TUTTOSCIENZE 9 dicembre 92


E QUANDO IL CIBO C' E' Allarme nel Terzo Mondo: milioni si ammalano per gli alimenti contaminati
Autore: DI AICHELBURG ULRICO

ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, ALIMENTAZIONE, SANITA', INQUINAMENTO
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 093

LA sicurezza degli alimenti è un problema universale di salute pubblica. Nonostante i progressi delle tecniche moderne e tutto ciò che si fa per garantire tale sicurezza, le malattie trasmesse dagli alimenti sono sempre allarmanti, specie nei Paesi in via di sviluppo. L' Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lo sottolinea nel programma della Conferenza internazionale sulla nutrizione in corso a Roma in questi giorni. Ogni anno, in ogni parte del mondo, vengono segnalati centinaia di migliaia di casi di malattie da contaminazione degli alimenti. Ma questo è poco: si ritiene che nei Paesi in via di sviluppo il rapporto casi segnalati e casi reali sia 1 a 100, e nei Paesi industrializzati 10 a 100. Le statistiche dimostrano inoltre un preoccupante aumento, talora addirittura un raddoppio, negli ultimi dieci anni. La contaminazione microbica degli alimenti è causa di un' elevata proporzione di casi di malattia soprattutto nel Terzo Mondo: un miliardo e mezzo ogni anno nei bambini con meno di 5 anni d' età, con 4 5 milioni di decessi. Questi episodi a ripetizione, due o tre all' anno, sono a loro volta uno dei principali fattori di malnutrizione; si crea un circolo vizioso: la malattia influisce sulla digestione e l' assorbimento dei cibi riducendo la resistenza del soggetto, che nuovamente si ammala. Un alimento in stato di alterazione anche soltanto incipiente per moltiplicazione di microbi di vario genere può essere pericoloso, e così alimenti in scatola non sterilizzati a dovere. Ma in genere se si è attenti ci si dovrebbe accorgere dal sapore o dall' odore, o dall' aspetto della scatola, che c' è qualcosa di anormale. La massima insidia è invece quella dell' alimento ancora ineccepibile per apparenza, gusto, profumo, e tuttavia contenente mibrobi o tossine microbiche che non provocano cambiamenti appariscenti. Causa di queste tossinfezioni alimentari sono batteri come le Salmonelle, le Shigelle, il Campylobacter, le Listerie, oppure i Rotavirus. Vomito diarrea, febbre, dolori addominali sono i sintomi tipici, talvolta gravi tanto da non poter escludere un esito letale. Caratteristico nella sua sintomatologia è il botulismo, dovuto ad una tossina prodotta dal bacillo botulino, così chiamato perché associato frequentemente al consumo di carni insaccate (botulus in latino significa salsiccia). La tossina si fissa sul sistema nervoso e agisce pressappoco come il curaro. Si conoscono 7 tipi diversi di essa: sintomi gastrointestinali, poi paralisi dei muscoli degli occhi con visione doppia degli oggetti, paralisi della faringe, della laringe, dell' intestino, degli arti. Il bacillo botulino si trova nel terreno sotto forma di spore resistentissime al calore, perfino per molte ore a 100 gradi. La letalità è assai elevata per paralisi respiratoria e collasso cardiocircolatorio. La cura consiste nel siero antibotulinico. Sovente occorre l' invio ad un centro di rianimazione per poter usufruire dalla respirazione controllata. Fra tutti i possibili «assassini» da alimenti il bacillo botulino è il più freddo e spietato. Certe infezioni d' origine alimentare sono particolarmente pericolose per la donna in gravidanza: la toxoplasmosi e la listeriosi possono provocare gravi malformazioni o la morte del nascituro. Il problema ha particolare importanza per i viaggiatori. L' Oms ritiene che dal 20 al 50 per cento dei 4 miliardi di persone che si spostano ogni anno per lavoro, vacanze o altri motivi, siano soggetti a infezioni alimentari. Fattori come la stanchezza, i fusi orari, la variazione delle abitudini alimentari, il cambiamento di clima, contribuiscono a rendere il viaggiatore più vulnerabile. Pesci, carni, latte, uova sono i cibi più incriminati. L' inquinamento è sovente dovuto a difetti nella manipolazione e nella preparazione. Gli errori più comuni sono la preparazione molto tempo prima del consumo, tenere gli alimenti preparati a temperature elevate, una cottura insufficiente, la manipolazione da parte di portatori di mibrobi. C' è anche, sia pure su scala minore, il rischio d' una contaminazione chimica, anch' esso aumentato negli ultimi anni. Avvelenamenti acuti avvengono a causa dei pesticidi, ed è possibile la morte per edema polmonare acuto o per paralisi respiratoria. Sono pericolosi soprattutto gli alimenti vegetali, tuttavia i pesticidi vengono anche a contatto col bestiame o con i mangimi, e sono quindi assorbiti passando nelle carni. Altre sostanze chimiche come il piombo e il cadmio, non messe intenzionalmente a contatto con gli alimenti nè aventi alcun rapporto con la produzione; esse penetrano nella catena alimentare in quanto presenti nell' ambiente. La sicurezza degli alimenti richiede uno sforzo comune dei poteri pubblici, dell' industria e dei consumatori. Per quanto riguarda questi ultimi, l' idea dell' igiene nella manipolazione degli alimenti deve radicarsi così profondamente nella coscienza da diventare un' abitudine più che un obbligo. Ulrico di Aichelburg


ASTRONOMIA Stasera scompare la Luna Eclisse totale: come osservarla
Autore: BIANUCCI PIERO

ARGOMENTI: ASTRONOMIA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 093

CHI non è troppo teledipendente e se la sente di rinunciare al ghigno di Gad Lerner, questa sera può fruire di uno spettacolo insolito senza pagare nè canone nè biglietto d' ingresso. Purché il cielo sia sereno, basta affacciarsi alla finestra. Lo spettacolo non è nuovo: una eclisse totale di Luna. Ma il copione, per quanto ben noto, mantiene il suo interesse, sia estetico sia scientifico. Avviene un' eclisse totale di Luna quando il Sole, la Terra e il nostro satellite, disposti in quest' ordine, si trovano allineati. Se l' orbita della Luna intorno alla Terra e quella della Terra intorno al Sole fossero sullo stesso piano, avremmo un' eclisse totale di Luna ad ogni plenilunio. In realtà le cose non stanno così: l' orbita lunare è inclinata di 5 gradi rispetto all' orbita terrestre e ciò fa sì che soltanto se il plenilunio avviene in coincidenza con i punti di interserzione delle orbite (chiamati nodi) il nostro satellite passi effettivamente nel cono d' ombra proiettato dalla Terra. E' proprio quanto succede in questa notte di mercoledì su giovedì. La Luna entrerà nell' ombra terrestre alle 22, 59, vi sarà completamente immersa dalle 7 all' 1, 21 (fase massima alle 0, 44) e ne uscirà del tutto alle 2, 28. L' ingresso nella penombra, difficile da osservare, avverrà alle 21, 55, l' uscita alle 3, 32. Durante la fase massima la Luna si troverà a 391. 670 chilometri dalla Terra e molto alta sull' orizzonte (68). Anche nel momento di oscuramento massimo la Luna non scompare mai del tutto. Un residuo di luce diffusa dall' atmosfera terrestre le conferisce un colore rosso scuro, con sfumature tra il sanguigno e il ramato. Il fenomeno è suggestivo anche a occhio nudo, ma certo l' osservazione è ancora più affascinante se si usa un binocolo. Un piccolo telescopio permetterà di cogliere con tempestività l' ingresso della Luna nella penombra terrestre, e poi nell' ombra. Storicamente, il contributo culturale portato dall' osservazione delle eclissi lunari è rilevante. Ad esse si deve, per esempio, la scoperta della rotondità della Terra e una prima stima delle dimensioni e delle distanze dei corpi celesti. Ancora nel diciassettesimo secolo le eclissi di Luna sono servite per stabilire la longitudine dei luoghi di osservazione: l' eclisse è infatti un po' come un segnale orario, in quanto il contatto con l' ombra avviene per tutti contemporaneamente ma ad orari locali diversi per i vari osservatori a seconda della loro longitudine. Fu così che i primi navigatori si fecero un' idea approssimativa delle nuove terre appena scoperte. Ed è merito di un' eclisse di Luna del 1634, osservata simultaneamente in Francia e nel Vicino Oriente, se l' estensione del mar Mediterraneo è stata corretta di un migliaio di chilometri rispetto alle carte dell' epoca, ancora grossolanamente sbagliate. Il cono dell' ombra terrestre varia con la distanza della Terra dal Sole. All' afelio, in luglio, la lunghezza è massima: un milione e 400 mila chilometri. Al perielio, in gennaio, è minima: un milione e 360 mila chilometri. In questo caso alla distanza media della Luna (384 mila chilometri) il diametro del cono d' ombra è di 9800 chilometri. Poiché il diametro lunare è di 3476 chilometri, è chiaro che, se l' allineamento Sole Terra Luna è perfetto, l' eclisse sarà totale e potrà durare parecchio. Quando la Luna è totalmente eclissata, la sua luminosità può ridursi a un decimillesimo di quella del plenilunio. L' oscuramento è però molto variabile. Dipende dall' attività solare e, più ancora dall' inquinamento corpuscolare dell' alta atmosfera terrestre. Da 100 a 40 chilometri contribuiscono a questo inquinamento le polveri delle micrometeoriti che si vaporizzano per attrito contro l' aria. Da 15 a 30 chilometri sono invece importanti le ceneri provenienti dalle eruzioni vulcaniche. Se questa notte la Luna eclissata non sarà molto scura si dovrà, probabilmente, alla enorme quantità di pulviscolo emessa dall' eruzione del Pinatubo, nelle Filippine. Infine, una notizia curiosa che riguarda ancora la Luna ma non c' entra con l' eclisse. Da tempo all' acceleratore Lep del Cern di Ginevra si notavano misteriose variazioni periodiche nell' energia delle particelle accelerate (elettroni e positroni). Il ciclo risultava di circa 27 giorni. Misure accurate hanno chiarito che esso coincide con l' alternarsi delle maree, dovute all' attrazione combinata della Luna e del Sole. Anche la crosta terrestre, infatti, subisce una sia pur lieve deformazione mareale, che sui 27 chilometri della circonferenza del Lep comporta una variazione di un millimetro nel percorso delle particelle. Il fenomeno è stato verificato pure in California con l' acceleratore di Stanford. Nessuna scoperta, d' accordo. Ma una singolare conferma dell' estrema raffinatezza raggiunta dalle misure che si compiono in fisica subnucleare. Piero Bianucci


Fao e Oms strategie contro la fame Chi mangia (troppo) e chi no Così la denutrizione genera malattie
Autore: RAVIZZA VITTORIO

ARGOMENTI: DEMOGRAFIA E STATISTICA, MEDICINA E FISIOLOGIA, ALIMENTAZIONE
LUOGHI: ITALIA
TABELLE: T G Disponibilità di cibo: paesi a confronto. Mortalità dovuta a malattie causate dalla denutrizione. Paesi con mortalità in diminuzione e paesi con mortalità in aumento
NOTE: 093

CI sono 786 milioni di uomini che non hanno abbastanza da mangiare; nel Terzo Mondo una persona su cinque vive (o muore) con una quantità di cibo così scarsa da non soddisfare neppure la richiesta energetica minima; e mentre qui infieriscono le malattie causate dalla denutrizione il mondo ricco è alle prese con le eccedenze di prodotti alimentari e la gente si ammala dei mali da ipernutrizione come l' obesità (impressionante il numero di obesi che si incontra negli Usa), malattie cardiache, ipertensione, diabete, cancro. Questa triste contabilità della fame è stata presentata dalla Fao e dall' Oms, le organizzazioni delle Nazioni Unite che si occupano rispettivamente di agricoltura e di salute, al vertice mondiale sulla nutrizione in corso a Roma (termina venerdì ). La fame ha cause naturali, storiche, ma anche oscure ragioni politiche come in Etiopia, Sudan, Mozambico, Somalia; o semplicemente è causata da egoismo dei ricchi. Il vertice (150 Paesi) deve approvare un piano contro la fame che parte da una drammatica contraddizione: di cibo ne esiste a sufficienza ma non tutti vi possono accedere in eguale misura. Rispetto agli anni 1969 1971 la popolazione sottoalimentata è passata dal 36 al 20% di quella mondiale; i progressi maggiori sono stati fatti in Asia, dove i sottonutriti sono scesi da 751 a 528 milioni; in America Latina e in Medio Oriente c' è stata una diminuzione percentuale illusoria dato che il numero degli affamati, in assoluto, è aumentato rispettivamente da 47 a 59 milioni e da 24 a 31 milioni per effetto del' aumento della popolazione. Disastrosa la situazione in Africa dove i sottoalimentati (media 2085 calorie, rispetto alle 2000 considerate come minimo vitale) sono passati da 67 a 101 milioni. La sottoalimentazione, sottolinea la Fao, è una compagna inseparabile per la gente che vive in almeno 50 Paesi sparsi nel mondo; ma c' è sottoalimentazione anche nelle pieghe di quei 40 Paesi nei quali la gente si ammala di sovralimentazione, una constatazione ancora più sconvolgente perché qui la scarsità di cibo per gli strati più deboli della popolazione è semplicemente frutto dell' ingiustizia. Poi c' è una «fame» subdola, che non appare, malnutrizione più che denutrizione. Consiste nella mancanza, nella dieta, di micronutrienti indispensabili. Ne soffrono oltre 2 miliardi di persone. Nei Paesi del Terzo Mondo, denuncia l' Oms, la maggioranza dei giovani soffre di anemia, provocata dall' insufficienza di ferro, e ciò li espone a numerose malattie infettive, frena lo sviluppo fisico e la capacità di apprendimento la carenza di iodio colpisce oltre un miliardo di persone ed è causa di ritardo mentale nei bambini in un centinaio di Paesi; 40 milioni di bambini soffrono di carenza di vitamina A, l' origine più frequente di cecità infantile: ogni anno, secondo l' Oms, da 250 a 500 mila bambini diventano parzialmente o del tutto ciechi per questo motivo. Eppure il valore di una capsula di vitamina A è di poche lire e l' Oms ha calcolato, per esempio, che il costo annuale di una campagna di protezione con ferro aggiunto allo zucchero in Guatemala e al sale in India sarebbe di 10 centesimi di dollaro (circa 140 lire) a persona. «Noi ci impegniamo ad agire insieme affinché la libertà dalla fame divenga una realtà » dice il documento che i 150 ministri riuniti a Roma approveranno venerdì sera. Vittorio Ravizza


RICICLAGGIO DELLE AUTO Una cascata di materie prime Dopo la civiltà dei consumi arriva quella del post consumo L' intera produzione delle vetture dovrà essere riprogettata
Autore: P_B

ARGOMENTI: ECOLOGIA, PROGETTO, AUTO, TECNOLOGIA
NOMI: BROWN LESTER
ORGANIZZAZIONI: FIAT AUTO RECYCLING
LUOGHI: ITALIA
TABELLE: D T
NOTE: 094

BENVENUTI nella società post consumistica. Che non è una società senza consumi ma una società in cui le cose consumate tornano in produzione, una società che, invece di accumulare rifiuti, chiude il cerchio delle materie prime. Si è incominciato a farlo con la carta, poi con le lattine di alluminio, si sta provando con le bottiglie di plastica. Ma le difficoltà aumentano quando il prodotto è complesso. Ora la Fiat affronta il problema auto. Dopo le catene di montaggio, a Mirafiori un anno fa ha realizzato un impianto sperimentale di smontaggio. In prospettiva c' è addirittura una radicale riprogettazione del veicolo. Fin dall' inizio tutte le sue parti verranno concepite in funzione del loro recupero. Il consumo si organizza tenendo conto del post consumo. Ogni anno in Europa finiscono in rottami 12 milioni di vetture, un milione e 300 mila in Italia. Di queste, nel 1993 per la prima volta 25 mila verranno riciclate al 100 per 100. Il progetto si chiama F. a. re (Fiat Auto Recycling), acronimo dal doppiosenso trasparente. Un test di grandi dimensioni, che permetterà di verificare gli aspetti economici e organizzativi, ma anche un esperimento pilota che la Fiat mette a disposizione degli altri costruttori. Perché la tutela dell' ambiente, dice l' amministratore delegato Paolo Cantarella, non dovrebbe essere un terreno di competizione ma una base comune dell' intera industria automobilistica europea. Oggi l ' atto di morte di un' auto è affidato a norme vaghe e spesso disattese. I cimiteri di carcasse sono uno dei tanti sfregi al paesaggio. Soltanto una vettura su due viene demolita nel rispetto dell' ambiente. Smaltire questi rifiuti, in ogni caso, ha un costo molto alto e che diventerà sempre più insostenibile in futuro. Eppure quelle carcasse, considerate da un altro punto di vista, sono una miniera: acciaio, metalli pregiati, vetro, plastica. Ciò che occorre è imparare a sfruttarla. La soluzione si chiama «impiego in cascata». Scegliamo, come esempio, la plastica dei paraurti, che è essenzialmente polipropilene. Un' auto mediamente in Europa vive 11 anni, in Italia 14. In questo arco di tempo la plastica, sotto l ' azione del sole e degli sbalzi termici tende a depolimerizzarsi. Le sue qualità meccaniche, quindi, si degradano. Lo stesso materiale però può essere riutilizzato in parti meno impegnative. La plastica che alla sua prima generazione forma paraurti, nella seconda generazione può costituire i tubi che distribuiscono l' aria nell' abitacolo e nella terza generazione è ancora possibile ricavarne dei sottotappeti. Infine, questo materiale trova il suo ultimo impiego come fonte di energia: la plastica, è in sostanza una forma di petrolio allo stato solido e ne conserva quasi lo stesso potere calorifico. Può dunque essere bruciata nei cementifici o in altre produzioni industriali. Il processo adottato è quello della pirolisi, in modo che non si generino sostanze inquinanti. La «cascata» è più difficilmente realizzabile per i portelloni stampati in materiale termoindurente. Anche in questo caso però si è trovata una soluzione: il materiale, finemente macinato, serve come «carica» del protettivo sottoscocca, in sostituzione del carbonato di calcio. Il vetro dei parabrezza, invece, non tornerà a far parte di un' auto ma servirà a fare bottiglie. Le schiume che imbottiscono i sedili diventeranno sottomoquette. Quanto alle parti metalliche, sono già largamente riciclate e lo saranno di più e meglio tra qualche anno, quando la riprogettazione spiega Paolo Scolari, responsabile della direzione ambiente e politiche industriali Fiat Auto renderà più semplice l' eliminazione dell' impianto elettrico. Oggi staccare i fili in rame è infatti un' operazione complicata, e quindi troppo costosa. Già adesso, invece, lo smontaggio del serbatoio, che in passato richiedeva una decina di minuti, si può fare in una decina di secondi. L' esperimento Fiat, iniziato il 1 settembre, coinvolge la Falck per le parti metalliche, la Himont per il polipropilene, l' Emiliana Vetri per i parabrezza, la Strapazzini per le schiume dei sedili, il tutto con la cooperazione dell' Ada, Associazione italiana demolitori auto. Il 12 per cento del peso delle auto attuali è dovuto a parti in plastica: è soltanto il 10 per cento del consumo globale di plastica (il 38 per cento va in imballaggi, il 32 in mobili ed elettrodomestici, il 16 nell' edilizia). Quando la filosofia del post consumo avrà contagiato gli altri settori della produzione industriale avremo davvero compiuto un passo verso quello che Lester Brown, l' ecologo che dirige il Worldwatch Institute, ha battezzato «sviluppo sostenibile».


AERONAUTICA E se tornasse il dirigibile? Pronto un progetto rivoluzionario
Autore: FILTRI TULLIO

ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 094

NEL mondo aeronautico si sta nuovamente parlando del dirigibile. Dopo decenni di letargo era improvvisamente comparso al Salone Aerospaziale di Parigi del 1983, totalmente rinnovato: tutto di plastica, dall' involucro alla cabina; di metallico rimaneva solo il motore. Era nato come mezzo civile; ma il fatto di essere di plastica attirò subito l' attenzione dei militari. Infatti la plastica non riflette i raggi radar del nemico; quindi il dirigibile «vede» col suo radar, ma non è «visto». Questo spiega perché la Marina degli Stati Uniti abbia commissionato un dirigibile da 50. 000 metri cubi, il Sentinel 5000. Aggiungiamo, tra parentesi, che sarà mosso da motori italiani Diesel della Crm di Castellanza (Varese), che ha vinto un concorso internazionale. Ora il dirigibile sta ricomparendo anche in campo civile; la maggiore industria aerospaziale italiana, la Alenia, ha istituito una borsa di studio per una tesi di laurea sul dirigibile. E' stata assegnata a Domenico Fodaro, che l' ha discussa nella sessione estiva 1992 al Dipartimento di ingegneria aerospaziale dell' Università di Roma; relatori i professori Paolo Santini e Antonio Castellani. Fodaro ha presentato un dirigibile d' alta quota, con volume di 10. 000 metri cubi e velocità sui 240 chilometri l' ora, (elevata per un dirigibile) idoneo ad operare sino a 10. 000 metri senza onerose penalizzazioni. Vi è riuscito in modo geniale, con interessanti innovazioni. Ad esempio, per compensare la diminuzione della portanza statica del gas a mano a mano che si sale in quota, ha fatto ricorso alla portanza dinamica, dando al dirigibile una forma quasi ellittica, paragonabile, in sezione, all' ala di un aeroplano che acquista portanza con la velocità. Altra notevole innovazione: l' involucro è stato irrobustito con setti longitudinali in neoprene e ordinate reticolari in kevlar; questo permette di attaccare la cabina direttamente all' involucro e non più tramite una catenaria interna di funi, come nei dirigibili classici. In più, ha adottato il sistema direzionale a reazione Forlanini, applicato negli Anni 30 all' Omnia Dir (tutte le direzioni) che consente manovrabilità autonoma specialmente a terra, un sistema valido ancor oggi tanto che è comparso in un recente elicottero di avanguardia, il Notar della McDonnell Douglas Tullio Filtri


SNIA RICERCHE Così si forma lo scienziato Trecento milioni per ricercatore
Autore: VICO ANDREA

ARGOMENTI: RICERCA SCIENTIFICA, INDUSTRIA, UNIVERSITA'
ORGANIZZAZIONI: SNIA BPD
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 094

INDUSTRIA e ricerca universitaria collaborano alla formazione dei giovani laureati. Il gruppo chimico Snia Bdp ha varato, in queste settimane, un complesso e ambizioso progetto per la specializzazione in diversi settori di 70 neolaureati appena assunti da Snia Ricerche, la Società che ha il compito di coordinare le ricerche di tutto il gruppo. Il periodo di formazione durerà due anni. I 70 giovani (in gran parte chimici o ingegneri chimici, ma anche fisici o biologi) sono stati scelti tra circa 500 candidati con criteri di selezione particolarmente severi: non solo buoni voti, ma anche inclinazione alla ricerca, caratteristiche psicologiche, capacità di lavorare in gruppo, creatività, conoscenza delle lingue e delle moderne tecnologie di laboratorio. «I nostri corsi di laurea pur fornendo un' ottima preparazione di base nelle discipline tecnico scientifiche», spiega Ennio Denti, amministratore di Snia Ricerche «sono spesso carenti sotto il profilo della formazione manageriale, specialmente per ciò che concerne la ricerca applicata all' industria. Il Progetto formazione di Snia Ricerche mira a colmare queste lacune». I selezionati non sono semplici borsisti, ma dipendenti assunti a pieno titolo. Il programma di formazione si articolerà in tre fasi. Il primo passo è comune a tutti: verranno inseriti nell' Università, per almeno un anno accademico, a fare esperienza di ricerca. Ogni destinazione è stata decisa in base alla futura specializzazione di ciascun giovane scegliendo, caso per caso, il laboratorio universitario all' avanguardia. Sono state coinvolte nel progetto di formazione 45 Università italiane, una decina statunitensi e altrettante europee. Ogni giovane laureato è stato affiancato da un «tutor», che lo seguirà passo passo, specialmente nella seconda fase del progetto di formazione: l' inserimento operativo in attività di ricerca o industriali (12 mesi). Gli ultimi due mesi saranno dedicati alla formazione gestionale e manageriale. La Snia Ricerche ha investito parecchio. L' intero progetto di formazione costerà 20 miliardi, circa 300 milioni per ogni neolaureato. Il Centro Ricerche Snia, a Pisticci, nel parco scientifico della Val Basento, sarà il punto di riferimento comune in cui trovarsi ogni due o tre mesi per scambiare esperienze. Andrea Vico


STAZIONE SPAZIALE Al lavoro anche in Italia L' Alenia costruisce i moduli logistici
Autore: LO CAMPO ANTONIO

ARGOMENTI: AERONAUTICA E ASTRONAUTICA, PROGETTO
ORGANIZZAZIONI: MPLM, ALENIA SPAZIO FREEDOM
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 094

LA loro sigla è MPLM: Mini Pressurised Logistics Modules. Si tratta dei «mini moduli» spaziali che verranno portati in orbita dallo «Shuttle» a partire dal 1997 con il sesto dei 26 lanci necessari ad assemblare nello spazio la stazione spaziale «Freedom». A realizzarli sarà l' Italia con «Alenia Spazio», capocommessa dell ' accordo firmato nel dicembre ' 91 a Washington tra il presidente dell' Agenzia spaziale italiana Luciano Guerriero, e l' ex amministratore Nasa, veterano di due voli «Shuttle», Richard Harrison Truly. I moduli pressurizzati, che saranno realizzati in base alle esperienze maturate con i programmi «Spacelab» e «Space Hab», forniranno supporto logistico e abitabilità per gli astronauti impegnati nelle operazioni d' assemblaggio delle varie parti della stazione, e potranno essere riportati a Terra al termine di ciascuna missione. Dal 1999, quando sarà disponibile un secondo esemplare, i due moduli logistici si alterneranno in orbita consentendo attività continuative. Inoltre è prevista la costruzione di un terzo modulo che sarà destinato alla produzione in condizione di microgravità di esperimenti biomedici. Il valore dell' accordo è di circa 500 miliardi di lire; esso consentirà all' Italia di utilizzare parte delle risorse scientifiche della stazione spaziale, oltre a diverse ore di volo per gli astronauti italiani. Il programma si appresta ad abbandonare le fasi A e B, per dare il via alle «C D phases» che prevedono la costruzione di un primo modulo di sviluppo, e dei successivi moduli logistici che verranno agganciati in orbita. Così come per «Spacelab» o per i laboratori previsti dal programma «Columbus», gli MPLM, lunghi 4, 2 metri e con diametro di 4, 4, hanno le pareti interne ricoperte di contenitori e «racks» per la conduzione di esperimenti scientifici. I moduli saranno collegati alla stazione orbitale tramite un boccaporto analogo a quelli che vedranno agganciati tra loro i segmenti americani, europeo e giapponese della «Freedom». Una struttura esterna cilindrica d' alluminio chiusa agli estremi da due sezioni troncoconiche, ed una interna con relativo sistema termico sempre di responsabilità «Alenia», costituiscono un altro importante contributo italiano alle prossime strutture spaziali orbitanti. Antonio Lo Campo


SCAFFALE Autori vari: «Gran Paradiso», Ed. Il Risveglio; «Tra i camosci» e «La storia dello stambecco», Gianni Tamiozzo Ed.
AUTORE: VERNA MARINA
ARGOMENTI: ECOLOGIA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 094

Gli inglesi li chiamano «sanctuary», a sottolinearne il carattere quasi sacro, che dovrebbe renderli immuni dalle offese. Per noi sono semplicemente «Parchi» e le aggressioni sono all' ordine del giorno Però tutti resistono. E, come capita al Parco del Gran Paradiso, arrivano abbastanza indenni a festeggiare i settant' anni. L' occasione è sottolineata da un libro, «Gran Paradiso», scritto a più mani per raccontare tutti gli aspetti di questa bellissima zona protetta: le battute di caccia dei Savoia e i bracconieri, i montanari e i turisti, la flora spontanea e il giardino di Paradisia. E, ovviamente, lo stambecco. Due libri monografici sono invece dedicati agli animali per i quali il Parco è stato pensato: il camoscio e lo stambecco. L' editore è un ex guardaparco, che adesso fa la guida naturalistica, Gianni Tamiozzo. Sue sono quasi tutte le fotografie, scattate nelle condizioni più curiose e più rare. I testi, oltre che suoi, sono di un collega guardaparco, Alberto Azzolini, e di un etologo giramondo, Sandro Lovari. Molto interessanti sono anche i disegni che guidano all' osservazione sul campo di questi ungulati, un' attività che nelle valli del Gran Paradiso è alla portata di chiunque.


SCAFFALE Pietroni Patrick: «La medicina prossima ventura», Edt
AUTORE: VERNA MARINA
ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 094

Che fatica, limitarsi nel cibo e fare ginnastica, coltivare uno stile di vita frugale e occuparsi dei propri stati d' animo] Eppure la formula della salute è quella: sperare nella scorciatoia delle pillole è perfettamente inutile, le malattie croniche degenerative sono lì a dimostrarlo. Per questo la medicina ufficiale si trova in difficoltà: le terapie classiche basate su farmaci specifici non sono più all' altezza delle nuove malattie. E il medico ha perso gran parte della credibilità e della fiducia che i malati avevano in lui. La storia di questo difficile rapporto e dei cambiamenti nella domanda di salute è raccontata dal medico e psicanalista inglese Patrick Pietroni nel bel libro «La medicina prossima ventura» . Dietro il successo delle medicine alternative, Pietroni vede l' influenza del pensiero verde e il ritorno a una visione «umanistica» che contrasti la tendenza riduzionista degli ultimi decenni. Il progresso, scrive, non deve verificarsi solo nel mondo della tecnologia, ma anche in quello delle idee e dei sentimenti.


SCAFFALE Augè Marc: «Un etnologo nel metrò », Eleuthera
AUTORE: VERNA MARINA
ARGOMENTI: ANTROPOLOGIA E ETNOLOGIA, LIBRI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 094

MARC Augè, come la maggior parte dei parigini, ha sempre viaggiato in metrò. Solo che di professione è antropologo e fra i più famosi: è uno dei direttori all' «Ecole des Hautes Etudes» di Parigi. Così i percorsi, le stazioni, i corridoi, la gente, sono diventati l' oggetto di un' analisi sociale nella quale è facile e interessante riconoscersi. Uscito qualche anno fa in Francia, «Un etnologo nel metrò » è stato ora tradotto in italiano dalla piccola casa editrice Eleuthera. Ecco il treno del mattino presto, il più commovente. Salgono i pendolari, assieme ai lavoratori di città, e possono chiudere gli occhi, perché riconoscono ogni curva, ogni scossone. Non importa che la linea sia colta, elegante, turistica: le attività dei viaggiatori sono uguali dappertutto. La più praticata è la lettura. E da quello che la gente legge si possono immaginare la vita e le evasioni. Ma c' è anche chi sferruzza, chi fa le parole crociate o corregge qualcosa: sono i più impenetrabili, chiusi nel loro sforzo tecnico che sbatte la porta in faccia ai curiosi. I più giovani in genere ascoltano musica e confessano i loro gusti con un movimento del corpo subito represso, uno sguardo sognante, un piede che batte il tempo. Con un po' di pratica, diventa possibile ricostruire la storia di chiunque il viaggiatore occasionale, la ragazza di buona famiglia, la coppia in vacanza, il borgataro sceso in città. E il viaggio diventa un' avventura, anche per chi etnologo non è.


ALLOCCO Ti ho riconosciuto dal canto Una ricerca su 17 maschi che vivono a Pavia Risposte diverse all' amico o allo sconosciuto Per gli allocchi il bene più prezioso è il territorio, ampio in media 18 ettari: dopo averlo conquistato lo difendono per tutta la vita
Autore: INGLISA MARIA

ARGOMENTI: ETOLOGIA, ZOOLOGIA, ANIMALI
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 095

QUANDO riesce a trovare un territorio, se lo tiene stretto e lo difende per tutta la vita. Parliamo dell' allocco (Strix aluco), un uccello rapace notturno, e del suo bene più prezioso, un angolo di terra ampio in media diciotto ettari, nel quale trascorre l' intera esistenza e del quale rivendica l' uso esclusivo per sè e la sua compagna. Al calare della notte l' allocco, appollaiato su un albero, emette un canto territoriale (hooting) costituito da appena tre note, non molto elaborato quindi, ma efficace e dal significato inequivocabile: «Qui ci sono io] ». Per un animale perfettamente adattato a vivere nel folto dei boschi e attivo soprattutto di notte, la voce è uno strumento fondamentale per comunicare con gli altri individui della sua stessa specie. All' orecchio umano i canti di allocchi diversi possono sembrare tutti uguali, ma in realtà il canto rappresenta per questi animali una sorta di carta di identità . Lo hanno provato nel corso di uno studio, durato sei anni, due ricercatori italiani, Paolo Galeotti e Gianni Pavan, entrambi dell' Università di Pavia, che hanno studiato il comportamento territoriale di una popolazione di allocchi che vive nella città di Pavia. Utilizzando il metodo del playback (si simula la presenza di un maschio invasore mediante la riproduzione di un canto registrato ), i due studiosi hanno stimolato la risposta dei proprietari dei territori e hanno così registrato dal vivo la voce di 17 maschi di allocco per un totale di 140 canti territoriali. Dall' analisi spettrografica dei suoni eseguita al Centro di Bioacustica dell' ateneo pavese, è stato possibile distinguere i canti dei singoli maschi in base a ben sette variabili significative e con un' accuratezza del 99 per cento. Ma gli allocchi si riconoscono davvero fra loro? E la loro carta d' identità è proprio il canto? Per cercare di rispondere a questo interrogativo, Galeotti e Pavan hanno condotto una seconda serie di esperimenti su dodici coppie alle quali sono state fatte ascoltare in sequenza le registrazioni dei canti di individui confinanti (e quindi conosciuti) e di individui «stranieri», potenziali competitori. Il comportamento di risposta degli animali è stato diverso rispetto alle due stimolazioni: una risposta più veloce e intensa (come numero di canti al minuto) di fronte a un canto ignoto e una risposta meno pronta (più tempo prima di cantare) e meno aggressiva nel caso opposto. In ciascuna delle dodici coppie esaminate, sia i maschi sia le femmine hanno mostrato di saper discriminare fra un canto familiare e un canto sconosciuto, ma il contributo dato alla difesa territoriale è qualitativamente diverso secondo il sesso. I maschi rispondono più velocemente delle compagne; probabilmente la prontezza a reagire indica che il possessore del territorio è un individuo che gode di buona salute ed è pronto a difendersi. Le femmine mostrano più calma all' inizio, ma diventano via via più aggressive e il loro canto si fa sempre più minaccioso (intenso). L' aggressività delle femmine di allocco è ben nota in natura: di fronte alla minaccia di un predatore, arrivano ad attaccare anche grandi mammiferi e talvolta perfino l' uomo (negli Anni Sessanta il celebre fotografo naturalista Eric Hosking è stato accecato a un occhio). Ma perché il comportamento territoriale degli allocchi varia secondo il grado di familiarità fra i contendenti? Il canto territoriale è un segnale che indica la forza, le dimensioni e la capacità di combattere dell' uccello che lo emette. Fra individui che vivono in territori confinanti e quindi si conoscono, si è già instaurata una stabile forma di gerarchia di dominanza che beneficia i due vicini e il canto reciproco non rappresenta una minaccia, ma solo un ribadire la propria presenza e prestanza fisica: in una parola, il loro status. Fra individui estranei, invece, è facile che si scateni un forte conflitto in quanto i due animali non conoscono le rispettive forze e non si è ancora stabilita una gerarchia fra i rivali. Questa ipotesi è confortata dal fatto che facendo ascoltare lo stesso canto di «estraneo» in giorni successivi, la risposta dell' allocco possessore del territorio non è più uguale e intensa come quella data la prima volta. Ormai i ruoli sono definiti e l' allocco ha una buona memoria] Maria Inglisa


ANTICONCEZIONALI Signore, ecco il «vaccino» Un richiamo, poi niente per mesi
Autore: LEVI MARINA

ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, SANITA', DEMOGRAFIA E STATISTICA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 095

SICURO, reversibile, ma soprattutto facile da applicare. Queste devono essere le caratteristiche di un metodo anticoncenzionale utilizzabile su larga scala per far fronte ai drammatici problemi di sovrappopolazione dei Paesi poveri del terzo mondo. La pillola è notevolmente sicura e reversibile, ma richiede un certo grado di cultura per essere usata correttamente. I metodi barriera (preservativo, diaframma) sono un po' meno sicuri e richiedono attenzione nell' uso; la spirale non è sempre ben tollerata. Per questo, sia le case farmaceutiche che l' Organizzazione mondiale della Sanità continuano a finanziare ricerche per trovare qualcosa di radicalmente nuovo. Recentemente un medico indiano, proseguendo studi iniziati circa venti anni fa, ha annunciato di aver messo a punto un «vaccino anticoncenzionale». Un' iniezione, seguita da un ' altra di richiamo dopo alcune settimane, eviterebbe gravidanze indesiderate per alcuni mesi. Le modalità d' uso sono quindi semplicissime, ma non sembrano del tutto garantire la sicurezza e la reversibilità: fra le donne che lo hanno sperimentato, una su ottanta è rimasta incinta. Inoltre pare che il «vaccino» possa interferire con il funzionamento di ormoni diversi da quello contro il quale è rivolto, con possibili conseguenze su una futura attività riproduttiva. Le ricerche però continuano e gli enormi progressi compiuti dall' immunologia negli ultimi anni fanno pensare che si possa arrivare a un completo successo in tempi relativamente brevi. Ma perché per questo anticoncezionale si usa il termine «vaccino» ? I vaccini sono sostanze ad attività antigenica, cioè inducono, una volta introdotti nell' organismo umano, la produzione di altre sostanze, gli anticorpi, capaci di neutralizzarle. Contro le malattie infettive, ad esempio, si iniettano virus uccisi. Come reazione, l' organismo produce anticorpi, che lo difenderanno da eventuali invasioni da parte di quegli stessi virus. Nel caso del «vaccino» anticoncezionale, invece, il bersaglio è un ormone che si produce quando un ovulo fecondato si annida nell' utero: la gonadotropina corionica (Hcg). Questa stimola la produzione di progesterone, indispensabile per il proseguimento della gravidanza. Se gli anticorpi lo bloccano, l' embrione muore, si stacca dall' utero e viene eliminato. Agendo, anche se in maniera diversa, ma sempre a fecondazione avvenuta, sul progesterone, il vaccino ha un funzionamento analogo a quello della pillola Ru486, usata in Francia da circa due anni come metodo abortivo. E' per questo che le ricerche sul vaccino, come pure l' uso del Ru486, incontrano in Italia non poche difficoltà. Marina Levi


ABORTO CON RU486 Interruzione di gravidanza le donne francesi preferiscono la pillola
Autore: M_L

ARGOMENTI: MEDICINA E FISIOLOGIA, SANITA', ABORTO
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 095

DAL 1990, in Francia, nei centri in cui si pratica l' interruzione volontaria di gravidanza, le donne possono scegliere tra un metodo chirurgico, l' aspirazione in anestesia locale o generale, e un metodo incruento, l' assunzione della pillola RU486. In questi due anni, si è visto che la maggioranza delle donne, il 62 per cento, ha scelto quest' ultimo. Perché l' aborto si verifichi e non vi siano forti emorragie, la gravidanza non deve superare il 50 giorno In una prima visita, ci si assicura che non ci siano controindicazioni, come alterazioni della coagulazione del sangue, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, fibromi dell' utero o recenti parti cesarei. A distanza di otto giorni, vengono date, davanti al medico, in ambulatorio, tre pillole di RU486. Quarantotto ore dopo, le donne tornano per l' iniezione di un farmaco a base di prostaglandine. La paziente resta qualche ora in ospedale, seduta, ma con la possibilità di distendersi. L' espulsione del feto avviene in genere dopo 3 4 ore, accompagnata da una perdita di sangue e sovente da dolori addominali, a volte da nausea. L' emorragia non è comunque mai abbondantissima e i dolori possono essere controllati con farmaci antidolorifici. Prima di uscire viene fatta una nuova visita ginecologica. Dopo tre settimane, si controlla con un' ecografia che l' utero sia completamente vuoto. Nei rarissimi casi in cui così non è, si può fare un raschiamento. Le pillole di RU486 sono in genere ben tollerate e non danno effetti collaterali. Se usate da sole, però, interrompono la gravidanza solo nel 65% dei casi. Associate invece alle prostaglandine, che provocano contrazioni dell' utero, raggiungono l' effetto nel 100%. Le prostaglandine, anche alle basse dosi utilizzate, causano dolori addominali e nausea e sono controindicate nelle malattie cardiocircolatorie. Le donne che hanno scelto questo metodo riferiscono che, pur essendo l' aborto un evento sempre traumatico, lo hanno vissuto come meno cruento di un intervento chirurgico. Le statistiche evidenziano comunque che la RU486 è stata preferita da donne di stato sociale e di cultura medio alta. Richiede infatti una maggiore responsabilizzazione in quanto i tempi di espulsione sono abbastanza lunghi e possono essere dolorosi. (m l. )


TRANQUILLANTI Usa: la Fda riabilita l' Halcion
ORGANIZZAZIONI: FDA
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 095. Medicine, medicinali

«SICURO ed efficace quando viene impiegato secondo prescrizione»: con questa formula la Fda, l' Agenzia americana che controlla la sicurezza dei farmaci, ha definitivamente assolto l' Halcion, il tranquillante più discusso nell' ultimo anno. Nell' estate del ' 91, infatti, una donna americana condannata per l' omicidio della madre era stata scagionata in appello per aver ucciso obnubilata dallo psicofarmaco. Da questo episodio era partita una durissima campagna, culminata nella sospensione del farmaco in Inghilterra e nella revisione del dossier da parte della Fda. Ora il farmaco è stato definitivamente riabilitato e il Sunday Express di Londra, che aveva insinuato che la Upjohn fosse sotto inchiesta per frode, condannato a pubbliche scuse.


MUTAMENTI CLIMATICI Nel ghiaccio il tempo che fu In Antartide un buco di 3500 metri
Autore: RUSSO SALVATORE

ARGOMENTI: GEOGRAFIA E GEOFISICA, METEOROLOGIA
LUOGHI: ITALIA
TABELLE: C
NOTE: 095

LA prima trivellazione in Antartide oltre i 3500 metri di profondità si farà a Domeci, una località quasi sconosciuta ma che occupa in realtà una posizione strategica. L' area si trova infatti a metà strada tra la Baia di Terra Nova, base fissa dei ricercatori italiani nel continente bianco, e la base francese a Dumot Durville. Il punto è stato scelto da un' equipe italo francese per determinare attraverso la stratigrafia dei ghiacci le relazioni tra eruzioni vulcaniche e variazioni climatiche. La zona di perforazione è sul «tetto» antartico, ad oltre 3000 metri di quota, e a 1000 chilometri dalla costa. I lavori inizieranno entro i prossimi tre anni; prima occorrerà costruire una stazione polare attrezzata. Il progetto è stato illustrato a Venezia, alla XVII Conferenza per il Trattato sulla preservazione dell' Antartide, cui aderiscono 26 Nazioni. La trivellazione consentirà di raggiungere strati di glaciazione risalenti a circa 400 mila anni fa, che contengono informazioni su campioni di atmosfera dell' epoca. La ricerca è stata finanziata dopo le violente eruzioni del vulcano Pinatubo, nelle Filippine. Gli esperti sperano infatti di recuperare tracce di polveri eruttive «datate» per collegarle poi al clima di quel periodo. Dagli ultimi carotaggi effettuati in Groenlandia, secondo un programma di ricerca europeo, arrivano intanto notizie discordanti sulla ciclicità dei cambiamenti climatici. «Dai primi rilievi», spiega infatti Mario Zucchelli, responsabile dell' Enea per le ricerche in Antartico, «si ha l' impressione che i mutamenti climatici non sempre abbiano un andamento lento: dalle ultime trivellazioni sino a 2800 metri è stato registrato un brusco cambio climatico, che ancora però deve essere individuato cronologicamente» . Gli studi compiuti al Polo Sud non riguardano tuttavia solo il clima. La riduzione della fascia d' ozono, ad esempio, può influire sulla zona polare in modo evidente: l' aumento della temperatura, stimato nei prossimi 60 anni pari a circa tre gradi centigradi, può infatti provocare una diminuzione dei ghiacci. Quali le conseguenze? L' Antartide è il più importante serbatoio d' acqua dolce della Terra circa il 68 per cento della riserva planetaria per un' estensione pari a circa 35 volte la superficie dell' Italia. Ricerche scientifiche a parte, restano ancora aperti i problemi di tutela giuridica e ambientale dell' Antartide. La XVII Conferenza si è conclusa con la conferma del protocollo firmato a Madrid che vieta per 50 anni lo sfruttamento petrolifero e minerario, ma una bozza di normative turistiche e ambientali non è stata ancora firmata. «Quel che è certo», spiega ancora Zucchelli, «è che il turismo, che porta ogni anno in Antartide circa 5 6 mila persone, verrà ridotto». Salvatore Russo


SMETTERE? SI PUO' Cerotto, e addio fumo Attraverso la pelle immette nel sangue una certa quantità (decrescente) di nicotina Così si evita la sindrome da astinenza e si giunge gradualmente alla disassuefazione
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 096

LA lunga «querelle» dei dipendenti dei Monopoli che ha fatto mancare per molti giorni le sigarette dagli scaffali dei tabaccai avrà forse contribuito a indurre qualche fumatore accanito a tentare di tagliare i ponti con il tabacco. Impresa difficilissima e con un' alta percentuale di fallimenti. Per andare in soccorso dei fumatori pentiti sono stati inventati vari metodi e prodotti, più o meno affidabili. Il cerotto alla nicotina è uno dei più recenti (e scientificamente corretti) con una notevole percentuale di successi a patto che il suo uso sia accompagnato da un' adeguata dose di volontà di farcela. Il cerotto, che può essere applicato in qualsiasi punto del corpo, contiene da 17 a 52 milligrammi di nicotina. A contatto con la pelle esso libera la nicotina, che passa nel sangue e da qui agisce sul sistema nervoso evitando la sindrome da astinenza. Il cerotto mantiene nel corpo un certo livello minimo di nicotina, evitando «crisi di astinenza». Il trattamento dura tre mesi durante i quali la quantità di nicotina somministrata diminuisce gradualmente.


COME FUNZIONA Matita sempre ben temperata Un meccanismo semplice ed efficace
LUOGHI: ITALIA
TABELLE: D
NOTE: 096

NON richiede di essere temperata, dura assai più delle tradizionali matite di legno e in più la linea che traccia ha una larghezza costante, ciò che la fa preferire da architetti e disegnatori professionisti. Queste le caratteristiche della matita «meccanica» E' un oggetto dal funzionamento facile e sicuro. In un contenitore è inserito un certo numero di «mine», composte di grafite mescolata a una sostanza plastica; il contenitore termina con una pinza mantenuta chiusa dal cerchio terminale di una molla. Premendo il pulsante posto all' estremità della matita la molla fa aprire la pinza mentre una delle mine viene spinta in avanti; allentando la pressione sul pulsante la pinza si richiude stringendo la mina e impedendone il rientro. Tra i vantaggi di una simile matita vi è la possibilità di usare mine di vario diametro e di diversa durezza che possono essere intercambiate secondo la necessità.


LE DATE DELLA SCIENZA Il primo trapianto cardiaco la grande avventura di Barnard
Autore: GABICI FRANCO

ARGOMENTI: STORIA DELLA SCIENZA
PERSONE: BARNARD CHRISTIAN
NOMI: BARNARD CHRISTIAN
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 096

VENTICINQUE anni fa avveniva il primo trapianto di cuore. Era il 3 dicembre 1967. Christian Barnard, giovane chirurgo sudafricano, dopo aver studiato negli Stati Uniti il trapianto del rene, decide di praticare il trapianto cardiaco a beneficio dei pazienti sui quali non avevano più efficacia le terapie farmacologiche. L' intervento venne effettuato all' ospedale «Groote Schuur» di Città del Capo. Il primo essere umano sottoposto a trapianto di cuore fu un commerciante ebreo di 55 anni, Louis Washkansky. Primo donatore una donna di 24 anni, Denise Darvall, morta in un incidente stradale. Il primo a occuparsi di trapianti d' argano su esseri umani è stato il medico e scrittore francese Alexis Carrell, che si guadagnò il Nobel (1912) proprio per i suoi studi pionieristici in questo campo Al 1943 risalgono i pionieristici tentativi di trapianti cutanei con i quali incominciarono a manifestarsi anche i difficili problemi del rigetto. Prima del trapianto di Barnard, che divenne ben presto famosissimo in tutto il mondo, erano già stati effettuati trapianti di rene, di fegato e anche di pancreas. Curiosità: il cuore nuovo di Washkansky cessò di battere il 21 dicembre dello stesso anno. Causa del decesso, una polmonite. E ora Barnard, settantenne, ha annunciato di voler tornare a eseguire interventi al «Groote Schuur». Franco Gabici


STRIZZACERVELLO I pani e i pesci
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 096

I pani e i pesci Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci accadde una sola volta. Un giorno, che non era quello, un ricco signore decise di distribuire cento pani e altrettanti pesci a una folla di trentotto persone. In base alle consuetudini dei tempi, ogni uomo ricevette sei pani, ogni donna quattro e ogni bambino uno. Quante erano le donne presenti tra la folla? La soluzione domani, accanto alle previsioni del tempo.


LA PAROLA AI LETTORI CHI SA RISPONDERE? Nemmeno i tatuaggi durano in eterno
LUOGHI: ITALIA
NOTE: 096

Se la nostra pelle si rinnova di continuo, come fanno i tatuaggi a durare nel tempo? Il tatuaggio resiste al rinnovamente della nostra epidermide perché è un' incisione sottocutanea, che si pratica con l' iniezione di sostanze coloranti o con la scarificazione. Conoscevano bene la durata di questo disegno corporale gli aborigeni della Polinesia (ai quali dobbiamo sia l' usanza sia il termine) che eseguivano il tatuaggio per scopi sacrali. III B, Nizza Monferrato S. M. «Dalla Chiesa» L' inoculazione sotto cute di materiale estraneo (nel caso dei tatuaggi, inchiostro) genera un' infiammazione cronica circoscritta (granuloma) caratterizzata da un ' esuberante proliferazione cellulare, che comprende soprattutto cellule del sistema immunitario come i linfociti, le plasmacellule e i macrofagi. Quest' ultimo tipo di cellule è deputato a fagocitare il materiale estraneo (cioè a inglobarlo e distruggerlo), ma l' indigeribilità e la scarsa solubilità dell' inchiostro impediscono questo processo. Il tatuaggio però non è eterno, sebbene i macrofagi abbiano una vita molto più lunga delle cellule epiteliali. Con la loro morte progressiva, anche il tatuaggio sbiadisce e finisce per scomparire. Raffaella Menozzi Rivarossa, To Per fare un tatuaggio, si introducono particelle di carbone colloidale nel derma, il che comporta la fagocitosi di queste particelle da parte dei macrofagi regionali, le cellule spazzine dell' organismo. Non essendo digerite, queste particelle restano definitivamente nel sito di inoculazione all' interno dei macrofagi stessi. Quando questi muoiono, vengono parzialmente liberate nella matrice extracellulare. Stefano e Umberto, Padova Perché, dopo l' amputazione di una gamba, il paziente sente un forte dolore all' arto mancante? Nelle fibre sensoriali che portano al midollo spinale è presente un neurotrasmettitore, la sostanza P. Dopo un' eventuale sezione delle radici posteriori del midollo spinale, il contenuto di sostanza P si riduce per degenerazione delle terminazioni che la contengono. Aumenta però il numero dei recettori che la captano, sicché cresce la sensibilità nei suoi confronti (ipersensibilità da denervazione) e si amplifica la tramissione del dolore. E' per questo che le persone che hanno subito un' amputazione avvertono il dolore in corrispondenza dell' arto mancante. Tiziana Beltramo, Torino Questo dolore, che si manifesta non solo nelle gambe, è dovuto al ricordo persistente di un arto, come se il nervo continuasse a mandare gli stessi impulsi propriocettivi presenti quando l' arto era ancora vivo. Il ricordo si presenta come una visualizzazione fortemente verosimile, che prende forme diverse: grottesche, distorte, oppure l' esatta copia dell' arto mancante. Il fenomeno dell' arto fantasma ha anche un risvolto pratico: permette di usare le protesi, il cui uso sarebbe altrimenti molto difficile. Jacob Balzani, Arona (No) Anni fa un certo Sandy Kidd sostenne di aver messo a punto una sorta di giroscopio che non aveva bisogno di carburante, in quanto negava la forza di gravità. Nessuno gli credette e Kidd dovette emigrare negli Usa per trovare fondi. Qualcuno ha notizie di questa macchina ? Il dispositivo di Mr. Kidd è stato posto in funzione su piani a basso attrito (dispositivo con ruote o su superficie liscia o su acqua) e non ha mai superato la prova decisiva del pendolo balistico. Prova alla quale tutti i cosiddetti inventori di dispositivi antigravitazionali sfuggono. La disinformazione, le tecniche di raggiro e l' autoinganno in buona fede sono purtroppo diffusi, nel mondo della propulsione non convenzionale (nota come Pnn, Propulsione non newtoniana). Secondo le nostre ultime notizie Mr. Kidd sarebbe emigrato in Australia. Dal 1981, l' Asps (Associazione sviluppo propulsione spaziale) pubblica sulla Pnn un periodico trimestrale, «Nova Astronautica», dedicato specificamente ai sistemi di propulsione analoghi a quelli di Mr. Kidd. Emidio Laureti, Roma & Perché gli aerei che volano dall' Europa verso gli Usa impiegano più tempo di quelli che volano dagli Usa verso l' Europa? & Perché le popolazioni nere hanno i capelli crespi? Giuseppe Oliva & Perché quando un aereo supera la velocità del suono si sente un gran fragore? Paolo Barrella & Perché se si espone al sole un foglio di carta scritto con inchiostro blu, dopo un certo periodo la tinta blu diventa nera? Carlotta Pavese _______ Risposte a: «La Stampa Tuttoscienze», via Marenco 32, 10126 Torino o al fax 011 65. 68. 688, con l' indicazione «TTS».




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