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Sant'Andrea Apostolo

(Scheda 11/153, singola - Anno 2020)

STORIE 30 novembre - Sant’Andrea apostolo

SANT’ANDREA APOSTOLO

Il pescatore Andrea è il primo degli apostoli che incontriamo nei Vangeli. Nato a Betsaida di Galilea, è figlio di Giona e fratello minore di Simon Pietro. Fu lui che, mentre seguiva la predicazione di Giovanni Battista, vedendo passare Gesù, e udite le parole “Ecco l’Agnello di Dio!” (Gv 1, 35-40), insieme a un altro discepolo di cui non conosciamo il nome, lo seguì. L’evangelista riferisce: essi “videro dove dimorava e quel giorno dimorarono presso di lui” (Gv 1,37-39). Andrea era veramente un uomo di fede e di speranza e poté godere di preziosi momenti d’intimità con Gesù. Poi corse a informare il fratello con queste parole: “Abbiamo trovato il Messia”. Lui e Simone lasciarono tutto e seguirono senza indugi il Signore al suo invito: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”.

Ci dice papa Benedetto XVI: “ e questo ci mostra che era un uomo che cercava, che condivideva la speranza d’Israele, che voleva conoscere più da vicino la parola del Signore, la realtà del Signore presente. Andrea fu il primo degli Apostoli ad essere chiamato a seguire Gesù. Proprio su questa base la liturgia della Chiesa Bizantina lo onora con l’appellativo di Protóklitos, che significa appunto “primo chiamato”.

Le tradizioni evangeliche rammentano particolarmente il nome di Andrea in altre tre occasioni che ci fanno conoscere un po’ di più quest’uomo. La prima è quella della moltiplicazione dei pani in Galilea. In quel frangente, fu Andrea a segnalare a Gesù la presenza di un ragazzo che aveva con sé cinque pani d’orzo e due pesci (cfr Gv 6,8-9). La seconda occasione fu a Gerusalemme, quando Gesù disse che delle mura di Gerusalemme non sarebbe rimasta pietra su pietra. Andrea allora, insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni, lo interrogò: “Dicci quando accadrà questo e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi” (Mc 13,1-4). E Gesù pronunciò un importante discorso sulla distruzione di Gerusalemme e sulla fine del mondo. È infine registrata una terza iniziativa di Andrea. Lo scenario è ancora Gerusalemme, poco prima della Passione. Andrea e Filippo, i due apostoli con nomi greci, servono come interpreti e mediatori di un piccolo gruppo di Greci presso Gesù. E Gesù dice ai due discepoli e, per loro tramite, al mondo greco: “È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (12,23-24). (dall’udienza generale del 14 giugno 2006)

La predicazione. Il martirio

Di lui parlano alcuni testi apocrifi. Uno di questi, del II secolo, afferma che Andrea ha incoraggiato Giovanni a scrivere il suo Vangelo. E un testo copto contiene questa benedizione di Gesù ad Andrea: "Tu sarai una colonna di luce nel mio regno, in Gerusalemme, la mia città prediletta. Amen". Lo storico Eusebio di Cesarea (ca. 265-340) scrive che Andrea predica il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale. Poi, passato in Grecia, guida i cristiani di Patrasso. E qui il 30 novembre di un anno intorno al 60 subisce il martirio per crocifissione: secondo la tradizione viene appeso legato con funi a una croce in forma di X, come ad evocare l’iniziale greca del nome i Cristo; quella detta poi “croce di Sant’Andrea”.

Le Reliquie

Nel 357 i suoi resti vengono portati a Costantinopoli; ma il capo, tranne un frammento, resta a Patrasso. Nel 1206, durante l’occupazione di Costantinopoli (quarta crociata) il legato pontificio cardinale Capuano, di Amalfi, trasferisce quelle reliquie in Italia. E nel 1208 gli amalfitani le accolgono solennemente nella cripta del loro Duomo. Quando nel 1460 i Turchi invadono la Grecia, il capo dell’Apostolo viene portato da Patrasso a Roma, dove sarà custodito in San Pietro per cinque secoli, fino al 1964, ossia fino a quando il papa Paolo VI farà restituire la reliquia alla Chiesa di Patrasso. Altre reliquie sono conservate in varie parti d’Europa. La Chiesa di Costantinopoli lo venera come suo insigne patrono.

Nota: Il nome Andrea non è ebraico, come ci si sarebbe aspettato, ma greco (Andréas, uomo virile) segno non trascurabile di una certa apertura culturale della sua famiglia. Siamo in Galilea, dove la lingua e la cultura greche sono abbastanza presenti. Nelle liste dei Dodici, Andrea occupa il secondo posto, come in Matteo (10,1-4) e in Luca (6,13-16), oppure il quarto posto come in Marco (3,13-18) e negli Atti (1,13-14). In ogni caso, egli godeva sicuramente di grande prestigio all’interno delle prime comunità cristiane.


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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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