, Apollo 10 e 16, Shuttle STS-1 e STS-9) e da Story Musgrave (Shuttle STS-6, STS-19, STS-33, STS-44, STS-61, STS-80). -------» ANZIANITA'. Musgrave detiene anche il record dell'astronauta più anziano, avendo volato durante la sua ultima missione all'età di 61 anni, nel novembre-dicembre 1996. Musgrave ha dato le dimissioni pochi mesi fa dalla Nasa, mentre Young, pur non essendo in servizio attivo, a 67 anni figura tuttora come astronauta presso il centro di Houston. -------» CURIOSITA'. Tra gli astronauti delle missioni Apollo sulla Luna vi sono alcuni primati curiosi. Il primo uomo a fare pipì sulla Luna fu Buzz Aldrin il 21 luglio 1969 (Apollo 11); il primo a inciampare e fare un mezzo capitombolo Charles Conrad (Apollo 12); il primo a praticare degli sport, golf e lancio del giavellotto Alan Shepard (Apollo 14); John Young (Apollo 16) batté il record di velocità (si fa per dire) e distanza in automobile sulla Luna: 18 chilometri orari su 34 chilometri. I naufraghi dello spazio con Apollo 13 (Lovell, Swigert e Haise) si consolarono battendo il record di distanza dalla Terra giungendo a 400.171 chilometri mentre circumnavigavano la faccia nascosta della Luna. -------» SULLA LUNA. Eugene Cernan e Harrison Schmitt, dell'ultima missione lunare (Apollo 17), hanno il record della più lunga permanenza sulla Luna: 22 ore e 5 minuti in tre escursioni, e 74 ore e 59 minuti di permanenza del Lem sulla superficie selenica. -------» PASSEGGIATA. La più lunga passeggiata spaziale appartiene a tre astronauti usciti all'esterno della navetta Endeavour nel maggio 1992 per riparare il satellite in avaria Intelsat VI: 8 ore e 29 minuti da parte di Pierre Thuot, Rick Hieb e Tom Akers. -------» EQUIPAGGI. Due sono gli equipaggi più numerosi, entrambi su navette americane: otto astronauti (cinque americani, due tedeschi e un olandese) partirono e tornarono a Terra sul Challenger nel 1985. Nel 1995 con la navetta Atlantis, partita con sette astronauti, ne tornarono a Terra otto, poiché un cosmonauta russo fu prelevato dalla stazione Mir per essere riportato a Terra dopo il primo attracco in orbita tra una navetta e la stazione russa. -------» PESO. L'oggetto più pesante lanciato in orbita terrestre è il complesso «Saturno 4-B - Apollo 15», con a bordo Scott, Worden e Irwin: pesava 130 tonnellate, qualcosa in più rispetto agli altri complessi di missioni Apollo. (lo. c.)


SPECIALE ASTRONAUTICA. BUSINESS E ATTIVITA' SPAZIALI Affari a gravità zero Un enorme sviluppo per le telecomunicazioni
AUTORE: VALLERANI ERNESTO
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, TELECOMUNICAZIONI, TECNOLOGIA, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
ORGANIZZAZIONI: NASA, SPACELAB, ISS (STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE)
LUOGHI: ITALIA
NOTE: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO TEMA: CONGRESSO MONDIALE DI ASTRONAUTICA AL LINGOTTO DI TORINO

CONSIDERARE le attività spaziali come una opportunità di «business» è diventato negli ultimi tempi un fatto ricorrente, oggetto di molti dibattiti, interviste e congressi, non ultimo quello della Iaf che si terrà a Torino dal 6 al 10 ottobre. Fino a pochi anni fa si parlava di spazio avendo in mente le missioni scientifiche e le imprese di astronauti e cosmonauti, poco si sapeva delle missioni militari e le prime missioni applicative - telecomunicazioni, osservazione della Terra, meteorologia - incuriosivano ma non lasciavano ancora intravedere sviluppi di natura commerciale. Oggi, pur continuando l'impegno dei governi a supporto delle attività di frontiera, come lo sviluppo di nuovi più potenti lanciatori (si veda Ariane 5), la realizzazione di strutture orbitali quali la Stazione Spaziale Internazionale e la messa in orbita di impegnativi satelliti scientifici come il telescopio «Hubble», il baricentro delle attività spaziali si sta progressivamente spostando verso attività di natura più pratica e commerciale. Ad aprire la strada sono stati i satelliti di telecomunicazione che a centinaia affollano l'orbita geostazionaria e ora in grandi quantità formeranno le costellazioni satellitari in orbite basse, come nel caso di Iridium e di Globastar e fra breve di Teledesics con le sue centinaia di satelliti. Esiste un mercato, servizi sempre più sofisticati a costi sempre più accessibili vengono offerti e i satelliti sono divenuti un elemento inserito nel complesso molto più ampio delle telecomunicazioni e della diffusione delle informazioni che domina la nostra civiltà. Una sorprendente varietà di nuove applicazioni connesse ai servizi multimediali si sta concretizzando in questi ultimi tempi e ogni giorno forniscono, specialmente negli Stati Uniti, una serie di iniziative miranti a coprire delle particolari esigenze di mercato. All'inizio erano solo le grandi ditte, con migliaia di tecnici specializzati, che si avventuravano nello sviluppo di nuove iniziative, oggi sono presenti sul mercato anche i piccoli imprenditori che gareggiano con i grandi operatori del settore in termini di nuove idee che spesso anticipano di diversi anni le realizzazioni. La progressiva espansione dell'uso dei satelliti per applicazioni «utili» quali, oltre alle telecomunicazioni, la meteorologia, la ricerca delle risorse terrestri e marine, la navigazione, il controllo del traffico aereo, a sua volta induce una sempre maggiore domanda di mezzi di trasporto spaziali in grado di fornire servizi affidabili a costi ridotti. La produzione dei lanciatori, principalmente di piccole e medie dimensioni, si profila come un'area di proficua attività commerciale, specialmente se si considera il servizio «chiavi in mano» ossia la fornitura del mezzo di trasporto, delle operazioni di lancio e la funzionalità stessa del satellite in orbita. E' sorprendente osservare come negli Stati Uniti siano nate diverse imprese, il più delle volte con a capo prestigiosi personaggi che per anni hanno lavorato alla Nasa o nelle ditte più importanti, che unitisi ad ancora più intraprendenti investitori, disponibili a rischiare ingenti somme, si sono messi con l'aiuto di qualche personal computer a progettare lanciatori di basso costo. Tanti gli entusiasmi, poche per ora le realizzazioni concrete, ancora meno i successi reali; però il segno è chiaro: si sta procedendo ormai lungo una strada diversa dal passato. Non si attendono più i fondi governativi per affrontare imprese che commercialmente si progettano remunerative; ben presto arriveranno i successi anche in questo settore e la commercializzazione dello spazio assumerà dimensioni sempre maggiori. A testimonianza di questo nuovo spirito che ha investito recentemente gli Usa e che ricorda le fasi precedenti lo sviluppo su larga scala dell'aviazione, basti ricordare l'iniziativa del primo X-Price istituito sulla scia di quanto fatto per la prima trasvolata atlantica destinato a premiare con dieci milioni di dollari il primo lanciatore di costruzione privata che riuscirà a effettuare due voli orbitali entro due settimane. A fianco di questo aspetto relativo alla produzione dei satelliti e di mezzi di lancio, concepiti come opportunità di reale ritorno a breve di investimenti spesso anche ingenti, le attività spaziali vanno viste nel prossimo futuro come una fonte di business anche per un altro aspetto. Fino ad oggi lo spazio, sfruttando essenzialmente la posizione dei satelliti in orbita, ha generato, per quanto riguarda gli aspetti commerciali, solamente «servizi» basati sulla diffusione di informazioni, e dati, per i quali si è sviluppato in diversi settori, un mercato di utenti in netta crescita. All'orizzonte si profila però un'altra rivoluzione, i cui effetti potrebbero risultare ancora più importanti per le generazioni del nuovo secolo. Attraverso le ricerche, in parte già effettuate a bordo dei laboratori spaziali, fra i quali quello europeo Spacelab, in parte pianificate per essere eseguite non appena la Stazione Spaziale Internazionale sarà orbitante, lo spazio è destinato in futuro a fornire «prodotti commerciali» particolari, realizzati sfruttando le condizioni uniche che si creano in orbita, in virtù dell'assenza di gravità. Nei laboratori in «zero g.», sotto l'occhio attento di astronauti ricercatori, sono destinati a prendere corpo nuovi materiali, nuove leghe, nuovi farmaci, nuovi enzimi, nuove proteine, nuovi cristalli, nuove sostanze e prodotti dalle caratteristiche eccezionali, perché generati in un ambiente non influenzato dalla forza di gravità che condiziona sulla terra tutti i processi della loro formazione, e che introduce al loro nascere asimmetrie che ne limitano le caratteristiche e le proprietà fisiche. Per attuare questa trasformazione è necessario che i governi però continuino gli investimenti nello sviluppo delle infrastrutture orbitali come stanno facendo per la realizzazione della Stazione Spaziale Internazionale; le ingenti somme necessarie allo sviluppo, per esempio, di nuovi sistemi di trasporto completamente recuperabili che unici permetteranno, quando realizzati, di abbattere i costi di lancio non possono essere reperite sul mercato finanziario privato. I governi, anche quelli delle nazioni che fino ad ora sono state più impegnate nel sostenere, con i loro investimenti, le attività spaziali di frontiera sembrano però, in questi ultimi tempi, voler ridurre la loro esposizione finanziaria, invitando il settore privato a prendere maggiori iniziative e favorendo, per ridurre le spese, l'imprenditorialità dei singoli cittadini. Siamo in presenza di un cambiamento sostanziale che va però attuato con estrema cautela e oculatezza, altrimenti si corre il rischio che ne risultino favorite solo le imprese che richiedono investimenti modesti e che garantiscono ritorni in tempo breve e ne escano penalizzate tutte quelle imprese che richiedono invece strategie di più ampia portata e di più lunga durata. Da un equilibrio fra imprese governative nel settore delle attività spaziali e in quello dello sviluppo di nuove infrastrutture spaziali ed iniziative presenti condotte su base strettamente commerciale, si va costruendo la fase matura delle attività spaziali che importeranno lo sviluppo del nuovo secolo in diversi settori, alcuni ora non prevedibili. Ernesto Vallerani Presidente Aidaa


SPECIALE ASTRONAUTICA. FORSE IL 15 OTTOBRE «Ariane 5» alla prova di appello Il nuovo grande vettore europeo torna sulla rampa di lancio dopo il disastro dell'anno scorso Intanto si è festeggiato il centesimo decollo di «Ariane 4». Il 15 per cento è «made in Italy»
AUTORE: RIOLFO GIANCARLO
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, PROGETTO, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
ORGANIZZAZIONI: ARIANE 5, FIAT AVIO, BPD, SEP
LUOGHI: ITALIA
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RIPARTE Ariane 5. A sedici mesi dall'incidente che distrusse in volo il primo esemplare, il grande vettore europeo è di nuovo sulla rampa di lancio. Chiarite le cause del fallimento - un errore nel software del sistema di guida - i tecnici dell'Esa hanno sottoposto i programmi dei computer di bordo a un'attenta revisione. Se non ci saranno intoppi, il lancio è previsto per il 15 ottobre. Capace di scagliare in orbita geostazionaria due o più satelliti per volta, per un carico complessivo di sei tonnellate (oppure uno solo, pesante 6,8 tonnellate), il nuovo vettore permetterà all'Europa di consolidare la leadership raggiunta nei lanci commerciali. Il 60 per cento di questo business è in mano ad Arianespace, che lo scorso anno ha fatturato un miliardo e mezzo di dollari e ha 43 satelliti nel portafoglio ordini. Pochi giorni fa alla base di Kourou, nella Guyana Francese, è stato festeggiato il centesimo lancio Ariane. Il primo era avvenuto la vigilia di Natale del 1979. Pochi, in questi 18 anni, i fallimenti: i razzi europei vantano un tasso di successo elevato (oltre il 96 per cento dei satelliti collocati nell'orbita prevista), superiore a quello dei concorrenti americani e russi. Con il boom delle telecomunicazioni, la domanda di lanci in orbita geostazionaria - la missione tipica di Ariane - è in crescita. E aumentano anche le dimensioni dei satelliti. Per anni si è seguita questa evoluzione migliorando le prestazioni del vettore con successive versioni. Ariane 5, invece, è un progetto completamente nuovo. Il carico utile è quasi doppio rispetto all'Ariane 4 (che ha appena festeggiato il centesimo lancio) e crescerà in futuro. Oggi un satellite per telecomunicazioni pesa 3 tonnellate, ma ne vengono progettati di più grandi: 4,5 tonnellate e oltre. Sono allo studio, perciò, versioni potenziate del nuovo lanciatore, capaci di portare in orbita di trasferimento geostazionaria due di questi supersatelliti in un colpo solo. Oltre all'aumento della capacità di trasporto, Ariane 5 punta sulla riduzione dei costi. Rispetto ad Ariane 4 si prevede un risparmio del 45 per cento per ogni chilogrammo messo in orbita. Un risultato dovuto al maggiore carico utile e a una concezione molto più semplice, resa possibile dal progresso nel campo della propulsione. Proviamo a mettere accanto Ariane 4 e Ariane 5. Il primo ha tre stadi, più quattro booster a propellente solido o liquido, per un totale di dieci motori. Il suo successore ha uno stadio principale con un solo motore a idrogeno e ossigeno liquidi - il Vulcain, da 120 tonnellate di spinta - affiancato da due enormi booster a propellente solido, realizzati dalla FiatAvio-Bpd in collaborazione con la francese Sep. Accesi al momento della partenza, forniscono 540 tonnellate di spinta ciascuno per i primi due minuti di volo. C'è poi lo stadio superiore, munito di un piccolo motore a propellente liquido, con il compito di imprimere l'accelerazione finale per immettere il carico in orbita. Quattro motori in tutto. Abbiamo detto del ruolo della FiatAvio per quanto riguarda i booster, ma l'azienda italiana ha anche progettato e costruito un altro componente chiave di Ariane 5: la turbopompa che alimenta il motore Vulcain, immettendo nella camera di combustione 132 tonnellate di ossigeno liquefatto a -183 gradi, al ritmo di 216 chilogrammi al secondo. In tutto l'industria nazionale è presente su Ariane 5 con una quota del 15 per cento (un importante contributo viene anche dalla Microtecnica), che corrisponde alla cifra investita nel progetto dal nostro Paese, circa 1700 miliardi su un totale di oltre 11 mila. Soldi spesi bene? L'esperienza dice di sì. Il denaro impegnato per lo sviluppo dei precedenti lanciatori europei non solo ha prodotto ricerca, innovazione tecnologica e occupazione, ma ha reso almeno cinque volte tanto. E tutti i contributi pubblici sono stati recuperati con le tasse sugli utili realizzati. Giancarlo Riolfo


SPECIALE ASTRONAUTICA PER IL PUBBLICO
ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, SALONE, CONGRESSO, MONDIALE
LUOGHI: ITALIA, EUROPA, ITALIA, TORINO (TO)
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IL Congresso della Federazione Astronautica Internazionale offre anche interessanti manifestazioni aperte al grande pubblico. Le giornate spaziali torinesi iniziano oggi, 4 ottobre, in coincidenza con il quarantesimo anniversario del lancio dello Sputnik 1, il primo satellite artificiale. Lo «Sputnik day» prevede una conferenza al Centro Congressi «Torino Incontra» (piazzale Valdo Fusi), che sarà allo stesso tempo un salto all'indietro nel tempo (potremo rivedere le immagini dei primi satelliti artificiali e delle prime capsule con astronauti, e ascoltare le registrazioni fatte a Torino dai fratelli Judica Cordiglia dal Centro di Radioascolto Spaziale) e sarà anche l'occasione per fare il punto sulla ricerca spaziale di oggi e di domani, in particolare sulla Stazione spaziale internazionale. Ne parleranno gli astronauti italiani Franco Malerba, Maurizio Cheli e Umberto Guidoni, presenti anche i padri-progettisti dello Sputnik, in una serata aperta al pubblico, moderata da Piero Bianucci e Silvia Rosa- Brusin. Gli appassionati dei film di fantascienza o di astronautica potranno rivedere sul grande schermo pellicole famose come «Abbandonati nello spazio», «Uomini Veri», «Apollo 13» o il vecchio «Uomini sulla Luna» in una rassegna al cinema Massimo, che coinciderà con i giorni del congresso al Lingotto. In programma cicli di conferenze divulgative, dedicate non solo all'astronautica, ma anche alle discipline vicine a questo settore, come l'astronomia, la fisica e la geofisica. Si parlerà di multimedialità, di cooperazione internazionale per lo spazio, di stazioni spaziali, di telemedicina, di costellazioni di satelliti per telecomunicazioni radiomobili e di ricadute della ricerca spaziale per creare nuove tecnologie al servizio dei portatori di handicap.




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