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Santa Caterina d'Alessandria

(Scheda 8/153, singola - Anno 2020)

STORIE 25 novembre - Santa Caterina d’Alessandria

SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA

Oggi ricorre la memoria liturgica facoltativa di santa Caterina d’Alessandria d’Egitto. Nella chiesa parrocchiale di Ceggia, nella seconda cappella di destra, sopra l’altare dedicato a sant’Antonio, vi è la bella pala raffigurante sant'Antonio da Padova, san Giuseppe e santa Caterina d’Alessandria.

Le visite pastorali a partire dal 1600 citano costantemente un “Altare di S. Caterina”, il che significa che la devozione a questa santa qui da noi è piuttosto antica. Sappiamo anche che il quadro attuale fu dipinto nel 1861 dal pittore Amedeo Gallo De Lorenzi (1816 - 1879) e che, dopo il restauro dai danni della guerra ad opera di Emilio Paggiaro, fu inaugurato nel 1926 (informazioni da Maurizio Marchesin, che ringraziamo).

La pala rappresenta sant’Antonio, contraddistinto dal libro e dal giglio, in estasi davanti a Gesù Bambino che poggia su una nuvola; nella parte inferiore a sinistra vi è san Giuseppe, riconoscibile dal bastone fiorito e a destra santa Caterina d’Alessandria elegantemente vestita accanto alla ruota dentata, strumento del suo supplizio, e con la palma del martirio in mano.

Santa Caterina d’Alessandria (circa 287 - Alessandria d’Egitto, 305), vergine e martire, è venerata tanto nella Chiesa cattolica quanto in quella ortodossa e anche nelle altre Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi.

Le notizie sulla vita di santa Caterina sono assai scarse, e le prime fonti che ne parlano risalgono solo al VI secolo. Secondo la tradizione, Caterina era una bella e colta giovane figlia di un re, rimasta orfana da bambina. Fu convertita al cristianesimo da un eremita e poco dopo ricevette da Cristo l’anello del matrimonio mistico. La leggenda racconta che nel 305, durante i festeggiamenti indetti dal governatore romano dell’Egitto Massimino Daia, ella giunse a palazzo mentre si stavano consumando riti pagani. Quando le fu chiesto di onorare gli dei, non solo rifiutò, ma invitò il governatore e gli intellettuali convocati per cercare di convincerla, a convertirsi e a riconoscere in Gesù Cristo il redentore dell’umanità. Alcuni di loro si convertirono al cristianesimo e furono condannati a morte. Il governatore, colpito dalla bellezza e dalla sapienza di Caterina, le chiese addirittura di sposarlo. Al suo diniego, la condannò al supplizio della ruota dentata. Ma lo strumento di tortura si ruppe per l’intervento di un angelo e allora la fece decapitare. Dal suo collo, anziché sangue, uscì un olio miracoloso. Gli angeli trasportarono il suo corpo fino al Sinai, in una grotta vicino alla Montagna di Mosè. I monaci traslarono successivamente le spoglie nel vicino monastero della Trasfigurazione, fondato nel 328 da sant’Elena, che da allora fu detto anche di santa Caterina.

I dubbi sulla storicità di questa figura di santa hanno fatto sì che nel 1962 fosse esclusa dal martirologio romano, senza però proibirne la venerazione. Successivamente, nel 2003, papa Giovanni Paolo II la reintrodusse tra i santi con la celebrazione della memoria facoltativa il 25 novembre.

Nota: Alcuni studiosi hanno recentemente individuato analogie e parallelismi tra la biografia di Santa Caterina d’Alessandria e Ipazia, la filosofa, matematica e astronoma di Alessandria, nata nel 370 circa, che fu trucidata e fatta a pezzi da alcuni fanatici cristiani.

Santa Caterina d’Alessandria è la patrona della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova e dell’Università di Siena. È patrona degli studenti, dei filosofi, dei mugnai e delle sarte. È patrona anche del Sovrano Militare Ordine di Malta.


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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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