SANTI, TESTIMONI E PREGHIERE |
TEMPO DI QUARESIMA | Domenica 7 marzo 2021 - III domenica di Quaresima |
“Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio” (Gv 2, 14 - 15)
Il luogo è il Tempio di Gerusalemme, il luogo più sacro di tutta la Palestina e di tutto il mondo conosciuto.
L’evangelista ci narra oggi un episodio che all’epoca destò scalpore. Ma è straordinario capire che Gesù è uomo fino in fondo, capace di indignarsi e reagire con forza davanti alla perversione della fede, quella perversione che trasforma il rapporto con Dio in un commercio.
Su quel gesto di Gesù, che fece tanta sensazione sulla folla, ascoltiamo le parole che ebbe a dire papa Benedetto XVI:
Il fatto “non provocò nessuna repressione da parte dei tutori dell’ordine pubblico, ma fu visto come una tipica azione profetica: i profeti infatti, a nome di Dio, denunciavano spesso abusi, e lo facevano a volte con gesti simbolici. Il problema, semmai, era la loro autorità. Ecco perché i Giudei chiesero a Gesù: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?” (Gv 2,18), dimostraci che agisci veramente a nome di Dio…
“E i discepoli allora si ricordarono che sta scritto in un Salmo: “Mi divora lo zelo per la tua casa” (69,10). Questo salmo è un’invocazione di aiuto in una situazione di estremo pericolo a causa dell’odio dei nemici: la situazione che Gesù vivrà nella sua passione. Lo zelo per il Padre e per la sua casa lo porterà fino alla croce: il suo è lo zelo dell’amore che paga di persona, non quello che vorrebbe servire Dio mediante la violenza. Infatti il “segno” che Gesù darà come prova della sua autorità sarà proprio la sua morte e risurrezione. “Distruggete questo tempio – disse – e in tre giorni lo farò risorgere”. E san Giovanni annota: “Egli parlava del tempio del suo corpo” (Gv 2,20-21). Con la Pasqua di Gesù inizia un nuovo culto, il culto dell’amore, e un nuovo tempio che è Lui stesso, Cristo risorto, mediante il quale ogni credente può adorare Dio Padre “in spirito e verità” (Gv 4,23). (Benedetto XVI, parole all’Angelus della III domenica di Quaresima, 11 marzo 2012)
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Aggiornamento: giovedì 21 ottobre 2021
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