TUTTOSCIENZE 8 gennaio 92


DIAGNOSTICA BIOMAGNETISMO UN OCCHIO NUOVO GUARDA NEL CUORE
Autore: M_VER

ARGOMENTI: TECNOLOGIA
LUOGHI: ITALIA
TABELLE: D. Lo schema dell'apparecchio di Krenikon
NOTE: 003

Un cilindro scende a sfiorare il paziente ma non lo tocca. Il suo compito è misurare i campi magnetici generati dalle sorgenti elettriche all'interno dell'organismo e, su questa base diagnosticare disturbi celebrali (oggi l'epilessia, domani forse il Parkison, l'Alzheimer, la schizofrenia) e cardiaci (oggi i disturbi del ritmo e della frequenze, domani le avvisaglie del rigetto nei trapianti di cuore). L'apparecchio si chiama Krenikon ("sorgente di immagini", in greco) ed è stato messo a punto dal Gruppo di Ricerca di Base della Siemens Medicale di Erlangen. Esso rileva contemporaneamente sia le misure magnetiche che quelle elettriche ed è in grado di captare segnali debolissimi, inferiori anche miliardi di volte al campo magnetico terrestre. il biomagnetismo è una strategia diagnostica abbastanza recente, derivata dai più classici studi sulle variazioni dei campi elettrici (principio utilizzato per l'elettrocardiogramma e l'elettroencefalogramma). Insieme a questi, infatti, il corpo genera anche dei campi magnetici. Pochissimo influenzati dalla conduttività dei tessuti, possono essere misurati all'esterno, senza alcun contatto diretto con il paziente. L'unico problema è l'estrema debolezza di questi segnali, milioni di volte più deboli del campo magnetico terrestre, facilmente turbati da " rumori di fondo". Krenikon è perciò uno strumento estremamente sensibile (trentasette canali) e lavora all'interno di una cabina schermatissima dai campi magnetici e dalle vibrazioni. m. ver.


ANIMALI Come dribblare l' inverno Strategie diverse per sopravvivere al gelo
Autore: BENEDETTI GIUSTO

ARGOMENTI: ETOLOGIA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 001

STAGIONE dura, l' inverno. Se la situazione è sgradevole per noi, che possiamo contare su indumenti e abitazioni riscaldate, non è difficile immaginare quanto possa essere sgradevole per gli animali selvatici. I problemi che devono affrontare sono legati a due condizioni principali: il freddo e la scarsità di cibo. La concomitanza delle due cose fa sì che debba essere scartata a priori la soluzione più ovvia, quella di incrementare l' attività metabolica: un aumento di attività metabolica si traduce difatti in produzione di calore, e se l' ambiente esterno tende a sottrarre calore all' organismo, la perdita potrebbe teoricamente essere compensata dalle combustioni interne che del metabolismo animale stanno alla base. Ma per fare questo occorre il combustibile, cioè il cibo... che non c' è. In questi ultimi anni abbiamo imparato a nostre spese che, se non è possibile disporre di più energia, bisogna cercare di sfruttare al meglio quella che abbiamo. Gli animali lo sanno da sempre: se non possono produrre più calore, cercano di disperderne il meno possibile. La cosa è molto evidente negli animali delle zone polari: folte pellicce nei mammiferi, piumaggi fitti e ricchi di piumino negli uccelli, spessi pannicoli adiposi in entrambi. Tutte soluzioni che coibentano efficacemente l ' organismo. Esistono tuttavia zone del corpo che non sono provviste di pelo o di piume, e che non sono protette da sufficienti strati di grasso sottocutaneo: ad esempio, il naso dei mammiferi o le zampe degli uccelli. Le zampe, in particolare, si trovano a diretto contatto col suolo: è inevitabile che si raffreddino, e che si raffreddi il sangue che le irrora. Ritornando al cuore, il sangue venoso raffredderebbe progressivamente l' intero organismo, con ovvie conseguenze. Questo tuttavia non accade, grazie alle «reti mirabili», fitte ragnatele di capillari che trasportano sangue arterioso caldo e che circondano le vene periferiche: in tal modo, il sangue arterioso riscalda quello venoso prima che quest' ultimo ritorni nel vivo della circolazione. Malgrado tutto questo, esistono molti animali che non se la sentono di tirar vita grama affrontando i rigori dell' inverno. A questo punto, le soluzioni possibili sono soltanto due: andarsene in letargo o andarsene tout court. In altre parole, ibernare o migrare. L' ibernazione è un fenomeno che ancor oggi presenta molti lati oscuri: studi approfonditi sono stati condotti sul comune riccio europeo, e nulla vieta di pensare che i meccanismi di base possano essere simili anche per altre specie di mammiferi che, durante l' inverno, scelgono la via del sonno. Quando la temperatura ambientale si abbassa oltre un limite che varia da specie a specie e da latitudine a latitudine, una particolare area del mesencefalo, il «centro del sonno», stimola l' ipofisi a produrre un ormone che induce il pancreas a incrementare la produzione di insulina. L' insulina, entrando in circolo, fa drasticamente diminuire il tasso di glucosio nel sangue e produce nell' animale uno stato di torpore. Il glucosio non va tuttavia sprecato: esso viene accumulato nel fegato e nei muscoli sotto forma di glicogeno, un prodotto di riserva che verrà lentamente smaltito nel corso del letargo. Durante il letargo, tutte le manifestazioni vitali vengono rallentate: diminuisce la frequenza degli atti respiratori e del battito cardiaco, il metabolismo scende a livelli estremamente bassi, e la temperatura corporea si riduce a pochi gradi sopra lo zero. In questa situazione l' animale, al riparo di una confortevole tana, può rimanere per alcuni mesi sino al momento del risveglio. Anche il risveglio è innescato da meccanismi ormonali: le capsule surrenali iniziano a produrre adrenalina, e quest' ultima accelera la scissione del glicogeno in glucosio; il glucosio entra in circolo, l' attività metabolica si innalza, la temperatura corporea aumenta... e in poche ore l' animale ritorna in piena efficienza. Gli uccelli, la cui frenetica attività metabolica renderebbe il letargo rischioso e problematico, scelgono generalmente la via della migrazione, si trasferiscono cioè a latitudini meridionali caratterizzate da condizioni più favorevoli. Il loro vero problema non è dato tanto dal freddo, quanto dal cibo: per mantenere l' attività metabolica sui toni elevati cui accennavo prima, gli uccelli devono mangiare quasi in continuazione ed il più a lungo possibile nell' arco della giornata, e la cosa è assai difficile nella stagione invernale, vuoi perché il cibo scarseggia, vuoi perché le ore di luce non sono molte. E, con il buio, la ricerca di cibo non è nè agevole nè consigliabile. Ma dedichiamo ancora un po' di attenzione agli animali che non vanno in letargo e che non migrano. Abbiamo già parlato degli accorgimenti adottati per combattere il freddo, ma abbiamo anche detto che il freddo è soltanto uno dei problemi. Pensate ad esempio agli spostamenti sulla neve fresca: noi possiamo usare le racchette per non sprofondare, ma gli animali, specie se grossi e pesanti? Le soluzioni sono molteplici: alcuni sviluppano «racchette naturali», aumentano cioè le superfici plantari arricchendole di pelo (come l' orso polare e la lepre variabile) o di penne (come la pernice bianca e la civetta delle nevi); altri (come l' alce) battono delle piste: sarà un po' faticoso le prime volte, ma poi ci si ritrova la strada fatta; altri ancora (è il caso di molti roditori, troppo piccoli per disporre di superfici plantari adeguate o per battere piste) scavano gallerie sotto la neve fino a raggiungere il terreno. Così ottengono il duplice scopo di sfruttare l' effetto coibente del manto nevoso e di trovare semi e radici come risorsa alimentare. Quello delle risorse alimentari è forse il problema più grosso per gli animali che rimangono ad affrontare l' inverno. Alcuni confidano nella fortuna; altri, più previdenti, accumulano scorte di cibo durante l' autunno e le consumano con oculata parsimonia nei mesi successivi. Quest' ultimo comportamento è tipico delle specie vegetariane, mentre i carnivori fanno generalmente parte di coloro che tentano la sorte. L' unica eccezione è data dalle volpi che vivono nell' estremo Nord: durante la buona stagione fanno razzia di uova, soprattutto di uccelli che nidificano lungo le spiagge, e le seppelliscono in vari punti, che sorvegliano assiduamente. Nel corso dell' inverno, le disseppelliscono e se ne cibano. I cinesi, in fondo, con le loro «uova dei cento giorni» non hanno inventato nulla di nuovo. Giusto Benedetti


ETNA LE PREVISIONI SULL' ERUZIONE Nelle viscere del vulcano è ancora imprigionata una grande quantità di lava
Autore: CIGOLINI CORRADO

ARGOMENTI: GEOGRAFIA E GEOFISICA, VULCANO
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 001

L' ETNA è in eruzione dalla metà di dicembre. Un evento previsto e segnalato da un terremoto del quarto grado della scala Richter seguito da una serie di sciami sismici di minore intensità. In poco più di venti giorni la lava è scesa lungo il fianco del vulcano attraversando la Valle del Bove per poi interessare la Val Calanna. Alla base di quest' ultima si trova il villaggio di Zafferana, risparmiato dalla colata di lava che lo lambì due secoli fa. Si stima che la quantità di magma eruttato sia dell' ordine di 125. 000 metri cubi il giorno. Gli inclinometri (strumenti che misurano il movimento del suolo) registrano tuttora un' intumescenza dell' edificio vulcanico; questo assetto strutturale generalmente precede l' evento eruttivo. Ciò suggerisce quindi che la vera eruzione debba ancora cominciare e che tale evento possa attivare una serie di fratture originatesi nell' ottobre 1989 lungo il versante sud orientale. Si teme quindi che si possano formare conetti esplosivi alle basse quote simili a quelli dei Monti Rossi (adiacenti a Nicolosi) e situati a una quota di circa 700 metri) e dai quali eruttò la lava che invase Catania nel 1669. Fino a quando l' eruzione attuale persisterà in modo continuo e regolare (flusso lavico stazionario), è presumibile che ciò non si verifichi; il problema è quindi, per ora, quello dell' avanzamento delle colate attuali. La situazione sarebbe invece più brutta se nei prossimi giorni ci fosse una drastica diminuzione o cessazione dell' attività eruttiva. In questo caso, la successiva pulsazione magmatica potrebbe facilmente aprirsi un varco attraverso le fratture del settore meridionale del vulcano, provocando la fuoruscita di magma alle basse quote (intorno ai 1500 metri). La lava investirebbe sicuramente i centri abitati della zona sud orientale. Dal punto di vista fluidodinamico la lava è un fluido pseudoplastico molto simile ai fluidi di Bingham. Lo scorrimento di questi materiali, altamente viscosi, è sostanzialmente diverso da quello dei fluidi newtoniani, come l' acqua. Infatti è necessaria una pendenza critica per indurre il movimento della lava. Il materiale lavico dell' Etna ha una temperatura media di 1150 C e degassando fuoriesce da alcune bocche disegnando imponenti e suggestive «fontane» che proiettano il magma incandescente verso l' alto. La colata si divide in più bracci (circa 25 metri di larghezza e 6 8 di altezza). La sua velocità è funzione della temperatura e della pendenza e può arrivare a 10 15 metri il secondo. Tipico dell'Etna è l' «ingrottamento»: la lava scorre sotto una crosta solida che agisce da coibente termico e fa sì che il materiale lavico possa raggiungere le basse quote mantenendo una maggior fluidità e velocità. Più a valle, il flusso lavico principale viene nuovamente a giorno e si suddivide in lobi che costituiscono il fronte. L' avanzamento medio è di 3 6 metri l' ora. Lo sbarramento, attuato su indicazione della Commissione Grandi Rischi del ministero della Protezione civile, è stato costruito in corrispondenza del vallo alla base della Val Calanna. Le pendenze in questa zona vanno da 3 a 10 gradi e le colate dovrebbero essere prossime all' arresto. Un recente studio, effettuato in collaborazione con il collega Trapani, ha dimostrato che i fronti lavici dell' Etna di 2, 5 8 metri di altezza si fermano su pendenze di 4 e 2, rispettivamente. Una barriera analoga di ben 300. 000 metri cubi fu costruita in nove giorni presso la cittadina di Kapoho, Hawaii, nel 1960 e fu in grado di salvare buona parte degli insediamenti. Non si tratta quindi di una deviazione, come quella intentata nel maggio del 1983, ma di un vero e proprio contenimento della massa lavica. Il gradiente di pressione esistente all' interno del canale di scorrimento si è già riflesso progressivamente più a monte causando la tracimazione del flusso lavico principale che, a sua volta, sta seguendo un nuovo percorso. La situazione di emergenza potrebbe quindi riproporsi qualora dovesse perdurare l' effusione di magma. Ciò che più lascia perplessi è la mancanza di pianificazione degli interventi. Un esame sistematico dei pendii, accompagnato da una analisi dimensionale delle colate storiche e preistoriche, avrebbe permesso di delimitare le zone potenzialmente soggette all' invasione della massa lavica. Sulla base di tali dati sarebbe stato possibile effettuare un' analisi dei costi d' intervento in rapporto ai danni in modo da optare per la soluzione economicamente ed ecologicamente più vantaggiosa. Purtroppo, anche questa volta, i tecnici si trovano ad affrontare l' emergenza nel momento in cui la visione del problema è alterata da fattori emotivi e psicologici. Corrado Cigolini


LABORATORIO E' anche colpa di Cicerone se in Italia è così difficile mettere in cattedra i più bravi
Autore: FARIELLO RUGGERO

ARGOMENTI: RICERCA SCIENTIFICA, DIDATTICA, UNIVERSITA', CONCORSI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 001

LA polemica suscitata dalla lettera a «Nature» sulla metodologia o, meglio, non metodologia seguita dall' Accademia italiana nella scelta di vincitori nei concorsi a cattedra ha aperto uno spiraglio attraverso cui si intravede solo la punta dell' iceberg del malcostume che la più parte della popolazione finge di ignorare. E' quindi strano che ci si scandalizzi, per un difetto grave sì, ma di certo infinitesimo nel mare magnum della indecenza che permea i processi decisionali della società italiana, dalla scelta del bidello (per restare nel campo dell' educazione) a quella dell' amministratore di un ente pubblico. I principi che guidano tali scelte sono gli stessi a fondamento della società mafiosa la cui paternità augusta va, a mio parere, attribuita a Marco Tullio Cicerone, che tali principi enunciava nel De Amicitia, là dove afferma che io, amministratore pubblico, sono giustificato nel flettere le regole che dovrei far applicare quando l' interesse privato (eufemizzato come amicizia personale) entra in gioco. Nel dibattito seguito alla lettera a «Nature» viene confrontato lo stridente contrasto con la metodologia delle scelte accademiche nel mondo anglo statunitense, dove vige un rigore puritano calvinista. Va qui detto che il sistema d' oltralpe non è certamente perfetto. Va anche premesso che il tarlo mafioso non è esclusiva italiana, ma attecchisce in ogni aggregato sociale. La differenza fondamentale consiste nella proporzione in cui rettitudine e rigore si mescolano a intrallazzi e grigi sodalizi nell' esprimere giudizi e graduatorie che di merito dovrebbero trattare. Con una stima restrittiva direi che l' intrallazzo conta per un massimo del 15 per cento oltre oceano e per un minimo dell' 85 per cento al di qua delle Alpi. Inoltre negli Stati Uniti chi viene colto in fallo per conflitto di interessi paga caro amministrativamente e in alcuni casi anche legalmente. Per ultimo là la spinta non meritocratica subentra ad aiutare un contendente tra altri assai vicini nella graduatoria di merito e mai per ribaltare situazioni di enorme disparità di valori. Negli Stati Uniti chi assume o promuove è responsabile in prima persona e renderà conto delle sue azioni. Ogni posto ha una specificità di caratteristiche e di qualità richieste. Il candidato viene misurato sul suo merito passato e gli specifici programmi futuri per le funzioni che dovrà ricoprire. In Italia, invece l' azione amministrativa dell' assunzione non ha un responsabile individuale. Si richiede un' idoneità generale su scala nazionale che dovrebbe rimediare in parte alla sperequazione tra Università e Università che hanno dato lauree e specialità con criteri puramente locali. (E, certo, non si può fingere che l' esame di Stato per le varie professioni sia un filtro equiparante) I meriti e i programmi del candidato non interessano. E vengono giudicati da chi non ha conoscenza specifica delle esigenze di un dato Dipartimento o Università. La vera tragedia del sistema italiano è il suo successo nel soffocare il talento e la produttività. Le capacità si estenuano nell' inventare mezzi di sopravvivenza per se stessi e le proprie scuole, con il risultato di sottrarne il talento alla sfera scientifica e didattica. Non a caso la produttività migliore e più cospicua viene espressa dagli italiani quando sono inseriti, temporaneamente o permanentemente, nei sistemi esteri, dove rapidamente raggiungono risultati e posizioni di alto prestigio. In altre parole, operando in Italia, lo scienziato rimane sempre al di sotto del suo potenziale a causa del sistema. E' triste pensare che, se avessero operato in un sistema diverso, i premi Nobel, ad esempio tra i firmatari della lettera apparsa su «La Stampa», avrebbero potuto essere ben più numerosi. Che in effetti potrebbe essere così ne è riprova il fatto che i tre Nobel usciti dall' Istituto di anatomia di Torino abbiano guadagnato i loro meritati riconoscimenti al di là dei nostri confini. La nascita dell' Europa del ' 92 può offrire un' occasione irripetibile perché i nostri paladini della meritocrazia promuovano l' internazionalizzazione sia delle commissioni di studio per la riforma del sistema sia di quelle d' esame, introducendo criteri di trasparenza e correttezza operativa. Questo segnale suonerebbe come preludio allo sgretolamento dei principi del De Amicitia. Ruggero G. Fariello Thomas Jefferson University Philadelphia


METEOROLOGIA I maghi della neve Prevedere le precipitazioni nevose è impossibile su scala stagionale ma a breve scadenza, con strumenti adeguati, l' impresa può riuscire Speciali radar per stanare nubi portatrici di fiocchi nevosi La situazione tipica della pianura padana
Autore: MINETTI GIORGIO

ARGOMENTI: METEOROLOGIA
LUOGHI: ITALIA
TABELLE: G Schema condizioni meteorologiche
NOTE: 002

E' possibile prevedere l' abbondanza delle nevicate di una stagione invernale? Si può tentare di stabilire quando e dove nevicherà ? Per non creare false illusioni, è opportuno chiarire subito che affermare con l' anticipo di una stagione se l' inverno sarà o no nevoso è impossibile in quanto una previsione a lunga scadenza si basa sull' andamento climatologico globale di un emisfero in funzione dell' elaborazione statistico matematica dei dati storici archiviati in più anni: lo studio delle carte sinottiche al suolo e l' analisi delle informazioni dei satelliti meteorologici potranno far prevedere l' instaurarsi di una situazione favorevole o no a precipitazioni nevose nello spazio di 24 36 ore al massimo. Al secondo quesito si può rispondere che, conoscendo la situazione meteorologica in atto, vi è la possibilità di prevedere a breve scadenza una nevicata, che però non potrà essere localizzata nello spazio, nella durata e nell' intensità. Durante la stagione calda la maggior parte delle precipitazioni avvengono sotto forma di acquazzoni, temporali e piogge continue. Temporali e acquazzoni sono per lo più associati a nubi isolate che si sviluppano a grandi altezze in funzione di un' azione convettiva con formazione di cumuli e cumulonembi. Le piogge continue, invece, sono associate a nubi del tipo nembostrati che fanno parte di un sistema frontale. Durante l' inverno le precipitazioni sono esclusivamente provocate da nembostrati. Sia la grandine sia le neve sono fenomeni connessi alle modificazioni che subiscono le minuscole particelle di vapore acqueo inglobate in un corpo nuvoloso, quali le goccioline d' acqua sopraffusa, al contatto con temperature inferiori a quelle di congelamento. Immaginiamo di trovarci alla presenza di un compatto corpo nuvoloso esteso su una vasta zona. La situazione sarà presentata dalle previsioni meteo nazionali con un fronte caldo che si sviluppa su un' area di 700 1000 chilometri e dalle immagini del satellite sotto forma di una macchia molto bianca. Partendo da questa situazione possiamo tentare una previsione locale di nevicata aiutandoci con particolari apparecchiature o con la semplice strumentazione di una capannina meteorologica. Un radar potrà informare circa la presenza di una nube in formazione in quanto gli echi provenienti da essa rappresentano la zona contenente le prime gocce di pioggia. Un radar digitale, più sofisticato, potrà rilevare all' interno del sistema frontale il momento del passaggio dalla precipitazione liquida a quella solida in quanto cambia la riflessività dello strumento, che presenta una banda non omogenea ma discontinua. Anche i palloni sonda sono un valido strumento informativo; lanciati dalle principali stazioni meteorologiche, potranno fornire dati rilevati dalle radiosonde quali le strutture dell' atmosfera e delle nubi entro spessori di decine di chilometri Molto interessante sarà la conoscenza della velocità e direzione dei venti quali elementi indicativi del movimento e comportamento dei corpi nuvolosi. Infine la semplice lettura degli strumenti di una capannina meteorologica potrebbe fornire informazioni locali come temperature inferiori allo zero termico ed elevato tasso d' umidità utili per prevedere a breve scadenza una precipitazione nevosa. Volendo fare riferimento a una situazione meteorologica tipica dalle nostre regioni, vediamo che cosa può accadere nella Pianura Padana. Questa grande conca, chiusa tra le Alpi e l' Appennino ligure emiliano, potrà avere sicure e consistenti nevicate solo quando un fronte caldo, connesso a una depressione sul mar Ligure, scavalcando la displuviale orografica troverà sulla pianura temperature molto basse per ristagno termico. L' intensità delle precipitazioni sarà assicurata dalla inesauribile fonte di umidità del mar Tirreno a differenza delle precipitazioni atlantiche provenienti da Ovest che, durante il loro lungo tragitto esauriscono sui versanti esteri la loro energia. Giorgio Minetti


«OCCHI» LARGHI 80 CENTIMETRI Sfida in cielo Vicino a Frosinone e nel Modenese dilettanti di astronomia si sono dotati di telescopi che hanno ben poco da invidiare a quelli dei professionisti
Autore: PRESTINENZA LUIGI

ARGOMENTI: ASTRONOMIA, TECNOLOGIA
NOMI: DI SORA MARIO, CASARI GIOVANNI
LUOGHI: ITALIA, CAMPOCATINO, FROSINONE
NOTE: 002

E' la scalata degli astrofili. Un telescopio dall' apertura di 80 centimetri è stato appena inaugurato a pochi chilometri dalla stazione sciistica di Campocatino (Frosinone). Diretto da Mario Di Sora, questo Osservatorio è in Italia il più attrezzato per astronomi non professionisti. Un secondo telescopio da 80 centimetri è in costruzione a Carpi, 20 chilometri da Modena, per opera di un appassionato amatore, Vittorio Rustichelli, che sta portandolo a termine tutto con le sue mani, ottica esclusa, per un altro non professionista, Giovanni Casari, di Novi Modenese. Avrà una montatura altazimutale, ossia ridotta all' essenziale e non concepita per programmi fotografici e fotometrici, anche per la sua collocazione, nella pianura emiliana, dove la qualità del cielo lascia a desiderare. Il telescopio che Marcon ha costruito integralmente per Campocatino in combinazione Ritchey Chretien, ha caratteristiche d' avanguardia ed è gestito interamente da un computer, puntamento e acquisizione dei risultati; ha uno specchio metallico, sottile, ultimo grido, e focale corta al fuoco primario (1/3, 5). Ciò ha consentito di contenere in 5 metri le dimensioni della cupola, collocata a una quota di 1500 metri, sicuramente vantaggiosa anche perché le luci di Campocatino possono essere ridotte o spente a notte inoltrata, secondo un accordo col Comune di Guarcino, negli orari d' impiego dello strumento. Qualcosa che non hanno ottenuto, e forse neppure chiesto, alcuni Osservatori professionali minacciati da quel nuovo e per loro terribile nemico che è l' inquinamento luminoso, ovvero la diffusione atmosferica dell' esuberante e mal diretta illuminazione di centri abitati, strade e impianti vari. Alla specola di Campocatino si sale in 12 chilometri da Guarcino, che ne dista a sua volta venti dal capoluogo, Frosinone. L' osservatorio ha trovato posto in una vecchia cantoniera di robusta costruzione concessa in uso dalla Provincia, che ha contribuito con un certo numero di milioni, sicuramente bene spesi, al riadattamento dell' edificio e alla costruzione della cupola; è intervenuta poi la Regione Lazio per la costruzione del telescopio, che è ormai pronto e attrezzato per il suo duplice impegno, pubblico e divulgativo per le scuole della zona e i visitatori, e per lavori scientifici di concreta rilevanza, soprattutto fotometria. Per questi è legato da una convenzione, che prevede scambi e ospitalità, con il non lontano Osservatorio di Collurania (Teramo) a cui è riservato il 25 per cento del tempo utile del telescopio. Luigi Prestinenza


A CACCIA DI PETROLIO I fossili spia Studi sulle tracce di minuscole forme di vita marina come i foraminiferi forniscono informazioni utili sull' eventuale presenza di idrocarburi
Autore: PAVAN DAVIDE

ARGOMENTI: PALEONTOLOGIA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 002

LA paleontologia evoca immagini di animali imponenti e leggendari, come i dinosauri che dominarono il Mesozoico. Esiste però anche la micropaleontologia, che ha come oggetto lo studio dei fossili microscopici. La micropaleontologia ha una ricaduta pratica nel campo dei sondaggi per individuare riserve petrolifere: cercando, classificando e censendo piccolissime e bellissime conchigliette, alghe, squame di pesci e altri residui organici fossilizzati, si può avere uno strumento in più per far fronte al sempre incombente problema energetico. L' interesse pratico della micropaleontologia ha determinato il suo rapido sviluppo e una certa razionalizzazione degli studi, che si svolgono quindi non solo nelle Università e negli istituti scientifici, ma anche nelle industrie, specie nellecompagnie petrolifere. Data l' estrema piccolezza dei microfossili, essi sono contenuti in grandissimo numero nelle rocce sedimentarie, qualora le condizioni ambientali siano state favorevoli alla loro vita. L' alto numero di esemplari è uno dei principali vantaggi della micropaleontologia, insieme con la rapidità dell' evoluzione che ha caratterizzato alcuni gruppi di microfossili, in alcuni periodi. Questi due fattori consentono di effettuare un' ottima biostratigrafia, cioè di suddividere e classificare i complessi sedimentari in unità definite in base al contenuto e alla distribuzione dei fossili (in questo caso dei microfossili). Le unità biostratigrafiche sono utilizzate poi a scopo cronostratigrafico, cioè per attribuire un' età relativa agli strati rocciosi di una certa area e confrontare, dal punto di vista cronologico, le rocce di due aree diverse. I microfossili più importanti e più studiati sono senz' altro i Foraminiferi, ordine di Protozoi della classe Rizopodi, che vivono quasi esclusivamente in ambiente marino, caratterizzati da un protoplasma unicellulare rivestito da un guscio mineralizzato, la conchiglia, che è la parte che si conserva fossile. Recentemente presso l' Università di Torino, è stata svolta una tesi di laurea in collaborazione con l' Agip proprio sulle associazioni a foraminiferi (cioè faune costituite in prevalenza da questo tipo di organismi) provenienti dall' isola di Cipro, in particolare dalla località di Platymatis, nella piana costiera a Nord Est della capitale Nicosia. Dopo aver classificato tutte le specie di foraminiferi trovate nei venti campioni studiati, si è proceduto alla «biozonazione», cioè alla suddivisione della successione stratigrafica in intervalli di tempo ben precisi in base ai foraminiferi rinvenuti. Si è così visto che la sezione esaminata rientra in un intervallo temporale compreso tra il Miocene inferiore e quello superiore, fra 8 e 17 milioni di anni fa. La sezione di Platymatis è stata poi confrontata con altre sezioni provenienti da pozzi situati nel mare a Ovest di Cipro, per trarre conclusioni paleogeografiche, cioè stabilire la conformazione e l' ampiezza del bacino di deposizione dei sedimenti studiati. Infine, sempre grazie allo studio di queste associazioni a foraminiferi, si sono tratte conclusioni di tipo paleoambientale e paleoclimatico, cioè relative all' ambiente di deposizione dei sedimenti studiati e al clima presente durante quel periodo. A grandi linee l' ambiente corrisponde alla scarpata continentale (piano batiale) a profondità compresa tra 200 e 4500 metri. Al tempo della formazione dei sedimenti, grandi correnti marine trasportavano in sospensione materiali provenienti da settori meno profondi, ridepositandoli più al largo. Per quanto riguarda il clima, si è potuto accertare, attraverso elaborazioni statistiche, una crisi climatica (ossia una brusca diminuzione della temperatura media) all' inizio del Miocene medio (15 16 milioni di anni fa), che è stata posta in correlazione con una fase glaciale in Antartide. In sintesi, in una ricerca come quella effettuata a Torino, si può far luce su almeno quattro diversi settori della paleontologia: biostratigrafia, paleogeografia, paleoecologia e paleoclimatologia. Dal punto di vista pratico, cioè delle ricerche petrolifere, il settore che interessa di più è comunque quello biostratigrafico. Il ritrovamento di alcuni «fossili guida», caratteristici di un certo intervallo temporale, in una certa zona, può aiutare a identificare un determinato strato di idrocarburi e spingere le compagnie ad approfondire le ricerche in quella zona. Davide Pavan


IN BREVE Il vero Rembrandt secondo i chimici
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 002

La Fondazione Progetto di ricerca su Rembrandt che da molti anni sta restringendo il catalogo dei veri dipinti autografi del Maestro olandese da quasi un migliaio a poco più di duecento ha trovato un massiccio aiuto nel gruppo chimico olandese Dsm. Si è varata una ricerca della durata di cinque anni che esaminerà i pigmenti e i leganti usati da Rembrandt e in ogni altro dipinto attribuito a Rembrandt con ogni gradazione di autenticità, nonché molti altri dipinti del 1600 per avere termini di confronto. Saranno impiegati più di 1500 ricercatori scientifici in cinque grandi centri olandesi di ricerca scientifica per l' industria, ma le fila saranno tenute nel Centro di Fisica e Chimica Analitica del Dsm che ha 160 ricercatori e strumenti sofisticati per ogni tipo di analisi spettrografica, cromatografica, microscopica. I risultati saranno pubblicati nel 1998 con il Corpus dell' opera rembrandtiana rimasta indiscutibilmente autografa. Per quanto possa essere usato, nel campo dell' arte, l' aggettivo indiscutibile. D' altronde pigmenti e tecnica rembrandtesca sono da decenni sotto l' analisi dei chimici, con risultati di una disturbante banalità: Rembrandt usava pochi colori e come leganti esclusivamente i normalissimi olio di lino e olio di noce. Il segreto dello splendore delle sue tinte? Evidentemente «sta nel manico», cioè nel modo con cui il Maestro di Leida usava sovrapporre e mescolare i pigmenti.


IN BREVE Tecnospazio costruirà un «robot spaziale»
ORGANIZZAZIONI: TECNOSPAZIO, COMAU, FIAR, ASI, SPIDER
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 002

La Tecnospazio, società formata da Comau (gruppo Fiat) e Fiar (Iri Finmeccanica) ha ricevuto dall' Agenzia spaziale italiana (Asi) l' incarico di realizzare un sistema robotico. Si tratterà di un braccio manipolatore concepito per operare nell' ambiente spaziale progettato secondo l' architettura di riferimento Sarem studiata dall' Asi per il controllo dell' automa intelligente «Spider». Il braccio potrà essere utilizzato anche all' interno dei laboratori spaziali «Columbus». Al progetto collaborano Tecnomare, Telerobot e la Scuola superiore di studi universitari S. Anna.


SCAFFALE Autori vari: «Scienza & Tecnica 91/92», Mondadori
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: STORIA DELLA SCIENZA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 002

PER quanto se ne sa, «Scienza & Tecnica 91/92» rimarrà l' ultimo annuario dell' Enciclopedia della Scienza e della Tecnica Mondadori Si sospende così una tradizione che durava dalla fine degli Anni 60 e che ha documentato in modo ineccepibile i progressi della ricerca e la loro interazione con la società. Come sempre curato con amore e intelligenza da Edgardo Macorini, questo volume d' addio è all' altezza della tradizione. Non solo, ma cerca di guardare avanti nel decennio, quasi a surrogare in anticipo i volumi che non verranno più: tale, infatti, è l' obiettivo di tutta la prima parte, dove compaiono interventi di Maurice Stron dell' Onu su ambiente e sviluppo, di Salvini, Foà, Brianti e Rubbia sulle teoriche e sperimentali della fisica, di Lilia Alberghina sui parchi scientifici italiani. Poi le altre sezioni: astronomia (da segnalare l' articolo di Barbieri sul telescopio nazionale «Galileo» ), l' ambiente (con un contributo del Nobel Abdus Salam sul ruolo della chiralità nell' origine della vita), la biomedicina, l' elettronica, i nuovi materiali, i problemi dell' energia, i rapporti tra ricerca scientifica, filosofia e cultura nel suo complesso.


SCAFFALE Cesare Baroni e Riccardo Gianni: «Le stagioni del cielo», Ed. Giorgio Mondadori
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: ASTRONOMIA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 002

Gli appassionati di astronomia sono abituati a provare le vertigini degli spazi cosmici davanti alle straordinarie fotografie riprese con i maggiori telescopi del mondo. Non bisogna però dimenticare che nulla uguaglia l' emozione del cielo stellato visto a occhio nudo o tutt' al più con un binocolo a largo campo e basso ingrandimento. Peccato che la luce artificiale diffusa renda sempre più raro questo spettacolo. Ma per fortuna, a saper scegliere il posto giusto, lo spettacolo si replica ancora, e bastano strumenti da dilettante per ottenere splendide immagini del cielo stellato, tali da competere con quelle riprese da professionisti con ottiche ben più imponenti. La riprova è in questo bel volume di Cesare Baroni e Riccardo Gianni: un atlante fotografico di tutto il cielo visibile dalle nostre latitudini, con stelle e nebulose fino alla undicesima magnitudine. Eleganti disegni e tracciati sulle fotografie aiutano l' astrofilo a identificare stelle e costellazioni, ognuna delle quali è anche illustrata da un breve testo che segnala gli oggetti più interessanti.


SCAFFALE Thomas Gordon: «Insegnanti efficaci», Giunti & Lisciani ed.
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: DIDATTICA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 002

Dalla competitività alla collaborazione: è la svolta che propone Thomas Gordon, ispirandosi a Rogers, per cambiare gli insegnanti, l ' insegnamento e quindi la scuola. Per farne davvero un luogo di cultura, formazione e maturazione della persona. Far «passare» la lezione, ottimizzare l' apprendimento, risolvere i conflitti tra genitori e figli, trovare il punto di equilibrio tra permissivismo e autorità sono alcuni dei temi affrontati. Un libro prezioso per gli insegnanti, ma rivolto anche ai genitori. Nella stessa collana, diretta da Giuseppe Lisciani, è da segnalare il terzo volume di «Progetto Pitagora», sulla nuova educazione matematica nella scuola elementare.


SCAFFALE Roberto Gianinetti: «Il veterinario in casa», Sonzogno
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, ANIMALI, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 002

Come prevenire e curare disturbi e malattie di cani e gatti: ce lo insegna Roberto Gianinetti in un manuale che non si perde in chiacchiere ma va direttamente al consiglio concreto.


SCAFFALE Paul e Anne Ehrlich: «Un pianeta non basta», Muzzio ed.
AUTORE: BIANUCCI PIERO
ARGOMENTI: DEMOGRAFIA E STATISTICA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 002

Ogni minuto nel mondo nascono 150 bambini. In un giorno la popolazione del pianeta aumenta di 220 mila abitanti. E alla fine dell' anno è cresciuta di 80 milioni: ben più della popolazione italiana. L' espansione demografica è dunque alla base di qualsiasi considerazione ambientale: questa la tesi sviluppata nel saggio degli Ehrlich.


L' INTERVISTA: EDWARD O. WILSON Siamo uomini o formiche? La sociobiologia ha fornito una spiegazione convincente del successo evolutivo che ha avuto il vivere sociale
AUTORE: BOZZI MARIA LUISA
ARGOMENTI: ANTROPOLOGIA E ETNOLOGIA
PERSONE: WILSON EDWARD
NOMI: GOULD STEPHEN, HAMILTON WILLIAM, WILSON EDWARD
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 003

QUANDO Edward O. Wilson iniziò a parlare, al congresso dell' Associazione americana per l' avanzamento delle scienze del 1978, i suoi più accesi critici occuparono il palco e inscenarono una protesta di cinque minuti contro di lui e le sue opere. E alla fine con: «Lei è tutto bagnato», gli rovesciarono una brocca d' acqua addosso. «Nessuno se lo ricorda» dice oggi Stephen J. Gould, «ma anch' io, che gli sedevo vicino, ero tutto bagnato». Neppure Gould risparmiava critiche a Wilson, anche se in modo più urbano. La ragione di tanto accanimento stava nel libro «Sociobiologia. La nuova sintesi» che Wilson aveva pubblicato tre anni prima. Collegando campi apparentemente lontani come la biologia di popolazione e l' etologia, la genetica e l' ecologia, la paleontologia e la biogeografia, aveva trattato la socialità in modo sistematico e unitario, dimostrando che ogni livello di organizzazione sociale, dai gruppi alle società più complesse, compresa quella dell' uomo (e qui le critiche), è stato modellato dalla selezione naturale, e pertanto ha una funzione adattativa rispetto a un particolare ambiente. «Nessuno è portatore di un' idea isolata, e in realtà quelle idee stavano emergendo quando scrissi la Sociobiologia» dice Wilson con il tono distaccato di chi si è lasciato la controversia alle spalle. Oggi, a poco più di sessant' anni, sta conducendo un' altra battaglia: la difesa della diversità biologica delle foreste pluviali tropicali. Però il tema dominante dei suoi studi sono ancora le formiche, e sono loro che lo hanno portato dagli Stati Uniti a Leuven in Belgio, dove ha aperto il primo Congresso europeo sugli insetti sociali, e dove ci ha concesso questa intervista. «Gli Anni Quaranta e Cinquanta furono anni straordinari per un giovane universitario, come ero io» dice. Aveva conseguito il dottorato di ricerca a Harvard nel 1955 e vi insegnava zoologia. «Era un momento esaltante in cui la biologia evolutiva si arricchiva di nuove idee: sulla genetica di popolazione, sui meccanismi di origine delle specie, sulla struttura della cellula, sulla microevoluzione, perfino in paleontologia. Era un momento di grandi sintesi, nel quale sembrava che avremmo chiarito alcuni di quei fenomeni così intriganti per noi naturalisti. «Allora non avevamo ancora ben capito in che modo il comportamento, e in particolare quello degli animali sociali, influiva sulla sopravvivenza e sul successo riproduttivo. E soprattutto perché il vivere sociale si sia affermato nel corso dell' evoluzione. Così pensai che dovevamo guardare alle società in modo sistematico, come un fenomeno biologico forgiato dalla selezione naturale, e tentai di interpretarne le origini con le nuove idee di dinamica di popolazione e di genetica, soprattutto con la "Kin selection"di Hamilton». La teoria della «Kin selection» (selezione parentale) che William Hamilton aveva pubblicato nel 1964 e che fino ad allora non aveva avuto grande seguito, spiega perché si è solidali con i parenti, che dividono con noi una certa percentuale di geni. Applicando questo concetto, Wilson interpretò molte organizzazioni sociali, dagli invertebrati ai mammiferi, e rese ragione del perché di tanti comportamenti: la collaborazione degli aiutanti al nido, ad esempio, le alleanze tra fratelli, l' infanticidio nei mammiferi. Soprattutto, inquadrando il comportamento animale nel processo dell' evoluzione, Wilson delineò un modo nuovo di interpretarlo, e questa impostazione ebbe un grandissimo successo in etologia: diede un forte impulso alle ricerche e determinò lo sviluppo della sua branca più recente, l' ecologia comportamentale. Nello stesso tempo, però, inserendo in questo quadro il comportamento umano, si attirò le critiche più accese. Non piaceva quel determinismo biologico applicato al nostro agire: Wilson, si diceva, estendendo i concetti utilizzati per spiegare la società delle formiche all' uomo, dava una giustificazione scientifica al razzismo, al maschilismo, alla xenofobia. «Ero convinto dice oggi che fosse giunto il momento di collegare la biologia alle scienze sociali umane, attraverso l' approccio evolutivo. Molti sociologi e intellettuali pensavano però che la nostra specie derivasse esclusivamente da un processo di evoluzione culturale, e che la biologia non avesse niente a che vedere con tutto ciò. La versione più estrema di questo modo di pensare è che non c' è nulla nell' Universo che eguagli la natura umana e che ciò che facciamo ne è la diretta espressione. Questo atteggiamento critico oggi è meno acceso. Ci sono due società internazionali per lo studio della sociobiologia umana e centinaia di libri sulle influenze della mia teoria in psichiatria, psicologia, antropologia, scienza del diritto. «Ci sono però ancora molti sociologi che considerano questo un approccio non corretto per studiare il comportamento umano, e non c' è ancora una visione unitaria della sociobiologia umana. La ragione sta forse nel fatto che l' uomo è un animale molto complicato, e molto difficile da studiare. Certamente più di qualsiasi altro». Maria Luisa Bozzi


LA PROVA Tutte cugine le leonesse di un branco
Autore: BOZZI MARIA LUISA (M_L_B)

ARGOMENTI: ETOLOGIA, GENETICA, ANIMALI
NOMI: WILSON EDWARD
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 003

SECONDO Wilson, e come prevede la teoria della Kin selection, il branco dei leoni è mantenuto compatto dai legami di parentela. Infatti il gruppo è formato da due a nove femmine, tutte parenti; da due a sei maschi, consanguinei o no fra loro, ma di casato diverso dalle compagne; e dai cuccioli. Solidali fra loro, le femmine cacciano insieme per sfamare il branco e insieme allevano i figli, mentre i maschi difendono il territorio di caccia e impediscono ai rivali di spodestarli. Quando questo succede, spesso l' usurpatore uccide i cuccioli di chi l' ha preceduto. Recentemente, sottoponendo alcuni branchi di leoni di Serengeti e di Ngorongoro al «Dna finger print» (impronte digitali genetiche), la tecnica con cui si mette in evidenza l' affinità genetica fra più individui, non solo i legami di parentela fra le femmine sono stati confermati, ma sono emersi anche dati nuovi sulla dinamica del gruppo maschile. Quando il clan è formato da numerosi maschi, essi sono tutti parenti stretti e uno solo ha diritto di accesso alle femmine. L' alleanza consente di realizzare il massimo successo riproduttivo sia al leader che ai compagni che lo aiutano a mantenere la proprietà del branco, perché indirettamente favoriscono anche la propria continuità genetica nelle generazioni future. Nelle coalizioni più piccole, invece, i maschi non sono parenti e ognuno ha facoltà di accoppiarsi e di avere figli propri ma il successo riproduttivo è minore, a causa dell' alta frequenza di infanticidi legati al cambio dei sultani. (m. l. b. )


A DUE ANNI MORBILLO ROSOLIA PAROTITE TRE VACCINAZIONI CON UN' UNICA INIEZIONE
Autore: RAPPUOLI RINO

ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, SANITA', BAMBINI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 003. Malattie infettive

L' INTRODUZIONE delle vaccinazioni è stato forse l' evento dal quale la qualità e la durata della vita dell' uomo hanno tratto il beneficio maggiore. Prima della loro introduzione, centinaia di milioni di persone morivano di tetano, difterite, vaiolo o venivano storpiate dalla poliomielite. Adesso queste terribili malattie non esistono più nei Paesi industrializzati e sono ridimensionate nei Paesi in via di sviluppo. Il vaiolo è stato eliminato totalmente dalla faccia della terra e non sarà mai più un problema per l' umanità. Nonostante sia così evidente che la vaccinazione è il mezzo più sicuro, efficace ed economico per combattere le malattie il nostro Paese negli ultimi decenni è stato tra i più restii a introdurre nuove vaccinazioni: in genere si è preferito curare le malattie piuttosto che prevenirle. Questo andamento pare essersi rovesciato nell' ultimo anno: l' Italia, che nelle vaccinazioni era il fanalino di coda tra i Paesi europei, si è portata in testa perché, primo Paese al mondo, ha reso obbligatoria la vaccinazione contro l' epatite B. A questo fa seguito il disegno di legge che renderà obbligatoria la vaccinazione contro morbillo, rosolia e parotite, che in Paesi come gli Stati Uniti si fa ormai da decenni. Il provvedimento porterà anche un grosso vantaggio economico: adesso almeno diecimila bambini all' anno vengono ricoverati in ospedale per una di queste malattie. Con le vaccinazioni, la necessità di questi ricoveri dovrebbe essere praticamente annullata. Il morbillo è causato da un virus della famiglia dei Morbillivirus che infetta l' apparato respiratorio e da qui passa in circolo. Dopo un periodo di incubazione di 10 12 giorni la malattia si manifesta con la classica eruzione cutanea e febbre alta. Complicanze tipiche del morbillo sono encefaliti (circa 1 per mille ), otiti e polmoniti (5% dei casi), morte (1 2 su diecimila casi) Nel nostro Paese, circa tre bambini su cento che hanno la malattia vengono ricoverati in ospedale. Globalmente il morbillo è responsabile di circa due milioni di morti e circa sessanta milioni di casi all' anno. La maggior parte delle morti avvengono nei Paesi in via di sviluppo, dove le complicanze sono spesso fatali e la mortalità può raggiungere anche il 10%. La malattia si sviluppa di solito entro i primi due anni di età nei Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi industrializzati le migliori condizioni igieniche hanno spostato il contagio e la conseguente malattia dopo i due tre anni. La vaccinazione contro il morbillo viene effettuata inoculando un virus vivo attenuato, reso innocuo attraverso una lunga serie di passaggi in laboratorio. Pertanto, in seguito alla somministrazione di questo virus si ha una infezione benigna che non dà nessun sintomo di malattia ma stimola il sistema immunitario a combattere ogni successiva infezione da parte dello stesso virus. Il ceppo virale usato per produrre il vaccino deriva da un unico ceppo isolato negli Anni 50 (Edmoston) che assume nomi diversi secondo i passaggi che ha subito e il laboratorio in cui è stato fatto. Nei Paesi occidentali, dove la vaccinazione viene effettuata dopo il dodicesimo mese di età, i vari ceppi possono essere considerati equivalenti e non c' è nessuna ragione per preferirne uno. La Rosolia è causata da un virus della famiglia dei Togavirus che in genere infetta prima l' apparato respiratorio e quindi entra nel circolo sanguigno. Dopo un periodo di incubazione di 14 21 giorni, la malattia si manifesta con febbre bassa ed eruzione cutanea. E' ben nota la sua pericolosità quando viene acquisita durante la gravidanza: può portare a un' alta frequenza di aborti e malformazioni congenite. Ma è pericolosa anche al di fuori del periodo della gravidanza, perché può provocare encefaliti e morti Anche per la Rosolia, il vaccino è costituito da un ceppo virale attenuato tramite passaggio in laboratorio. Tutti i produttori di vaccini usano lo stesso ceppo, che si chiama RA27/3. La parotite è causata da un virus della famiglia dei Paramixovirus che infetta l' apparato respiratorio e da qui si diffonde in tutto l' organismo Dopo un periodo di incubazione di 15 25 giorni la malattia si manifesta con febbre modesta e rigonfiamento delle parotiti. Le complicanze sono meningoencefaliti, encefaliti (un caso su mille), sordità (un caso su 15 mila). Nei maschi che si ammalano dopo la pubertà le conseguenze sono ben più gravi: circa il 20 per cento sviluppa un' orchite che spesso porta all' atrofia del testicolo coinvolto. Anche nel caso della parotite, la vaccinazione viene effettuata con un ceppo di virus che è stato attenuato tramite passaggio in laboratorio. La vaccinazione contro Morbillo (M), Rosolia (R) e Parotite (P) verrà effettuata in un' unica seduta e il vaccino MRP, contenente i tre ceppi virali, verrà somministrato con un' unica iniezione. La vaccinazione viene effettuata nel secondo anno di età, tra il dodicesimo e quindicesimo mese. Il nostro Paese avrà a disposizione vaccini forniti da quattro ditte diverse, che possono essere considerati equivalenti. Rino Rappuoli


IL PRIMO ANTIBIOTICO PAUL EHRLICH, UN SECOLO DI CHEMIOTERAPIA ISPIRATA DAI COLORANTI
AUTORE: BUONCRISTIANI ANNA
ARGOMENTI: RICERCA SCIENTIFICA, MEDICINA E FISIOLOGIA, SANITA'
PERSONE: EHRLICH PAUL
NOMI: CELLI ANGELO, GUARNIERI GIUSEPPE, EHRLICH PAUL
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 003

QUASI tutti sanno come Fleming scoprì la penicillina, ben pochi invece sanno che farmaci sintetici capaci di combattere microrganismi patogeni erano già noti da qualche decennio. Cento anni fa, il tedesco Paul Ehrlich dimostrò che una sostanza chimica preparata in laboratorio poteva vincere alcune malattie. In quell' epoca la malaria uccideva un gran numero di coloni che si erano recati nelle terre di conquista e quindi gli scienziati erano impegnati nella ricerca di qualcosa che potesse debellarla. Per coincidenza, al di fuori della medicina, gli studi fervevano nel campo dei coloranti sintetici, dopo che Perkin, a metà Ottocento, ne aveva inaugurato la fabbricazione su larga scala. Nel 1876 Heinrich Caro, alla Basf, scoprì il blu di metilene, che si dimostrò efficace per colorare e quindi mettere in evidenza microrganismi e cellule nervose nelle ricerche istologiche. Nel 1890 gli italiani Angelo Celli e Giuseppe Guarnieri ne misero in risalto le qualità di colorante degli agenti che causano la malaria. Avendo probabilmente saputo di questi studi, Ehrlich ebbe l' intuizione che, forse, era possibile uccidere i parassiti senza che l' organismo umano ne soffrisse. Durante l' estate del 1891 egli decise di mettere in pratica le sue idee. La cosa non fu facile, perché Berlino non era zona di malaria. Finalmente riuscì a trovare due pazienti affetti dalla malattia. Dopo la somministrazione di blu di metilene, questi non ebbero più le ben note febbri ricorrenti e, dopo una settimana, nel loro sangue non c ' era traccia dei parassiti. Il risultato positivo incoraggiò ulteriori studi del nostro scienziato, che coniò il termine chemioterapia e si dedicò alla ricerca sistematica di composti di sintesi da usare contro le malattie. Nel 1900 Ehrlich formulò la teoria delle catene laterali: l' affinità delle cellule per certi coloranti era dovuta alla presenza di catene molecolari che sporgevano dalle proteine della superficie cellulare. A tali catene le molecole dei coloranti si legherebbero chimicamente. Con questa teoria Erlich tentò di spiegare anche i processi immunologici: le cellule sarebbero ricoperte di molecole recettrici. Una sostanza esterna, attaccandovisi, indurrebbe le cellule stesse a produrre e immettere in circolo grandi quantità di quelle molecole. Ecco dunque che il sangue verrebbe arricchito di agenti capaci di bloccare l' infezione. Questa teoria sopravvisse fino al 1920; in quel tempo furono identificate moltissime sostanze, anche sintetiche, in grado di suscitare una risposta immunitaria. Non era pensabile che nella cellula fossero già presenti tanti recettori diversi. Nel 1908 gli studi immunologici valsero allo scienziato tedesco il premio Nobel, ma i suoi contributi più duraturi sono invece nel campo della chemioterapia. Nel 1904 egli scoprì che il rosso Trypan era efficace contro la malattia del sonno. Ciò che lo rese famoso fu però un antisifilitico arsenicale. Prodotto dalla Hoechst fin dal 1910 e denominato Salvarsan, fu richiesto in tutto il mondo, come del resto i derivati che lo seguirono. Nella prima guerra mondiale due sommergibili tedeschi riuscirono a sfuggire al blocco navale nemico per procurarsi materie prime strategiche negli Stati Uniti, che in quel momento non erano ancora belligeranti. In cambio portavano, fra l' altro, un carico di Neosalvarsan. La chemioterapia era ormai affermata, nonostante difficoltà di vario genere. Oltre agli effetti collaterali sgraditi che non sempre si riuscivano a eliminare, Ehrlich dovette anche lottare contro un movimento d' opinione sorto per iniziativa di un invasato, secondo cui la sifilide, essendo una malattia venerea, era un contagio di Dio al quale l' uomo non aveva diritto di opporsi. Anna Buoncristiani


CHI SA RISPONDERE?
NOTE: 004

* C' è un limite al numero di melodie che si possono comporre? * Perché gli atleti corrono sulla pista in senso antiorario? * Quand ' è che un albero smette di crescere? * Perché non si è mai sentito di qualcuno che avesse un tumore al cuore? * Perché le piantine di fagiolo arrampicandosi si avvolgono al paletto solo e sempre in senso orario?


LA PAROLA AI LETTORI La vampa di rossore e la forma della goccia
NOTE: 004

LA domanda sulla ruota che gira in un senso e, vista al cinema, sembra ruotare nell' altro ha suscitato ancora risposte interessanti e la proposta di un esperimento: «Costruire una trottola con un disco di cartone bianco di forma circolare, un bastoncino di legno e uno spillo. Farla girare alla luce artificiale di una lampadina (sapendo che si accende e si spegne cento volte al secondo per il semplice fatto che la corrente elettrica è alternata con una frequenza di 50 Hz). I settori disegnati sopra il disco sembreranno fermi se la trottola avrà una velocità tale che ogni settore prenda il posto del precedente in quella frazione di secondo, non percepibile dall' occhio, in cui la lampadina si spegne. Il disco sembrerà ruotare all' indietro se la trottola girerà lentamente. Se invece girerà più in fretta, la rotazione sembrerà rallentata » . (Enrico Miglio Vignale, No) Anche l' espressione aver fegato ha ricevuto una nuova risposta, più circostanziata: «Secondo la " fisiologia degli umori" di Ippocrate, la vita del corpo è mantenuta da quattro umori: la bile, generata dal fegato; il sangue che ha origine nel cuore; il flegma, che sgorga dalla ghiandola pituitaria, e l' atrabile che viene dalla milza». Questi umori determinano i quattro temperamenti: collerico, sanguigno, flemmatico e malinconico. «Aver più fegato», cioè più bile, significa perciò essere portati alla collera, alle azioni temerarie e all' agire impulsivo. (Edoardo Martino Imperia) Perché, quando si è imbarazzati, si arrossisce e si suda? La sensazione di imbarazzo e di vergogna potenzia temporaneamente il sistema arterioso, aumentando l' afflusso di sangue ai vasi capillari della pelle del viso. Dilatandosi, questi conferiscono al volto il caratteristico rossore. Il conseguente aumento di calore la cosiddetta vampa provoca poi, per reazione, emissione di sudore dalle ghiandole sudoripare, in modo da creare un effetto di refrigerazione del corpo. (Antonino La Rosa Caselle Torinese) Qual è la forma di una goccia di pioggia in caduta e quali forze fisiche concorrono a determinarla? La forma di una goccia d' acqua come noi la vediamo (cioè immersa in un fluido gassoso nel campo gravitazionale terrestre) è determinata dall' interazione tra diverse forze: quella di gravità, che le impone un' accelerazione; quelle chimiche, che cercheranno di darle la più sferica forma possibile, e quelle di pressione, che tenderanno a darle l' aspetto più aerodinamico. Proprio la goccia è l' esempio naturale a cui l' uomo si ispira per individuare le forme più aerodinamiche. (Carlo Lugaro Torino) La forma delle gocce dei liquidi è strettamente legata alla «tensione superficiale» (in un liquido le particelle in superficie possiedono un' energia libera maggiore di quelle all' interno della massa). In assenza di gravità, assumono una forma sferica, cioè quella dove la superficie è ridotta al minimo. Nella realtà, la forma è allungata secondo una geometria più o meno ellittica. (Enrico Timothy Testa Vicenza) Un cubetto di ghiaccio galleggia in un bicchiere d' acqua. Quando si scioglie, il livello dell' acqua salirà o no? Il cubetto galleggia sull' acqua perché riceve una spinta, dal basso verso l' alto, uguale al peso di acqua spostata (principio di Archimede). Essendo il peso una forza determinata dalla massa per l' accelerazione di gravità ed essendo quest' ultima uguale per acqua e ghiaccio (si trovano alla stessa distanza dal centro della Terra), la massa del ghiaccio sarà uguale alla massa d' acqua spostata. Quando il ghiaccio si sarà sciolto (e avrà raggiunto la stessa temperatura dell' acqua e quindi la sua stessa densità ) andrà ad occupare esattamente il volume di acqua precedentemente spostato (la massa è uguale alla densità ). Il livello dell' acqua, di conseguenza, non varierà. (Luigi Vitali Castelfranco Veneto) La massa totale del cubetto di ghiaccio è uguale a quella dell' acqua che occuperebbe il volume della parte immersa. (Francesco Ceccherini Porcari, Lucca)


STRIZZACERVELLO
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 004

La Torre Quattro dischetti di diametro diverso, bucati al centro, vengono infilati su un paletto colorato in modo da costruire una torre. Ci sono altri due paletti liberi e bisogna trasferire la torre su uno di questi. Le regole da rispettare sono due: 1) Muovere un solo disco alla volta, da un piolo all' altro. 2) Non infilare mai un disco su un altro di diametro minore, ma rispettare le proporzioni, dal più piccolo al più grande. La scelta del piolo su cui ricostruire la torre è invece libera. Qual è il numero minimo di mosse necessarie per concludere l' operazione? La risposta domani, accanto alle previsioni del tempo




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