SANTI, TESTIMONI E PREGHIERE |
STORIE | 9 marzo - San Domenico Savio |
Quando Domenico morì a quindici anni non ancora compiuti, don Bosco era così convinto della sua santità che volle subito pubblicarne la biografia. Riteneva infatti che egli dovesse essere additato a modello di tutti i giovani.
Figlio di un fabbro e di una sarta, Domenico Savio nacque a Riva di Chieri, in provincia di Torino, il 2 aprile 1842. Fu un bambino spiritualmente molto precoce, tanto che il suo parroco decise di ammetterlo a sette anni alla prima comunione, cosa inaudita in quel tempo. In quell’occasione annotò in un foglietto che conservava nel libro di preghiere i suoi propositi: «1. Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore mi darà licenza. 2. Voglio santificare i giorni festivi. 3. I miei amici saranno Gesù e Maria. 4. La morte, ma non peccati».
Incontrò don Bosco nel 1854, quando aveva dodici anni, e si racconta che all’affermazione di don Bosco: “Mi pare che in te ci sia della buona stoffa per fare un bell’abito da regalare al Signore” abbia risposto: “Io dunque sono la stoffa. Lei ne sia il sarto, mi prenda con lei e farà un bell’abito per il Signore”. In quello stesso anno, l’8 dicembre, Pio IX proclamava il dogma dell’Immacolata Concezione. Il piccolo Domenico, dopo le funzioni, si recò davanti all’altare della Madonna e rinnovò le promesse che aveva fatto il giorno della prima comunione.
Da quel momento don Bosco cominciò ad annotare tutti gli episodi più significativi di quella giovane vita esemplare. Finché un giorno Domenico gli chiese: “Mi aiuti a farmi santo”.
E don Bosco gli indicò la ricetta giusta per la santità: allegria, osservare i doveri di studio e preghiera, far del bene agli altri. Da quel momento Domenico si applicò con impegno a seguire quel suggerimento e ad aiutare gli altri.
Ne scaturì un’idea che Domenico mise in pratica un anno dopo: formare un gruppo di ragazzi per fare del bene insieme: una specie di società che chiamò Compagnia dell’Immacolata; don Bosco l’approvò subito.
La sua salute però era molto precaria e all’inizio del 1857 si aggravò. La sera del 9 marzo, mentre stava per lasciare questo mondo, al suo papà che gli stava leggendo la preghiera della buona morte, disse con voce improvvisamente vivace: “Addio caro papà… Oh, che bella cosa vedo mai…”. Dopo la morte apparve poi in sogno a don Bosco e gli disse che Maria Santissima era venuta a prenderlo e raccomandò che non dimenticassero mai di pregarla. Il 12 giugno 1954 il papa Pio XII lo proclamò santo davanti a migliaia di giovani.
|< | < | 51 | 52 | 53 | 54 | 55 | 56 | 57 | > | >| | Vista elenco |
Risorse in rete | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
santiebeati | liturgia | cathopedia | qumran | diocesi | l'azione | unità pastorale | avvenire.it |
Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
Copyright © 2020-2024 Lia Artico