TUTTOSCIENZE 23 dicembre 92


SCAFFALE Teller Edward: «Il lato oscuro della fisica», Sperling & Kupfer
AUTORE: P_B
ARGOMENTI: FISICA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 102

Edward Teller, premio Nobel, padre della bomba all' idrogeno, «falco» che consigliò a Reagan lo «scudo stellare», si presenta ora ai lettori italiani con un saggio divulgativo che racconta in modo avvincente le tappe essenziali della fisica da Newton a Einstein alla meccanica quantistica. Non ci si attenda però un libro troppo facile: Teller è convinto che senza un minimo di matematica sia impossibile parlare di relatività e di fenomeni atomici e nucleari.


ALIMENTAZIONE La vitamina è servita] L' aggiunta ai cibi diventa libera: utile e innocua o superflua e rischiosa? Per dietologi e oncologi gli additivi non servono se la nutrizione è equilibrata
Autore: MINERVA DANIELA

ARGOMENTI: ALIMENTAZIONE, MEDICINA E FISIOLOGIA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 101

DALLA mela al giorno, che leverebbe il medico di torno, all' affare miliardario degli alimenti vitaminizzati il passo sembra breve in questa nostra era di illusioni ed esagerazioni. Barattoli pieni di capsule colorate, olii vitaminizzati, cibi col potenziale nutritivo arricchito fanno bella mostra negli scaffali dei supermercati e spuntano dai cesti della spesa di signore ben pasciute intente a ipervitaminizzare una famiglia spesso già fin troppo nutrita. E ora, con i risultati di svariate ricerche scientifiche che mostrano gli indubbi vantaggi di molte vitamine, arriva un decreto legge della Repubblica italiana che liberalizza il commercio dei cosiddetti «vitaminizzati» togliendo l' impaccio dell' autorizzazione ministeriale. I produttori tirano un sospiro di sollievo perché, dicono, così nei mercati comuni del ' 93 vincerà chi ha il marketing più efficace, ovvero chi saprà convincere meglio il consumatore senza la tema di intoppi burocratico ministeriali. E il consumatore, dal canto suo, che pesci deve pigliare? Se di pesci vogliamo parlare, certamente bisogna fare attenzione agli olii di fegato di merluzzo o di tonno o di ipoglosso, che contengono dosi massicce di vitamina A e che già oltre 40 anni fa furono descritte come la causa di lesioni ossee nei bambini. E in generale, tutte le vitamine liposolubili, come la A, la D e la K, vanno assunte con cognizione di causa perché l' abuso ha spesso causato intossicazioni talvolta anche molto gravi. Luce verde invece per le vitamine idrosolubili come la B e la famosa C. Non sono tossiche perché l' eccesso si elimina rapidamente nelle urine: ma ci si può chiedere in che misura sono utili. La diffidenza ha percorso i secoli, e anche nell' illuminato XX chi si è occupato di vitamine non è mai stato preso troppo sul serio dalla comunità scientifica. La stessa sorte è toccata anche all' eminente scienziato Linus Pauling. Nonostante i suoi due premi Nobel (per la chimica e per la pace), Pauling venne accolto con imbarazzo e rispettosa ironia quando pubblicò vent' anni fa un articolo in cui sosteneva che massicce dosi di vitamina C possono prevenire varie malattie, dal raffreddore al cancro. Ma il prestigio dello scienziato, corroborato dai finanziamenti delle case produttrici di vitamine, ha spinto al lavoro molti ricercatori che hanno mostrato le diverse funzioni preventive della vitamina C e di cui l' anziano premio Nobel è molto fiero. «Gli studi degli ultimi quindici anni confermano la mia intuizione che la vitamina C svolga un' azione antivirale e fornisca qualche protezione non solo contro il raffreddore comune, ma anche contro la mononucleosi, l' epatite e l ' herpes. Una buona assunzione di questa e di altre vitamine può favorire la cura dei disturbi del cuore, del cancro e di altre malattie rallentando anche il processo di invecchiamento», dice l' ormai novantenne e vispissimo Linus Pauling. Ma molti sono ancora convinti che ben poco è realmente dimostrato e che molto sia ancora pura speculazione. Il motivo lo spiega Carlo La Vecchia, capo laboratorio di epidemiologia dell' Istituto Mario Negri di Milano, che dice: «E' fuor di dubbio che il consumo di vitamina C riduce il rischio di contrarre tumore alla laringe o allo stomaco. Ma chi consuma abitualmente frutta e verdura mangia meno grassi animali e, in generale, si nutre in maniera più sana. Come si fa a discriminare la reale funzione della C in una alimentazione corretta che sappiamo bene può prevenire tumori e malattie cardiocircolatorie? ». E queste considerazioni dello scienziato aiutano a illuminare il dilemma del che fare dinanzi ai barattoli supervitaminizzati che occhieggiano dagli scaffali. Innanzitutto chiedersi se nella alimentazione di tutti i giorni ci sono dosi equilibrate di frutta, verdura e grassi animali. Se la risposta è sì, commenta Emanuele Djalma Vitali, dietologo e opinionista alimentare per diversi giornali, «cibi vitaminizzati sono a dir poco superflui. Sarebbero giustificati nel Terzo Mondo dove c' è il problema della malnutrizione, ma da noi proprio non hanno senso». Il problema è sempre quello di una corretta alimentazione. Perché ha poco senso vivere di hamburger e patatine e poi prendere betacarotene e vitamine varie sotto forma di compresse o friggendo le patate in un olio vitaminizzato. «In linea di massima», continua Vitali, «l' arricchimento è stato sempre una manovra commerciale volta a guadagni spesso inopportuni. Gli aumenti di prezzo di questi alimenti in confronto con quelli, diciamo, normali, non sono sempre giustificati». Altra cosa è, naturalmente, un accertato stato di carenza di vitamine che può riscontrare solo un accertamento medico o diagnostico. E in questo caso sarà il medico a decidere quali vitamine e per quanto tempo dovremo assumere. Cavolfiori, kiwi, carote e zucche a profusione sembrano tuttavia, secondo il partito delle vitamine, poter dare una mano a tener lontani tumori, attacchi di cuore e persino l' Aids. Linus Pauling consiglia di ingerire 18 grammi di vitamina C al giorno, circa 400 volte la dose giornaliera raccomandata dalle nostre autorità sanitarie (45 milligrammi) e il betacarotene che dà il colore giallognolo alle pesche, alle albicocche e ai manghi viene indicato da molti scienziati come un potente antiossidante. Ovvero, come spiegano all' Istituto delle Vitamine di Milano: «Fumo di sigaretta, inquinamento, o altri agenti patogeni, ad esempio, ci fanno ammalare perché ossidano e danneggiano le proteine, i lipidi e il Dna delle cellule del nostro corpo. La vitamina C è un antiossidante e riduce chimicamente quelle sostanze dannose prima che possano agire devastando le nostre cellule». C' è una qualche speranza che possano far bene e allora, ci si potrebbe chiedere, perché non stare sul sicuro e aumentare la dose? «Semplicemente perché potrebbero far male, e alcune come la A o la K quando prese in eccesso sono dannose. E poi perché si deve affaticare il corpo con elementi di cui non ha bisogno? », ribatte Emanuele Djalma Vitali. Oncologi e dietologi sono cauti, ma i fanatici delle vitamine puntano sul fatto che è difficile stabilire quanta vitamina arriva in tavola col cavolfiore al forno o quanta ne è rimasta nei manghi che vengono dai Tropici. Le patate conservate a temperatura ambiente perdono ogni mese il 15 % del loro contenuto vitaminico e se passate al forno la perdita sale al 30%. Una volta ingerita, la dose di vitamina deve fare i conti con una infinità di sostanze che la consumano, da alcuni tipi di farmaci agli inquinanti respirati, al fumo di sigaretta. E per ristabilire i conti suggeriscono di aumentare o integrare a seconda dei casi specifici le dosi giornaliere. Ma una recente indagine dell' Istituto Nazionale della Nutrizione ha rivelato che gli italiani mangiano un po' troppo, è vero, ma non hanno carenze vitaminiche. Allora, anche se i dati scientifici sono pochi, in attesa di saperne di più è meglio limitarsi a una alimentazione ricca di vegetali. A distanza di 6 secoli sembra assai aggiornato il comportamento del dottor James Lind, medico di bordo sulle navi di sua maestà britannica, che consigliava ai marinai dosi massicce di agrumi per prevenire lo scorbuto, una malattia molto diffusa tra gli equipaggi di allora e che oggi sappiamo dovuta a una carenza cronica di vitamine. Daniela Minerva


DIETA E MALATTIE E per prevenire la cataratta il giusto mix quotidiano di carote, bietole e spinaci
Autore: CALABRESE GIORGIO

ARGOMENTI: ALIMENTAZIONE, MEDICINA E FISIOLOGIA
NOMI: HANKINSON SUSAN
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 101. Cibo, dieta

CON una giusta dose quotidiana di vitamina C, di vitamina A e di carotenoidi si previene la cataratta. Quest' ultima è una opacità del cristallino, che perde la normale trasparenza per un processo degenerativo. Ad affermare questa novità dietetica è Susan Hankinson, dell' Harvard Medical School di Boston: dopo aver sottoposto oltre cinquantamila donne per un periodo di otto anni a un controllo mirato, ha concluso che la prevenzione della cataratta può essere aiutata dall' introduzione di alcune vitamine. La nota più curiosa, e per ciò ancora più interessante, di questo studio è che il consumo dietetico di carotenoidi è diverso da quello che in genere si identifica con il contenuto vitaminico della carota. Infatti non sono le carote ma gli spinaci e altri vegetali, come la lattuga, la cicoria, le bietole e le patate dolci, a migliorare le condizioni di salute oculare di coloro che soffrono di cataratta. Ciò perché questi ultimi vegetali e amidacei contengono dei carotenoidi diversi dal beta carotene, contenuto nella carota. Gli spinaci, ad esempio, sono ricchi di luteina e zeaxantina, che invece sono scarsamente presenti nelle carote. Ugualmente interessante è la ulteriore correlazione che c' è fra la riduzione del rischio e l' elevato punteggio antiossidante calcolato sulla base del consumo dei nutrienti. Susan Hankinson ha sottolineato che si può confermare con questo studio l' ipotesi dell' efficacia del potere antiossidante delle vitamine C e A nella prevenzione di questa malattia. Si è protetti dalla cataratta grazie alle proprietà antiossidanti del beta carotene e di altri carotenoidi e grazie anche all' uso prolungato della vitamina C. Lo scopo di questo studio era di valutare il rapporto esistente fra la necessità di ricorrere all' intervento chirurgico per la presenza di una cataratta e l' assunzione dietetica di vitamina C, E, carotene e riboflavina. Nello studio, inoltre, si è tenuto anche conto dell' effetto deleterio del fumo sull' insorgenza della cataratta e si è studiato il rapporto positivo e preventivo che l' introduzione di caroteni e di vitamina A ha nel migliorare lo stato bronco circolatorio, nonostante l' uso continuo del tabacco. Tutte le donne che si erano rese disponibili ad essere «studiate» erano infermiere comprese fra i 45 e i 55 anni d' età. La data di inizio della ricerca è il 1980. Alle 51 mila donne iniziali si sono via via aggiunte altre donne che intanto raggiungevano i 45 anni. Nei casi considerati, quelle che assumevano carotene e vitamina A non associata ad alcun supplemento e quelle che invece assumevano solamente vitamina A risultavano inversamente correlate all' insorgere della cataratta. Invece l' assunzione dietetica di vitamina C appariva debolmente associata a un minor rischio. Le donne che assumevano carotene e vitamina A hanno indicato una riduzione del rischio relativo del 39 per cento rispetto a quelle che ne ingerivano quantità minori. Giorgio Calabrese


SU RAI TRE Speriamo che i nostri politici si ricordino di vedere il telegiornale scientifico
Autore: BIANUCCI PIERO

ARGOMENTI: DIDATTICA, SCIENZA, TELEVISIONE, PROGRAMMA
ORGANIZZAZIONI: RAI, TUTTOSCIENZE, LA STAMPA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 101. Primo numero, inaugurazione

DA lunedì in televisione la scienza non è più nomade e marginale Sulla Rete 3 della Rai ogni giorno alle 13, 45 va in onda il primo telegiornale scientifico. Un settore importante dell' informazione trova così il suo spazio. Notizie che prima finivano disperse e distorte in coda a qualche Tg o, più spesso, passavano del tutto inosservate a favore di ben più fondamentali servizi dedicati all' ultima dichiarazione di Cirino Pomicino, agli umori di Ciriaco De Mita o a una battuta di Rino Formica, ora hanno una collocazione precisa, un filtro e un trampolino di lancio per raggiungere il pubblico. Non che la Rai e in maniera più discutibilmente spettacolarizzata anche la Fininvest di Berlusconi in questi anni abbia ignorato l' informazione scientifica. Molti ricordano il caso eccellente di Quark, l' episodio felice di Pan, le serate monografiche dedicate da Piero Angela a eventi di rilievo come l' incontro tra la sonda spaziale Giotto e la cometa di Halley o a problemi ecologici come la tutela dell' atmosfera e degli oceani. Tutto questo però avveniva in modo occasionale, non perché ci fosse una politica Rai dell' informazione scientifica. Chi desiderava un regolare aggiornamento in questo campo doveva mettersi un' antenna parabolica sul tetto e vedersi la rubrica che la Cnn quotidianamente dedica alla ricerca, con una prospettiva, però, quasi esclusivamente americana. Il tg scientifico Rai con una redazione a Torino sotto la guida di Roberto Antonetto e con il volto di Silvia Rosa Brusin costituisce dunque un fatto importante in sè, per la sua novità, per la svolta che segna. Ma il primo numero del tg scientifico (battezzato «Leonardo», incidentalmente la stessa testata che La Stampa aveva scelto per il suo supplemento dedicato al mondo della scuola) è stato significativo anche perché da esso sono emerse alcune interessanti considerazioni di carattere generale. A discutere di informazione scientifica c' erano Carlo Rubbia, Rita Levi Montalcini, Norberto Bobbio e il ministro della Ricerca Sandro Fontana. Rubbia ha sollecitato gli scienziati a farsi carico della divulgazione del loro lavoro ma ha anche detto che il pubblico deve fare uno sforzo culturale per venire incontro ai ricercatori: la divulgazione, cioè, non deve essere demagogica semplificazione a tutti i costi, ma uno stimolo alla crescita del lettore e del telespettatore. Banalizzare non serve a nessuno, nè allo scienziato nè al pubblico. Da Norberto Bobbio, filosofo della politica, ci ha fatto piacere sentire una affermazione su cui insistiamo da anni: anche le scelte politiche, economiche e sociali hanno bisogno di scienza, cioè di dati certi, di conoscenze, di metodo rigoroso. E questo è ancora più vero in Italia, dove invece le scelte politiche sono il più delle volte frutto di ideologie, di logiche partitiche, di spartizioni di potere se non di tangenti, e dove le leggi dell' economia per non parlare della stima del deficit statale sembrano non materia di scienza ma un insieme di vaghe opinioni. La prova si è avuta immediatamente: interrogato da Rita Levi Montalcini sull' impegno italiano nelle neuroscienze in occasione del «Decennio del cervello» proclamato dagli Usa e ora anche dalla Comunità europea, il ministro Fontana, già direttore del quotidiano dc «Il Popolo», ha risposto diffusamente ma omettendo l' unico dato concreto, e cioè che per le neuroscienze si investono circa 50 miliardi all' anno mentre il costo annuo delle malattie del sistema nervoso è di 18 mila miliardi. Il metodo scientifico limitandoci alla sua formulazione più semplice, quella galileiana parte dall' osservazione dei fenomeni e dalla loro misura, procede con ipotesi di lavoro che possano essere messe alla prova da un esperimento, e il risultato dell' esperimento deve essere controllabile ogni volta che si creino le stesse condizioni di partenza. Nessuno è tanto ingenuamente positivista da pensare che così si trovi la Verità. Almeno però si trova qualcosa di verificabile. Ecco: il cittadino italiano si accontenterebbe di vedere che la «moralità » interna della scienza costituita dal suo metodo trova applicazione anche nel governo della cosa pubblica. Il che non esclude affatto che poi la scienza stessa debba essere sottoposta a un' etica esterna, più globale. Conclusione: speriamo che i politici vedano questo nuovo tg. Piero Bianucci


MATERIALI TECNOLOGICI Se è amorfo è meglio Il caso del silicio nel fotovoltaico
Autore: VOLPE PAOLO

ARGOMENTI: CHIMICA, TECNOLOGIA
LUOGHI: ITALIA
TABELLE: D Materiali semiconduttori
NOTE: 102

L' AGGETTIVO «amorfo», etimologicamente «senza forma», ha superato quel significato vagamente spregiativo che ha avuto in passato, almeno quando si parla di materiali semiconduttori. L' opposto è «cristallino», che nei materiali è sinonimo di quell' ordine che fino a pochi anni fa sembrava necessario nei semiconduttori per ottenere alte prestazioni. Macroscopicamente un semiconduttore è un materiale che diminuisce la propria resistenza elettrica con la temperatura (al contrario dei conduttori); elettronicamente esso è un materiale che diventa conduttore se opportunamente stimolato (per esempio con luce o calore) a livello di legami molecolari. Appartengono a questa categoria elementi come silicio e germanio, e composti come l' arseniuro di gallio, l' antimoniuro di indio e altri. Gran parte della tecnologia (informatica, telecomunicazioni automazione) già oggi è basata sui semiconduttori, ma è certo che il loro impiego subirà ancora un forte incremento perché favorisce quel carattere «soft» necessario a uno sviluppo con basso impatto ambientale. Emblematico di questa tendenza è lo sforzo per rendere competitiva l' energia solare. Oggi le celle fotovoltaiche sono già molto diffuse: le si trova su orologi, calcolatrici, ecc. cioè piccole utenze che richiedono pochissima energia. Sono state rese «solari» anche automobili, barche e persino case coloniche, ma solo a scopo dimostrativo, perché l' energia solare costa ancora troppo. Eppure dall' epoca delle prime celle (Anni 60) si sono fatti grandi progressi: dall' impiego di silicio monocristallino purissimo a quello policristallino preparato con metodi specifici, il costo per kilowattora è sceso di due o tre volte. Un altro grande passo è stato fatto a metà degli Anni Settanta, quando Carlson a Princeton realizzò la prima cella solare con silicio amorfo. Il vantaggio dei materiali amorfi rispetto a quelli cristallini sta soprattutto nella facilità di impiego nel costruire manufatti. Prendiamo ad esempio proprio una cella fotovoltaica: costruirla con silicio cristallino implica la fabbricazione del lingotto del materiale puro (già costoso), il suo taglio in fette così sottili da comportare inevitabilmente spreco per rottura; poi il drogaggio in forno ad alta temperatura ed infine il montaggio di elettrodi, protezioni, ecc. Il tutto in dimensioni limitate perché limitato è il lingotto da cui si parte. Col silicio amorfo il processo è estremamente semplice: si realizza la decomposizione, stimolandola con una scarica a radiofrequenza, di un gas contenente silicio (il silano) direttamente sul supporto della cella. E' il processo PECVD (Plasma Enhanced Chemical Vapour Deposition) in seguito al quale c' è solo più da applicare i contatti e la protezione e la cella è pronta. Non c' è in teoria limite alle dimensioni del prodotto e così un pannello fotovoltaico (come qualunque altro manufatto) può esser costruito monoblocco, con grande vantaggio rispetto ai pannelli modulari ricavati dalle singole celle cristalline. Per di più, poiché il silicio amorfo assorbe la luce molto di più di quello cristallino, lo strato è spesso solo 0, 001 millimetri contro gli 0, 3 millimetri necessari per avere da una cella cristallina una efficienza del 10 12%. Si realizza così, oltre al risparmio di energia nell' assemblaggio, anche un risparmio di materiale pregiato perché molto puro. Con tutto ciò il costo dell ' energia solare è ancora alto e c' è ancora molto spazio per la ricerca. L' obiettivo per i prossimi anni (5 10) è renderne il costo complessivo concorrenziale, almeno per certe utenze, con quello dell' energia centralizzata. C' è molto da fare anche solo sul silicio amorfo: per esempio, capire il ruolo preciso dell' idrogeno che satura i legami liberi inevitabilmente presenti nelle strutture disordinate; ovviare all' effetto Strabler Wronsky, a causa del quale le celle solari perdono di efficienza. Ma l' interesse ora si estende ai materiali amorfi compositi, per esempio silicio carbonio, silicio germanio e germanio carbonio, con i quali è possibile realizzare celle multistrato, la cui efficienza dovrebbe essere, in teoria, superiore a quella delle celle singole. Ogni elemento, infatti, assorbe solo quella parte dello spettro luminoso solare che è compatibile con il suo «gap energetico» e poiché i gap di carbonio, germanio e silicio coprono quasi tutto lo spettro solare, una cella fotovoltaica composita fornisce una tensione pari circa alla somma dei gap energetici dei componenti. La realizzazione, ma soprattutto l' ottimizzazione di questi nuovi materiali non è facile ed è oggetto di intenso studio in molti centri di ricerca e università dei Paesi industrializzati. La gara sarà probabilmente vinta da Stati Uniti o Giappone. Gli altri devono far ogni sforzo per tenere il passo nel campo dei nuovi materiali che in futuro segnerà sempre più la linea di demarcazione tra Paesi avanzati e Terzo Mondo. Paolo Volpe Università di Torino


SISTEMI ANTI FRACASSO Rumore contro rumore uguale silenzio Presto su auto e aerei e negli stabilimenti industriali
Autore: RIOLFO GIANCARLO

ARGOMENTI: ACUSTICA, TECNOLOGIA, TRASPORTI, INDUSTRIA
ORGANIZZAZIONI: ANC, GILARDINI FIAT
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 102

IL silenzio è d' oro. Se non è solo un modo di dire, è facile prevedere un futuro di successo per i sistemi di controllo attivo del rumore o «Anc» (Active noise control), apparecchi elettronici che «producono silenzio» emettendo onde sonore speculari a quelle che non si vogliono udire. Nei prossimi anni troveranno impiego su auto, aerei, impianti industriali, persino elettrodomestici. I dispositivi Anc funzionano grazie all' interferenza distruttiva delle onde sonore: quando due onde di uguale ampiezza e frequenza, ma di fase opposta, s' incontrano, si cancellano reciprocamente. Nella realtà non si ottiene proprio il silenzio (si sente un rumore «residuo», causato dalla non perfetta sovrapposizione delle onde) ma viene considerevolmente ridotto il livello sonoro. Il primo brevetto basato su questo fenomeno risale agli Anni Trenta, ma solo recentemente, con i microprocessori ad alta velocità e il trattamento digitale dei suoni, sono apparse le prime applicazioni pratiche. Un dispositivo Anc è composto da un microfono che raccoglie il rumore indesiderato, da un microprocessore che lo analizza e che genera la risposta in controfase e, infine, da un sistema di amplificatore e altoparlanti per diffondere l' antirumore. Il componente critico è il microprocessore. L' esame del suono e la produzione di un segnale della stessa ampiezza e frequenza, ma sfasato esattamente di 180 gradi, richiede milioni di operazioni il secondo. Per realizzare l' interferenza distruttiva il margine d' errore è minimo e si riduce a mano a mano che sale la frequenza del suono. Per questa ragione i risultati migliori si ottengono con le basse frequenze, le più difficili da eliminare con filtri meccanici, quali schermature di materiale assorbente. I campi di impiego del controllo attivo sono innumerevoli. Già oggi esistono cuffie radio per piloti di elicottero che attenuano elettronicamente il frastuono del motore e del rotore. In futuro si pensa di migliorare con tecniche Anc il confort acustico nelle cabine degli aerei di linea, in special modo dei turboelica. Anche l' ambiente di fabbrica potrà migliorare dotando le macchine operatrici di sistemi di controllo attivo. Le possibili applicazioni non si fermano qui. Per esempio c' è chi pensa alla casa: lavatrici, lavastoviglie e così via. La Toshiba ha già collaudato un grande frigorifero munito di un sistema di controllo attivo per smorzare il rumore del compressore. Tra i prodotti che maggiormente potranno beneficiare di questa innovazione, al primo posto c' è l' automobile. La Gilardini (gruppo Fiat) ha realizzato un apparato capace di eliminare le frequenze più fastidiose del rumore proveniente dal motore mediante le onde sonore in controfase diffuse dagli altoparlanti del normale Hi Fi di bordo. Un microprocessore capace di eseguire dieci milioni di istruzioni al secondo riceve i segnali di quattro microfoni posti nell' abitacolo e di un sensore applicato al motore, li analizza e riproduce il controrumore, che viene diffuso attraverso due amplificatori stereo da 20 Watt e quattro altoparlanti. Il dispositivo consente un sostanziale miglioramento del confort acustico, con una diminuzione del rumore del motore compresa tra i 5 e i 17 decibel. In particolare, viene ridotta la risonanza caratteristica dei propulsori a quattro cilindri che si manifesta proprio ai regimi corrispondenti alla velocità di crociera in autostrada. Altri stanno sperimentando sistemi analoghi. La Nissan ha equipaggiato il modello Bluebird con un dispositivo di controllo attivo capace di ridurre di 10 decibel il rombo che si avverte nell' abitacolo. Per il momento questo optional è riservato al mercato giapponese. Un' altra applicazione del controllo attivo del rumore a bordo dell' automobile (allo studio anche in Gilardini) è il silenziatore a controllo attivo dello scarico, che realizza l' interferenza distruttiva delle onde sonore all' uscita del tubo di scappamento. Rispetto alla tradizionale marmitta questa soluzione permette non soltanto una sensibile riduzione del rumore ma, non producendo contropressione dei gas, migliora le prestazioni del motore e riduce i consumi. Non è finita. Sarà anche possibile agire sulle caratteristiche del suono residuo, in modo da rendere più piacevole il timbro. Secondo gli esperti del marketing gli automobilisti di domani saranno sempre più attenti alla qualità. Perché no, anche a quella del rumore. Giancarlo Riolfo


PROGRAMMA CRAFT Le piccole imprese europee mettono insieme le idee per progettare l ' innovazione
Autore: VICO ANDREA

ARGOMENTI: TECNOLOGIA, CONFERENZA, INCONTRO, PROGETTO
ORGANIZZAZIONI: CRAFT
LUOGHI: ESTERO, PORTOGALLO, LISBONA
NOTE: 102

DUE artigli mobilissimi afferrano la pelle appena scuoiata, la distendono per bene e con l' abilità di una manicure la puliscono rendendola perfettamente liscia e pronta per la concia. Questo procedimento robotizzato, utilissimo per chi lavora il cuoio, è stato inventato e realizzato da un gruppo di nove industrie europee tre francesi, tre italiane e tre spagnole. Tutte piccole aziende, con poche decine di dipendenti, ma altamente specializzate nel proprio settore. Nessuna avrebbe avuto i mezzi tecnici e la forza economica per affrontare da sola un simile progetto; insieme, col sostegno della Comunità europea, ce l' hanno fatta. All' inizio di dicembre si è tenuta, a Lisbona, la prima conferenza Craft (Cooperative research action for technology), occasione sia per tratteggiare lo stato dell' arte dei progetti di cooperazione tecnologica in corso, sia per pubblicizzare questa opportunità all ' industria. Il Craft è un sottoprogetto di Brite Euram II, programma quadriennale di ricerca industriale promosso dalla Cee, con l' obiettivo di sviluppare nuove tecnologie manifatturiere. La partecipazione al Craft è riservata alle piccole medie industrie, che in genere non hanno la possibilità di fare ricerca in proprio. Il programma è stato lanciato nel 1991 con un budget di 57 milioni di Ecu (poco meno di 1000 miliardi di lire, il 9% del bilancio per la ricerca Cee) e terminerà nel 1994. Vi possono partecipare gruppi di piccole medie industrie con sede in almeno due diversi Paesi membri. Inizialmente devono presentare una proposta che, con l' aiuto di tecnologie innovative, tenti di risolvere un particolare problema produttivo. Se l' idea è valida, viene finanziato un progetto di fattibilità (15 mila Ecu, 25 milioni di lire). Quindi il pool di industrie lavorerà per un anno, facendosi aiutare, nella progettazione di nuove tecnologie, da centri di ricerca pubblici o privati, da università o da altri istituti. La Cee finanzia fino al 50% dell' investimento fino 500 mila Ecu (circa 850 milioni di lire ). Craft ha già coinvolto mille industrie europee, suddivise in 150 progetti, che hanno lavorato insieme per ottimizzare l' utilizzo delle materie prime, riciclare gli scarti di lavorazione, sviluppare nuovi macchinari. Altri progetti riguardano le biotecnologie, la sintesi di nuovi materiali, l' elettronica applicata, il trattamento dei rifiuti e la fisica dei magneti. Lo scoglio maggiore rimane quello iniziale: come trovare i partner più adatti per presentare un progetto? Fino a oggi per questa fase occorrevano settimane di contatti e di viaggi (costosi) in Europa. Entro la primavera sarà in funzione Arcade, una banca dati telematica dedicata al programma Craft. E' sufficiente il collegamento Videotel e il produttore di olio d' oliva di Creta e il distillatore di whisky scozzese potranno sviluppare insieme un nuovo sistema per recuperare il vetro delle bottiglie. Andrea Vico


CHE COSA E' LA BIOASTRONOMIA Alla ricerca delle sorgenti della vita In corso molti programmi di studio dai Viking su Marte al sogno di ET
Autore: BATALLI COSMOVICI CRISTIANO

ARGOMENTI: ASTRONOMIA, AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, BIOLOGIA
ORGANIZZAZIONI: UNIONE ASTRONOMICA INTERNAZIONALE, NASA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 103

NEGLI Anni 70 si è sviluppata negli Stati Uniti una nuova scienza, denominata esobiologia, con lo scopo di studiare l' evoluzione della vita su scala cosmica, partendo dalle molecole organiche fondamentali scoperte dai radioastronomi nelle nubi interstellari. A questa impresa, inserita poi dalla Nasa nei programmi della Divisione delle Scienze della vita, partecipavano per lo più biologi e biochimici che hanno dato un impulso determinante all' affascinante missione spaziale Viking che nel 1976 depositò sul pianeta Marte veri e propri laboratori biologici per verificare la presenza o meno di forme di vita primordiale o di una evoluzione chimica prebiotica nei deserti marziani. L' Unione Astronomica Internazionale (IAU, Commissione 51) ha poi dato vita a un nuovo settore chiamato bioastronomia che comprendeva l' esobiologia ma andava oltre, rendendo interdisciplinare l' argomento. Oltre a cercare di comprendere l' origine della vita si vuole studiarne l' evoluzione e l' espansione nell' universo tramite una stretta cooperazione tra astrofisici, esobiologi, chimici e geologi. Seguendo le piste tracciate dagli elementi biogeni (carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto fosforo, zolfo), che partono dall' origine del cosmo, attraverso le epoche più rilevanti nella evoluzione dei sistemi viventi e dei loro precursori, si vogliono comprendere i processi che hanno portato all' origine della vita investigando i fenomeni planetari e molecolari che hanno fornito le condizioni fisiche e chimiche entro le quali i sistemi viventi si sono sviluppati. Contemporaneamente si cerca di determinare la natura degli organismi più primitivi, l' ambiente in cui sono apparsi e il modo in cui essi hanno influenzato questo ambiente. La tappa finale riguarda la ricerca sulla vita evoluta, cercando di determinare i fattori estrinseci che ne influenzano lo sviluppo e la sua potenziale distribuzione, includendo una valutazione dei contributi extraterrestri e dei processi planetari sull' apparizione ed evoluzione della vita pluricellulare. Ciò si può ottenere tracciando gli effetti dei maggior cambiamenti nell' ambiente terrestre durante l' evoluzione della vita complessa, specialmente durante eventi catastrofici di estinzioni di massa. Una ricerca parallela, molto ambiziosa, è stata inaugurata dalla Nasa il 12 ottobre scorso e riguarda il progetto Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence) che si propone, mediante l' uso di potenti radiotelescopi, e di sofisticatissime apparecchiature in grado di captare simultaneamente milioni di frequenze elettromagnetiche a strettissima banda passante, di scoprire segnali radio intelligenti provenienti da sistemi planetari abitati e tecnologicamente evoluti nella nostra galassia. Poiché dopo le scoperte fatte dalla sonda «Giotto» nella cometa di Halley, si è sempre di più rafforzata la teoria dell' importazione da parte delle comete sul nostro pianeta delle molecole prebiotiche fondamentali per lo sviluppo biologico, lo studio delle comete è diventato un pilastro della ricerca nel campo della bioastronomia, che raggiungerà il suo apice un giorno non lontano quando potremo analizzare «in situ» e nei laboratori terrestri il ricchissimo materiale organico prodotto nei nuclei delle comete. Nel programma di bioastronomia non va trascurato il settore della prevenzione delle catastrofi cosmiche. Sappiamo che il nostro pianeta è stato investito in passato da migliaia di bolidi (comete, asteroidi, meteoriti) e sappiamo che ogni 26 milioni di anni circa uno sciame di comete investe la Terra, per ragioni ancora sconosciute, provocando l' estinzione di molte specie viventi. Anche se la probabilità di impatto con la Terra è estremamente bassa, vi sono migliaia di asteroidi di piccola o media grandezza di cui non si conosce l' orbita e che dovrebbero essere tenuti sotto controllo costante tramite una rete planetaria di telescopi e di radar. L' evidenza più recente di simili impatti è data dal bolide di Tunguska (Siberia, 1908) che si pensa sia stato un asteroide di 100 metri di diametro. Scoppiando nell' atmosfera a 8 chilometri di altezza a causa dell' attrito con l' aria, esso ha provocato un' onda d' urto che ha completamente distrutto una foresta di 30 chilometri quadrati senza lasciare traccia di impatto. Un oggetto di 1 chilometro di diametro potrebbe distruggere la vita su un intero continente e uno di 10 chilometri sull' intero pianeta. Con lo scopo di avviare in Italia un programma interdisciplinare di bioastronomia 20 Istituti del Cnr e dell' Università hanno deciso di presentare entro quest' anno un progetto strategico, cui partecipano astrofisici, biologi, chimici e geologi con sede a Torino, Genova, Bologna, Padova, Firenze, Roma, Napoli e Catania. L ' iniziativa, unica in Europa, include anche il progetto Seti e quello della prevenzione delle catastrofi cosmiche. Intanto il 18 e il 19 dicembre, a Venezia, nell' aula magna dell' Università, si è svolto un convegno internazionale su cosmologia e origine della vita: dieci esperti hanno affrontato gli aspetti scientifici, ma anche quelli filosofici e religiosi. Cristiano Batalli Cosmovici Istituto di Fisica dello Spazio, Cnr


AIUTANTI AL NIDO Se però vedo un buon posto, sloggio Altruisti solo quando non trovano di meglio
Autore: BOZZI MARIA LUISA

ARGOMENTI: ETOLOGIA, ANIMALI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 103

RIMANGONO con i genitori a dare una mano per allevare i fratelli più piccoli, rimandando il momento di formarsi una propria famiglia. Sono gli aiutanti al nido, frequenti soprattutto fra gli uccelli. Collaborano nella difesa del territorio, nelle azioni di disturbo contro i predatori, nella manutenzione del nido, nella cova (le femmine) e nel nutrire i fratellini. Secondo i biologi, questo comportamento apparentemente contrario agli interessi di chi lo mette in atto si manifesta quando tutti i territori sono occupati e non c' è posto per una nuova famiglia. Ora uno studio di Jan Komdeur (Dipartimento di Zoologia dell' Univeristà di Cambridge) su un uccellino delle Seychelles parente delle capinere (Acrocephalus sechellensis) chiarisce che non si tratta soltanto di un problema di quantità, ma anche di qualità dei territori disponibili. Questo piccolo insettivoro di 15 grammi, raggiunta la maturità sessuale a un anno di età, se è di condizioni agiate preferisce tirar su fratellini piuttosto che trasferirsi in un territorio di scarsa qualità, dove non riuscirebbe ad allevare figli suoi. Gli Acrocephalus s. nel 1959 erano in tutto 26, confinati sulla piccolissima isola di Cousin. Salvati dall' estinzione in seguito a un programma di ripristino dell' ambiente originario, in una ventina d' anni sono saliti a 320 e hanno diviso in 115 territori lo spazio disponibile. Questa variazione demografica ha permesso di capire in quali condizioni i giovani di Acrocephalus s. diventino solerti aiutanti dei genitori. Fintantoché la popolazione era ridotta a pochi individui, nessun giovane di un anno si fermava nel nido paterno. Poi il fenomeno fu osservato in poche famiglie che abitavano in territori di alta qualità e infine divenne comune quando la popolazione occupo' completamente l' isola, confermando l ' ipotesi secondo la quale l' altruismo si verifica quando non ci sono territori liberi. Tuttavia una buona parte dei giovani (il 41 % ) continuava ad abbandonare la casa paterna, in barba alle nostre teorie. Fu così che si procedette al censimento dell' ambiente, per scoprire se fosse anche la qualità dei territori liberi a influenzare la decisione di restare o andarsene. Quale parametro della qualità di un territorio fu assunta la quantità di insetti reperibili: abbondanza di insetti significava territori medio alti; scarsità, territori bassi. Si scoprì così che i giovani dei territori medio alti non abbandonano la casa paterna per trasferirsi in un territorio di bassa qualità, al contrario dei loro coetanei dei quartieri bassi che evidentemente non hanno incentivi a rimanere. La posta in gioco è la possibilità che un individuo ha nel corso della vita, di trasmettere i propri geni alle generazioni future attraverso i figli, i fratelli o altri parenti e i loro discendenti. Questi uccellini si trovano, per così dire, tra due fuochi. Da una parte la presenza degli aiutanti in un nido si traduce nella sopravvivenza di un maggior numero di piccoli fino all' involo, dall' altra la quantità di cibo condiziona il numero di bocche che possono essere convenientemente sfamate. Ecco quindi spiegate le ragioni di chi parte e di resta: i giovani dei quartieri alti possono trasmettere un maggior numero di geni rimanendo a casa ad allevare i fratelli, anziché mettendo al mondo figli in un ambiente povero, con scarse possibilità che sopravvivano; i giovani dei quartieri bassi, invece, possono avere un maggior numero di discendenti andandosene, anziché rimanendo in un ambiente dove non c' è cibo per tutti. La conferma a tali conclusioni venne quando alcuni Acrocephalus s. furono trasferiti su due isole non ancora colonizzate da questa specie. Il trasferimento sbloccò la crisi degli alloggi sull' isola di Cousin: nel giro di poche ore i giovani, abbandonato il ruolo di baby sitter nella casa paterna, si trasferirono nei territori liberi, ripartendoseli secondo il censo di famiglia. Le zone migliori andarono ai giovani dei quartieri alti e quelle peggiori furono occupate soltanto da giovani nati in quartieri di analoga povertà. Anche gli Acrocephalus s. trasferiti nelle isole si comportarono secondo questa dialettica. Nel giro di poche settimane maschi e femmine diedero luogo a un' intensa attività di nidificazione, occupando i territori migliori. Quando non ce ne fu più uno libero, i giovani dei quartieri alti delle nuove generazioni incominciarono a rimanere a casa. Se questi dati saranno confermati in altre specie, sarà evidente che gli aiutanti al nido sanno fare bene i conti: non abbandonano la casa paterna per l' indipendenza, se non hanno pari opportunità di sopravvivenza nella nuova dimora. Maria Luisa Bozzi


TUMORI INTESTINALI Il bisturi del chirurgo a colpo sicuro sul bersaglio con anticorpi monoclonali
Autore: LUBRANO TOMMASO

ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, TECNOLOGIA, SANITA'
NOMI: MARTIN EDWARD
LUOGHI: ITALIA
TABELLE: D
NOTE: 103

LA necessità di offrire maggiori possibilità di successo nella terapia dei tumori maligni del grosso intestino ha spinto i ricercatori dell' Università dell' Ohio, diretti da Edward Martin, a proporre una nuova metodica definita «chirurgia radioimmunoguidata» , una tecnica più mirata e più radicale, che si traduce in una più elevata percentuale di guarigione della neoplasia. La metodica si basa sull' utilizzo degli anticorpi monoclonali (mab), cioè di molecole in grado di riconoscere selettivamente le cellule tumorali essendo rivolte verso particolari strutture presenti sulle cellule stesse, i cosiddetti siti antigenici. Gli anticorpi vengono marcati con radio traccianti, cioè con sostanze in grado di segnalare la loro presenza mediante l' emissione di radiazioni che vengono captate da una sonda miniaturizzata. In questo modo le radiazioni indicano la presenza degli anticorpi monoclonali in una o più aree dell' organismo, consentendo di svelare anche eventuali localizzazioni neoplastiche di ridottissime dimensioni (intorno ai 3 millimetri), che possono trovarsi in prossimità o a distanza dal tumore primitivo e non sono riconoscibili visivamente nè mediante le usuali tecniche diagnostiche. In Italia (dove le neoplasie colo rettali rappresentano la terza causa di morte per cancro nel sesso maschile e la seconda in quello femminile e si registrano trentamila nuovi casi l' anno) esistono alcuni centri selezionati per la ricerca e l ' applicazione clinica di questa tecnica. I primi incoraggianti risultati ottenuti hanno dimostrato che la chirurgia radioimmunoguidata offre il vantaggio di una più precisa definizione dei margini di sezione intestinale. Inoltre consente di definire lo stadio del tumore sia mediante la valutazione dell' estensione neoplastica ai linfonodi e alle strutture contigue, sia rendendo possibile la scoperta di eventuali localizzazioni tumorali occulte. L' applicazione clinica degli anticorpi monoclonali ha aperto nuove frontiere nella cura dei tumori del colon retto. L' affascinante campo di ricerca offerto da queste molecole resta tuttavia, allo stato attuale, ancora a una fase sperimentale. Altra strada dovrà essere percorsa per arrivare alla sintesi di mab a più alta affinità di legame e a rapida depurazione ematica. Tommaso G. Lubrano


PARKINSON Un cervello seminuovo Con il trapianto di cellule fetali
Autore: GIACOBINI EZIO

ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, GENETICA, SANITA'
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 103

LA signora Johanna C. 54 anni casalinga, da 8 anni malata di Parkinson, è certamente la paziente più conosciuta negli Stati Uniti. Un video della sua lotta quotidiana contro questo male, proiettato dalla Nbc nel notiziario nazionale, la mostra mentre cerca invano di usare l' aspirapolvere, cade ripetute volte e alla fine è ridotta a strisciare per non perdere l' equilibrio. Nella scena invece sorride al volante della sua macchina e cammina in modo normale. Tra le due scene ci sono sei mesi di distanza e un trapianto di alcune migliaia di cellule nervose prelevate dal cervello di un feto umano di sei settimane e iniettate in quattro diverse microcavità in ciascun lato del cervello. Il servizio della Nbc e l' operazione, effettuata all' Università del Colorado sono una sfida aperta alle disposizioni del presidente Bush, che negli ultimi quattro anni ha proibito qualsiasi tipo di finanziamento federale alla ricerca che usi cellule fetali umane, perché questa ricerca incoraggerebbe l' aborto. Il nuovo presidente Clinton, non è di questa idea e ha già promesso una riforma della legge federale. Intanto, come riferisce il «New England Journal of Medicine» in tutto il mondo sono ormai un centinaio i pazienti affetti da Parkinson operati con trapianto di cellule fetali umane. Questa operazione potrebbe quindi rappresentare un mezzo di terapia nuova ed efficace in certi casi di Parkinson, non più trattabili con la terapia farmacologica. I ricercatori sono però molto cauti e mettono in guardia da un ottimismo generale. L' operazione infatti è riservata solo ai casi più gravi, è molto costosa (circa 30. 000 dollari, nei pochissimi centri che la effettuano) e l' efficacia è di durata incerta (più di due o tre anni? ). Inoltre non è ancora ben stabilita la quantità di tessuto fetale da usare e la localizzazione del trapianto (ne sono state tentate diverse). Gli svedesi, che sono stati i primi e sono anche i più avanzati tecnicamente, hanno unito alle cellule fetali anche il fattore nervoso di accrescimento (NGF di Levi Montalcini) ottenendo forse i risultati migliori e più duraturi. Galvanizzate da questi risultati, le associazioni dei pazienti di Parkinson hanno richiesto subito a Clinton di sospendere il bando sull' uso di tessuti fetali iniziato da Reagan nel 1988 e mantenuto da Bush finora. E' probabile che questo avverrà nel gennaio prossimo e la ricerca potrà così continuare anche in questo campo. Ezio Gacobini Università del Sud Illinois


STRIZZACERVELLO Quante soluzioni?
Autore: PETROZZI ALAN

ARGOMENTI: GIOCHI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 104

Quante soluzioni? Molti problemi di matematica ricreativa si possono ricondurre alla formulazione di un' equazione la cui soluzione porta al risultato finale. In altre circostanze, però, è possibile trovarsi di fronte un' equazione con soluzioni evidenti ma numerose in questi casi può risultare più appassionante contarle che tentare di individuarle. E' appunto il problema di oggi: quante sono le soluzioni intere e strettamente positive per la seguente equazione? X più Y più Z più W = 13 Vi può essere d' aiuto nella ricerca la seguente riflessione: la soluzione 4 più 3 più 2 più 4 = 13 può essere anche scritta come (1 più 1 più 1 più 1) più (1 più 1 più 1) più (1 più 1) più (1 più 1 più 1 più 1 ) = 13. La risposta domani, accanto alle previsioni del tempo. (a cura di Alan Petrozzi) Tutti in vacanza In occasione delle vacanze natalizie, TuttoScienze Scuola sospende le pubblicazioni per due numeri. Tornerà il 13 gennaio.


LA PAROLA AI LETTORI La tastiera è organizzata per scrivere svelti
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 104

I L quesito sulla durata dei voli ha appassionato moltissimi lettori, anche dopo la pubblicazione delle risposte. Fra le nuove lettere, abbiamo scelto questa: «Lo sfruttamento della corrente a getto per incrementare la velocità al suolo di un aereo non è la norma e non viene presa in considerazione nei tempi di volo previsti dalle società aeree. Volare nel cuore di un getto individuarlo, entrarci, mantenerlo non è semplice: la direzione non è costante, è necessario monitorizzare continuamente la temperatura dell' aria esterna, diventa laborioso l' impiego delle piattaforme inerziali e così via. Soprattutto, al fenomeno è associata una forte turbolenza, spesso causa di disagi e incidenti. La turbolenza in quota è difficile da determinare e spesso costituisce una sopresa per il pilota, specie quando si manifesta in aria limpida. Gian Carlo Palmisano S. Salvatore Monferrato (AL) Con quale criterio le lettere dell' alfabeto vengono disposte sulle tastiere delle macchine da scrivere? La disposizione delle lettere risale all' epoca della costruzione delle prime macchine in Inghilterra ed è dovuta a un' esigenza tecnica: evitare che i martelletti si incastrino fra loro durante una battitura veloce. Si è cercato quindi di affiancare lettere che, nella lingua inglese, avessero meno probabilità di trovarsi vicine all' interno di una parola. I 5 «Nuke» di Laurentini Politecnico di Torino Nella maggior parte delle tastiere per computer le lettere sono diposte in base al loro maggiore o minore utilizzo nella lingua inglese, che è quella utilizzata per inviare input agli elaboratori. Per le macchine da scrivere, invece, si utilizza il criterio alfabetico dei Paesi dove sono in uso. Quindi le vocali e le consonanti più frequenti sono messe in posizione tale da risultare più facili da digitare. M. Gallo e L. Cimiero Fossano (CN) Perché la nostra temperatura corporea raggiunge una punta massima intorno alle 17? Perché il ciclo biologico quotidiano, che dipende dal sistema nervoso simpatico, prevede appunto un picco massimo e uno minimo (alle 3 del mattino). Da che cosa sono costituiti gli oggetti fosforescenti? La fosforescenza può prodursi in vari modi. Talune sostanze, sottoposte all' azione dei raggi solari, diventano fosforescenti all' oscurità; altre, se vengono riscaldate bruscamente o sottosposte ad azione elettrica. Esistono anche animali o vegetali che presentano fosforescenza. I materiali fosforescenti di maggior impiego sono i solfuri di calcio e di zinco, i quali presentano una luminescenza di diversa durata. La fosforescenza diventa permanente senza necessità di esposizione alla luce aggiungendo ai solfuri metallo radioattivo. III A Geometri, Ciriè (TO) Quando si somministra una corretta forma di energia a un elemento o a un composto, si può avere emissione di luce. Normalmente, spegnendo la sorgente di energia, cessa anche l' emissione di luce. Tuttavia esistono particolari sostanze che, per un certo tempo, continuano a emettere luce anche dopo che la sorgente di energia è stata spenta Questo fenomeno prende appunto il nome di fosforescenza. In natura esistono parecchi minerali fosforescenti. Questa caratteristica viene attribuita al fatto che gli elettroni eccitati scendono dapprima in particolari stati energetici, rimanendovi per un certo periodo di tempo. Quindi ricadono nei loro stati di più bassa energia emettendo, sotto forma di luce, l' energia temporaneamente «immagazzinata». In definitiva, la fosforescenza è un processo dovuto al fatto che si verifica un ritardo nell' emissione di luce da parte di atomi eccitati. Gianluca Noascono Cuorgnè (TO) Come si fa a capire quando la digestione è completata? Normalmente si ritiene che un pasto normale venga digerito nell' arco di tre ore. Non esistono però segnali precisi soggettivi, a parte, forse, un ritorno dell' appetito. Il tempo è comunque legato anche al tipo di pasto: quanto più è pesante, tanto più laboriosa sarà la digestione. Federico Bassi Genova Voltri & L' aglio è davvero l' unico alimento a lasciare una pesante traccia nell' alito? Qual è il modo migliore per neutralizzarla? & Perché di un uomo forte e deciso, si dice che «ha i peli sullo stomaco» ? & Perché la gente si bacia? & Mi è capitato di vedere, in un film, la scena del ritrovamento di un' antica anfora greca ancora piena di vino, subito tracannato perché ancora buono. E' davvero possibile, nella realtà ? Vittorio Corsi _______ Risposte a: «La Stampa Tuttoscienze», via Marenco 32, 10126 Torino. Oppure al fax 65. 68. 688, indicando chiaramente TTS sul primo foglio.


LE DATE DELLA SCIENZA Scheele, il modesto farmacista che per primo isolò l' ossigeno
AUTORE: GABICI FRANCO
ARGOMENTI: STORIA DELLA SCIENZA
PERSONE: SCHEELE CARL WILHELM
NOMI: SCHEELE CARL WILHELM
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 104

IL 9 dicembre 1742, due secoli e mezzo fa, nasceva a Stralsund, in Pomerania, il chimico Carl Wilhelm Scheele. Fin da ragazzo lavorò in una farmacia, ma trovò anche il tempo per studiare, tanto che ottenne la laurea a pieni voti. Nonostante la laurea, e la fama che gli procurarono i suoi lavori, Scheele continuò a lavorare nella farmacia a Koping, rifiutanto perfino una cattedra universitaria. Scheele fra il 1770 e il 1773 isolò l' ossigeno (che chiama Feuer Luft, aria di fuoco), ma non divulgò la scoperta. Lo avrebbe fatto alcuni anni più tardi Joseph Priestley che ancora oggi è considerato lo scopritore dell' ossigeno. Oltre all' ossigeno, Scheele isolò diverse sostanze organiche: acido urico, acido tartarico, acido lattico, glicerina... Scoprì che la grafite è una varietà di carbonio. Molto importanti i suoi studi sull' aria che considerò composta da due «fluidi elastici», l' ossigeno e l' azoto. Come alternativa alla teoria del flogisto, propose una nuova teoria del fenomeno della combustione. Dopo aver scritto il «Trattato chimico sull' aria e sul fuoco» (1777), morì a Koping nel 1786. Curiosità: Scheele fu il primo farmacista accolto nell ' Accademia di Stoccolma. Due sostanze sono ancora oggi chiamate con il nome del chimico svedese: la Scheelite (wolframato di calcio) e il verde di Scheele (arsenico di Rame) che entra nella composizione di colori come il verde di Basilea o il verde di Parigi. Franco Gabici


NATALE SIGNIFICA PACE, MA IL COMMERCIO DI ARMI CONTINUA I mercanti di guerra Tra i venditori tutte le grandi potenze, il Terzo Mondo maggior compratore Ministri e affaristi senza scrupoli in un affare da 30 mila miliardi di lire

STATISTICHE^# ^$LUOGHI ITALIA^# ^$TABELLE T. G. Tipi di armi. Venditori, acquirenti. I primi dieci paesi esportatori. I primi dieci paesi importatori. Armi al terzo mondo ^# ^$NOTE 104 ^#

E' stata dimezzata nell' arco di quattro anni, ma resta sempre una spesa impressionante: ventidue miliardi di dollari in armamenti (cifre ' 91). Soltanto la Cecoslovacchia di Havel ha espressamente bandito questo commercio, sebbene nel ' 90 le avesse reso quasi mille miliardi di lire. La tendenza mondiale ai tagli, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, nasce da precise disposizioni del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale: riduzione degli aiuti a chi li spende in armi. Gli altissimi profitti che questo traffico assicura a produttori e intermediari, e la semi segretezza in cui il tutto avviene, rendono però evanescente la linea che separa la legalità dall' illegalità. I grandi produttori del passato, i Krupp in Germania e i Vickers in Gran Bretagna, avevano guadagnato moltissimo rifornendo i loro governi di prodotti nuovi come la dinamite e l' acciaio temprato. Le nuove industrie, consapevoli che non potevano prosperare semplicemente vendendo armi al loro ministero della Difesa, cominciarono a cercare mercati lontani. La giustificazione morale a questo traffico era che proprio l' aumento del potenziale distruttivo garantiva l' improbabilità di una guerra. Argomentazioni smentite dai fatti, come abbiamo visto in tutto questo secolo. L' amara ironia della corsa agli armamenti è che questi finiscono spesso in mani ostili e, per il gioco imprevedibile delle alleanze, si ritorcono contro i Paesi che le hanno prodotte e vendute. Fra le ragioni del successo dell' industria bellica c' è anche la sua grande abilità nel fare pressioni sui governi. Con due argomenti forti: la sicurezza del Paese e i posti di lavoro. C' è poi anche l' impulso alla ricerca con promessa di ampie ricadute nell' industria civile. E inoltre la cosiddetta «economia di scala»: poiché progettare nuovi sistemi di difesa costa moltissimo, si può ridurre il costo di ogni carro armato o di ogni aeroplano producendoli in quantità e vendendoli all' estero. Ecco perché i governi chiudono gli occhi e fingono di non sapere che cosa accade, finché una guerra come quella del Golfo non li costringe ad aprirli. D' altronde, è stato proprio il petrolio a cambiare le regole del mercato: con l' aumento del prezzo negli Anni 70, i Paesi esportatori hanno potuto permettersi il meglio della produzione occidentale. Ora la fine della guerra fredda ha rallentato anche questo mercato: le due superpotenze hanno tagliato i loro bilanci e ridotto i rifornimenti ai Paesi alleati. I Paesi in via di sviluppo sono sepolti dai debiti. Altri hanno raggiunto il punto di saturazione. Forse non è lontano un Natale di pace.


SCAFFALE Calissano Piero: «Neuroni: mente ed evoluzione», Garzanti
AUTORE: P_B
ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 102

GLI Anni 90 sono stati proclamati negli Usa il «decennio del cervello», iniziativa che è stata fatta propria, sia pure con due anni di ritardo, anche dalla Comunità europea. Le neuroscienze stanno dunque vivendo un momento magico, di grande fervore intellettuale e di relativa abbondanza di finanziamenti. D' altra parte ben maggiori sono i costi sociali delle malattie neurologiche in senso lato (inclusi, per esempio, droga e alcolismo), costi che negli Usa sono stimati intorno ai 400 miliardi di dollari all' anno un decimo del prodotto interno lordo. Questo libro di Pietro Calissano, dal 1965 stretto collaboratore di Rita Levi Montalcini prima negli Stati Uniti e poi in Italia, oggi direttore dell' Istituto di neurobiologia del Cnr, è il miglior viatico per chi voglia essere compiutamente informato su tutto ciò che oggi si sa del cervello, un organo formato da quasi cento miliardi di cellule quindi di estrema complessità ma le cui funzioni (la «mente» ) sono ancora più complesse della somma delle sue parti. Calissano ne esplora a fondo i tre livelli: il substrato fisico dei neuroni, i suoi codici, la coscienza.


SCAFFALE Autori vari: «Il pianeta dell' uomo», De Agostini
AUTORE: P_B
ARGOMENTI: GEOGRAFIA E GEOFISICA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 102

La geografia oggi non è più fatta soltanto di confini e di toponimi. Ancora più importante è conoscerne gli aspetti antropologici ed economici: aumento della popolazione, indebitamento del Terzo Mondo, distruzione delle foreste, fenomeni di urbanesimo, gestione delle risorse. E' la prospettiva con la quale è stato concepito questo volume curato da Bruce Marshall: un prezioso archivio di dati che aiuta a capire non solo la geografia ma anche la storia recente e quella futura.


SCAFFALE Bertola Francesco e F. Danesin: «Da Galileo alle stelle», Biblos
AUTORE: P_B
ARGOMENTI: ASTRONOMIA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 102

L' anno di Galileo 1992: quattro secoli dall' inizio del suo insegnamento a Padova, tre secoli e mezzo dalla morte non poteva trovare coronamento migliore: un libro elegante, con testo bilingue italiano inglese e insolito nel formato che raccoglie saggi di Francesco Bertola (sette secoli di astronomia a Padova), Leonida Rosino (Galileo: esplorazioni e scoperte nel cielo), Oddone Longo (la dottrina delle maree), Maurice Finocchiaro (Galileo e il pensiero scientifico), George Field (astronomia oggi) e Paolo Scandaletti (Galileo privato). Una segnalazione speciale meritano anche le splendide fotografie di Francesco Danesin. Poiché la distribuzione è probabilmente limitata, segnaliamo che l' editore Biblos si trova a Cittadella, telefono 049/59. 75. 236.


SCAFFALE Garnier Delamare: «Dizionario dei termini di medicina», Monduzzi Editore
AUTORE: P_B
ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 102

Edito da Monduzzi, arriva anche in Italia il «Dizionario dei termini di medicina» di Garnier e Delamare. Pubblicato per la prima volta in Francia nel lontano 1932, con le sue trentamila voci costantemente aggiornate, è ormai un classico, tradotto in inglese, spagnolo, portoghese e tedesco. In Francia ha raggiunto la ventitreesima edizione. Il motivo di tanto successo è da ricercare nella completezza accoppiata alla sinteticità delle sue voci, per ognuna delle quali compare anche il corrispondente termine inglese. Un atlante anatomico e un lessico etimologico completano l' opera.




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